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AVV. ANTONELLA ROBERTI

NEWS DI FEBBRAIO 2024

 

NEWS DALL'UE SULL'AMBIENTE

A cura di Federica De Rose, Redazione Foroeuropa

 

LO STRESS DA CAMBIAMENTO CLIMATICO COLPISCE ANCHE GLI ALBERI: SI È SCOPERTO CHE FATICANO A SEQUESTRARE CO2 NEI CLIMI PIÙ CALDI E SECCHI.

L'ultimo studio condotto dai ricercatori della Penn State ha rilevato che "gli alberi nei climi più caldi e secchi stanno essenzialmente tossendo invece di respirare", come spiega  Max Lloyd, professore assistente di ricerca in geoscienze autore principale dello studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences; aggiunge: "…rimandano la CO2 nell’atmosfera molto più di quanto non facciano gli alberi in condizioni più fresche e umide".

Quando le condizioni ambientali sono equilibrate, attraverso il processo di fotosintesi gli alberi assorbono la CO2 rilasciando ossigeno; diversamente, in condizioni di grande caldo e di scarsità di acqua, avviene la fotorespirazione, ossia le piante assorbono meno CO2 dall’atmosfera, contribuendo meno al raffreddamento del pianeta.

Secondo il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, gli alberi assorbono il 25% della CO2 emessa ogni anno dalle attività umane; tale percentuale tenderà sempre più a diminuire a causa del riscaldamento climatico; la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera sta aumentando rapidamente: secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration è già superiore a quella registrata negli ultimi 3,6 milioni di anni.

fonte:geagency.it

 

SOSTANZE NOCIVE NEI GIOCATTOLI (SOPRATTUTTO QUELLI IMPORTATI): L'UE INASPRISCE LE REGOLE.

La Commissione per il Mercato interno e la protezione dei consumatori del Parlamento UE ha da poco approvato un aggiornamento della normativa  che vieta le sostanze pericolose nei giocattoli, soprattutto in quelli importati.

Sono ancora vietate le sostanze cancerogene, mutagene e tossiche e sono state aggiunte nell'elenco le sostanze dannose per il sistema endocrino o respiratorio, insieme a quelle tossiche per specifici organi. Ogni giocattolo dovrà essere munito di un passaporto digitale, che aiuterà le autorità doganali ad avere informazioni sul prodotto, mentre i consumatori avranno accesso alle informazioni attraverso i codici QR sui prodotti.

Attenzionati anche i giocattoli digitali con intelligenza artificiale, che rientreranno nell’ambito dell’Artificial Intelligence Act; terze parti valuteranno i prodotti, che devono rispettare norme per la gestione del rischio, la trasparenza e la supervisione umana; per questi prodotti dovranno essere inoltre applicate le regole che specificano la conformità alle norme sulla sicurezza generale dei prodotti, in particolare per quanto riguarda le vendite online, la segnalazione degli incidenti, il diritto dei consumatori all’informazione e alla riparazione.

fonte:rinnovabili

 

I DEPUTATI E I GOVERNI DELL'UE HANNO DEFINITO NORME PIÙ SEVERE SULL'INQUINAMENTO PROVOCATO DALLA NAVIGAZIONE.

I deputati e i governi dell'UE hanno trovato un accordo su norme più severe per prevenire l'inquinamento nei mari europei da parte delle navi; è stato ampliata la gamma di sostanze che non possono essere scaricate, come acque reflue, immondizia e residui dai lavasciuga utilizzati per rimuovere le sostanze tossiche dagli imbuti di scarico.

L'eurodeputata Sara Cerdas (Portogallo / S&D) ha affermato che l'accordo significherà "misure sanzionatorie più solide" per le navi che inquinano l'oceano; inoltre "…le nuove norme introducono sanzioni penali per le navi che commettono reati di inquinamento e l'inclusione di nuove sostanze inquinanti, come il pellet." Il pellet come sostanza inquinante è stata attenzionata da quando nel 2005 cadde dai container sulle spiagge spagnole, provocando l'inquinamento da microplastica; nel giugno dello scorso anno la Commissione europea aveva già proposto di rivedere la direttiva sull'inquinamento provocato dalle navi del 2005, soprattutto per allineare le varie fatture marittime dell'UE alle normative internazionali.

Dopo gli accordi di quest'anno i governi dovranno inoltre imporre "multe dissuasive" per tutte le navi trovate in violazione delle nuove regole, in linea con le recenti sanzioni penali stabilite nella legislazione dell'UE in materia di criminalità ambientale.

Per monitorare le attività di scarico delle navi sono molto importanti le nuove tecnologie, come l'utilizzo dei satelliti; Marian-Jean Marinescu, deputato della Romania: "Gli Stati membri non devono vacillare nel loro dovere di salvaguardare il nostro ambiente marino. Abbiamo bisogno di uno sforzo concentrato, utilizzando tecnologie avanzate come il monitoraggio satellitare e le ispezioni in loco, per eliminare efficacemente gli scarichi illegali".

Il monitoraggio satellitare per prevenire l'inquinamento marino è stato sostenuto dalla ONG Seas at Risk, il cui funzionario Lucy Gilliam ha dichiarato: "…Questa revisione si allinea ulteriormente con gli obiettivi di MARPOL, un trattato globale sull'inquinamento marino causato dalle navi, che copre più tipi di inquinamento come rifiuti, plastica e scarico da lavasciuga."

L'utilizzo di tali tecnologie (come il satellite CleanSeaNet) soddisfa molto soprattutto il Consiglio europeo degli spedizionieri (l'80% di tutto il commercio internazionale è realizzato dal trasporto marittimo in acque profonde) e, come afferma Godfried Smit, segretario generale dell'ESC: "…Per gli spedizionieri, è molto importante che esistano strumenti trasparenti che consentano loro di identificare la fuoriuscita di carburante, l'inquinamento da immondizia o il rumore subacqueo".

L'accordo raggiunto sull'inquinamento provocato dalla navigazione dovrà essere l'approvato formalmente dal Consiglio dell'UE e dal Parlamento prima di entrare in vigore.

fonte:euronews

 

A CAUSA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO IL GHIACCIO NELL'ARTICO STA SCOMPARENDO E GLI ORSI POLARI RISCHIANO DI MORIRE DI FAME: TROPPE VOLTE IN QUESTI ANNI ABBIAMO SENTITO QUESTO ALLARME.

Un ennesimo articolo pubblicato su Nature Communications rivela che l’artico sta subendo una rapida riduzione del ghiaccio marino a causa del surriscaldamento del pianeta e gli orsi polari, che usano tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate la piattaforma di ghiaccio per cacciare le foche, stano sempre più riducendo la loro attività per conservare l’energia, digiunando o consumando vegetazione a basso contenuto energetico sulla terraferma.

L'ultima ricerca è stata condotta in particolare su 20 orsi polari, seguiti attraverso localizzatori gps durante il periodo di assenza di ghiaccio marino artico (da agosto a settembre) tra il 2019-2022 nella Baia di Hudson occidentale (dove il periodo di assenza di ghiaccio è aumentato di 3 settimane dal 1979 al 2015, mantenendo gli orsi sulla terraferma per circa 130 giorni nell’ultimo decennio); sono stati monitorati seguendo i loro comportamento, gli spostamenti, la dieta; la comprensione delle loro strategie adattive per i ricercatori "è fondamentale per gli sforzi di conservazione volti a sostenere gli orsi polari in un ecosistema in rapido cambiamento".

fonte:geagency.it

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LE ZONE UMIDE SONO UN ECOSISTEMA DA TUTELARE: DA ESSE DIPENDE IL 40% DELLE SPECIE ANIMALI E VEGETALI DELLA TERRA.

In occasione della recente Giornata Mondiale delle zone umide 2024  (World Wetlands Day 2024), è stata confermata l'estrema importanza di questi ecosistemi, che occupano solo il 6% della superficie delle terre emerse, ma sostengono il 40% della biodiversità animale e vegetale; purtroppo sono a rischio, forse più degli altri: solo nel nostro Paese ne sono stati distrutti il 75%.

Le zone umide consistono in paludi e acquitrini, torbiere, praterie umide, piane di marea, foreste di mangrovie, ma anche in stagni, risaie, saline e altri bacini artificiali creati dall’uomo; sono importantissimi poiché immagazzinano l’acqua durante i periodi di siccità, assorbono l’acqua durante le inondazioni, filtrano gli inquinanti e aiutano a fornire acqua potabile pulita e acqua per le colture.

Inger Andersen, direttrice esecutiva dell’Unep, l’Agenzia Onu per la protezione dell’ambiente: "Quest’anno, la Giornata Mondiale delle Zone Umide ci ricorda che la nostra salute dipende dalla salute delle zone umide…Ma la verità è che viviamo in un’epoca di degrado idrico e di crescente stress idrico. Pertanto, fornire soluzioni basate sulla natura che proteggano, ripristino e gestiscano in modo sostenibile le zone umide è più importante che mai".

La perdita delle zone umide è stata stimata dall'Ipbes, l’organizzazione scientifica internazionale per la biodiversità, che già nel 2018 rilevava che negli ultimi 300 anni fosse  scomparso l’87% delle wetlands; circa il 54% è andato perduto solo negli ultimi 120 anni. La perdita attualmente è stata rilevata nel sud-est asiatico e nella regione africana del Congo, a causa soprattutto del moltiplicarsi delle piantagioni di palma da olio.

Occorre precisare che tali dati recentemente sono rivisti rispetto da quelli rilevati nel 2023 dall’università di Stanford e del Politecnico di Zurigo, che ha fissato il totale di wetlands perse dal 1700 al 2020 a 3,4 milioni di km2, cioè circa il 21% del totale mondiale; assai meno del valore indicato dall’Ipbes, ma pur sempre un’area grande ¾ dell’intera UE.

Comunque la velocità in cui le zone umide stanno scomparendo preoccupa tutte le organizzazioni scientifiche, che prevedono, a causa delle attività umane, "il drenaggio e il riempimento di wetlands per l’agricoltura e l’edilizia, l’inquinamento, la pesca eccessiva e lo sfruttamento eccessivo delle risorse, l’espansione delle specie invasive favorite dal commercio globale e il cambiamento climatico antropico."

Le azioni conservative del nostro Paese sono ancora deboli, come rileva il rapporto "Ecosistemi acquatici 2024" di Legambiente; vengono evidenziati ritardi nell’istituzione di nuove aree protette, e le nove esistenti, ancora non sono sate riconosciute secondo la Convenzione di Ramsar; inoltre spesso non viene applicato il Regolamento UE 2021/57 che vieta l’uso delle munizioni di piombo, (azione punibile da una procedura di infrazione UE) ed infine non è stato introdotto il decreto per definire le autorizzazioni in deroga alle immissioni ittiche di specie alloctone.

Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente: "L’Italia è tra i più ricchi di biodiversità nel contesto europeo ma è caratterizzata dalla mancanza di una seria e coerente azione politica in grado di far fronte ai crescenti rischi di degrado per gli ecosistemi: dal consumo di suolo alla perdita di biodiversità aggravata dalla crisi climatica, dal contrasto dei rischi di siccità e desertificazione all’inquinamento e alle minacce legate alla deregulation venatoria".

fonte:rinnovabili

 

LA BANCA MONDIALE METTE A DISPOSIZIONE IL  PLASTIC WASTE REDUCTION-LINKED BOND PER CHI  INVESTIRÀ IN PROGETTI CONTRO L’INQUINAMENTO DA PLASTICA.

La Banca Mondiale ha messo a disposizione per sette anni  il Plastic Waste Reduction-Linked Bond per gli investitori che, attraverso progetti di riduzione e riciclo dei rifiuti in comunità vulnerabili (come in Ghana e in Indonesia, dove prevedono di raccogliere circa 230 mila tonnellate di rifiuti plastici nei prossimi dieci anni e di creare occupazione diretta e indiretta) compenseranno l’inquinamento generato con le loro attività.

Progetti più sostenibili saranno rivolti quindi alle comunità più povere e deboli del Sud del mondo, che normalmente vengono ricoperte da siti inquinanti di  combustione della plastica proveniente dal Nord del Pianeta;  ad oggi la Banca Mondiale ha coinvolto  aziende come Velliv Pension, Skandia, Mackenzie Investments, T. Rowe Price e Muzinich & Co, che hanno destinato fornito circa 14 milioni di dollari per finanziamenti iniziali con cui potenziare strutture esistenti, costruire nuovi siti di raccolta e riciclo e installare attrezzature di riciclo degli scarti alimentari.

fonte: rinnovabili

  

STOP ANCORA PIÙ DECISO DAL PARLAMENTO UE AI GAS FLUORURATI E AZIONI ULTERIORI CONTRO LA RIDUZIONE DEL BUCO DELL’OZONO.

Dal Parlamento europeo un no deciso alle emissioni nocive come i gas fluorurati prodotti da industrie come quelle che producono frigoriferi; forte l'intenzione anche di norme per ridurre emissioni di sostanze che riducono lo strato di ozono, utilizzate in estintori, aerosol e schiume isolanti. (Ricordiamo che sarà comunque il Consiglio ad approvare formalmente i testi  con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE, che renderà attive le norme.)

Riguardo la rarefazione dell'ozono (il gas che  avvolge il Pianeta e lo protegge dai raggi ultravioletti dannosi), dobbiamo ricordare le molteplici azioni e campagne di sensibilizzazione e di boicottaggio, che nel tempo hanno portato a una fortissima riduzione di queste sostanze; nel 2023 un rapporto realizzato da Nazioni Unite, Unione Europea e Stati Uniti ha certificato che il buco dell’ozono si sta richiudendo e che addirittura lo strato di ozono si sta rigenerando, in particolare sopra l’Antartide. Tuttavia, ancora oggi dal Parlamento Ue è stato votato un nuovo accordo (con 538 voti favorevoli, 8 contrari e 13 astensioni) sulla riduzione delle emissioni di ODS, come halon (usati negli estintori), bromuro di metile e gli idroclorofluorocarburi, usati negli attuali frigoriferi e negli impianti di climatizzazione, che oltre a distruggere lo strato protettivo di ozono, contribuiscono al riscaldamento globale; sono stati introdotti inoltre i requisiti per il recupero e il riciclaggio di sostanze come le schiume isolanti (usate soprattutto nelle attività edilizie).

fonte: EconomiaCircolare.com