A CURA DI

AVV. ANTONELLA ROBERTI

NEWS DI DICEMBRE 2023

 

NEWS DALL'UE SULL'AMBIENTE

A cura di Federica De Rose, Redazione Foroeuropa

 

L'UE REINTEGRA IL NUCLEARE TRA LE TECNOLOGIE "STRATEGICHE" PER RAGGIUNGERE LA NEUTRALITÀ CLIMATICA ENTRO IL 2050.

La proposta NZIA ( Net-Zero Industry Act)  della Commissione per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 risale a metà  marzo scorso; l'obiettivo era aumentare la capacità interna dell’UE di produrre le tecnologie fondamentali allo scopo; tra queste tuttavia non rientrava l'energia nucleare, etichettata come "strategica"; ora, a dicembre, i ministri dell’UE (nonostante l’opposizione di Germania, Austria e Lussemburgo) hanno dato via libera all' energia nucleare,  aggiungendola all’elenco delle tecnologie "strategiche" come parte del loro "approccio generale" alla NZIA.

In sostanza l'utilizzo dell’energia nucleare sarà semplificato, per esempio attraverso uno sportello unico in ogni paese dell’UE e la digitalizzazione per ottenere entro nove-12 mesi le autorizzazioni;

 il ministro francese dell’Industria Roland: "Si tratta di un testo positivo ed efficace... La Francia è fortemente favorevole all’inclusione dell’energia nucleare". (La Francia, insieme a  Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia  si è dichiarata favorevole  a sostenere l’energia nucleare e il suo finanziamento a livello dell’UE.)

Più pessimista la Germania: Sven Giegold, segretario di Stato tedesco per gli affari economici e la protezione del clima: "Se seguiamo le discussioni in corso alla COP28, ci rendiamo conto che dobbiamo decarbonizzare rapidamente, e ciò non è possibile facendo affidamento sull’energia nucleare";

Anche il ministro lussemburghese ha affermato di “deplorare che le tecnologie nucleari siano considerate "strategiche"”.

Bisogna però precisare che, mentre nel Consiglio i paesi dell’UE  hanno mantenuto la divisione delle tecnologie in due liste, (una delle quali è considerata "strategica" e l’altra no), il Parlamento europeo ha compattato in un unico elenco tutte le tecnologie utili alla decarbonizzazione .

fonte:euractiv.it

 

SECONDO IL NUOVO RAPPORTO “STATE OF FINANCE FOR NATURE”  VIENE SPESO IL 7% DEL PIL GLOBALE PER DISTRUGGERE LA NATURA.

Dall'ultimo rapporto “State of Finance for Nature” presentato dell’United Nations environmente programme (Unep) e da Global Canopy ed Economics of Land Degradation alla COP28 Unfccc di Dubai:  "Nel 2022 gli investimenti in soluzioni basate sulla natura ammontavano a circa 200 miliardi di dollari, ma i flussi finanziari verso attività che danneggiano direttamente la natura erano più di 30 volte maggiori. Evidenzia una preoccupante disparità tra i volumi di finanziamento per soluzioni basate sulla natura e flussi finanziari negativi per la natura…L’urgenza di affrontare le crisi interconnesse del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e del degrado del territorio".

Lo scenario a cui si è assistito vedeva da una parte i Paesi petroliferi ancora decisi a continuare ad investire nel petrolio e nel gas, presentando soluzioni un po’ assurde per ridurre le emissioni climalteranti, dall'altra la denuncia della direttrice esecutiva dell’Unep, Inger Andersen, che  sosteneva: "Le soluzioni basate sulla natura sono drammaticamente sottofinanziate. Gli investimenti annuali negativi per la natura sono oltre 30 volte più grandi dei finanziamenti per soluzioni basate sulla natura che promuovono un clima stabile e un territorio e una natura sani. Per avere qualche possibilità di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, queste cifre  devono essere ribaltate, con veri custodi della terra, come le popolazioni indigene, che devono essere tra i principali beneficiari".

Sempre dal rapporto sui flussi finanziari: "I flussi finanziari privati ​​negativi per la natura ammontano a 5 trilioni di dollari all’anno, 140 volte più grandi dei 35 miliardi di dollari di investimenti privati ​​in soluzioni basate sulla natura. I 5 settori che convogliano la maggior parte dei flussi finanziari negativi – edilizia, utilities elettriche, immobiliare, petrolio e gas, cibo e tabacco – rappresentano il 16% dei flussi di investimento complessivi nell’economia, ma anche il 43% dei flussi negativi legati alla natura associati alla distruzione di risorse naturali. foreste, zone umide e altri habitat naturali… A meno che i quasi 7mila miliardi di dollari di flussi finanziari destinati a pratiche negative per la natura non vengano drasticamente ridotti e idealmente riproposti a favore della natura,  raddoppiare o triplicare semplicemente gli investimenti in soluzioni basate sulla natura non sarà sufficiente per raggiungere i tre obiettivi di Rio…Le politiche governative svolgono un ruolo cruciale nel creare un ambiente favorevole per coltivare opportunità di investimento. In particolare, le prospettive di investimento in soluzioni basate sulla natura sono fiorenti, guidate dalla revisione di settori globali come quello alimentare, estrattivo, immobiliare e delle infrastrutture, che contribuiscono in modo determinante al declino della natura. Queste opportunità competono con quelle derivanti dalla crisi climatica, rappresentando un momento cruciale per un cambiamento di grande impatto".

fonte:greenreport.it

 

CARNE COLTIVATA (NON "SINTETICA"): I PRO E  I CONTRO

La carne coltivata è ottenuta in laboratorio attraverso tecniche innovative come la coltura cellulare, l’ingegneria tissutale e la fermentazione di precisione; la novità è la possibilità di coltivare cellule e tessuti, prelevandone poche quantità da un muscolo o da altro organo, in assenza dell’organismo intero. La biopsia è la tecnica con cui  tali cellule vengono estratte da animali come polli, bovini e fatte crescere su un terreno ricco di nutrienti all’interno di ambienti controllati, bioreattori, in cui le cellule vengono a comporre i tessuti della carne, creando un prodotto finale.

Tale tecnologia è già ampiamente usata sia in medicina per rigenerare cellule danneggiate o malate, che nel campo alimentare per produrre proteine, oligosaccaridi del latte, vitamine oppure fibre.

In attesa delle decisioni Ue, il governo italiano ha deciso di bandire la commercializzazione della carne coltivata, spesso (ed erroneamente) definita "sintetica": l'errore sta nel fatto che non viene effettuata nessuna sintesi in laboratorio, ma una vera e propria coltivazione.

E' doveroso tuttavia fare un punto sui pro e i contro della carne coltivata, tenendo presente che anche questo prodotto, come altri in Europa, è sotto valutazione dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che la considera un "novel food" e, come per esempio i prodotti a base di insetti, deve sottostare a rigidi controlli comunitari prima di poter essere commercializzata.

Alcuni pro:

-La sostenibilità ambientale: ricordiamo l'inquinamento derivante dagli allevamenti;

-La questione etica: è evidente l'approccio non crudele sugli animali, anche se il metodo attualmente non possa ancora essere definito "cruelty free" al 100% .

Alcuni contro:

- il sapore e la qualità nutrizionale: appare ancora complicato riprodurre in laboratorio tutte le caratteristiche organolettiche della carne tradizionale,  il che indurrebbe i produttori all'utilizzo, sebbene regolamentato dalla normativa europea, di aromi e additivi;

-il valore nutrizionale: la carne coltivata risulta carente in proteine, vitamine e sali minerali, che non possono essere forniti direttamente, ma devono essere aggiunti con integratori specifici;

- le conseguenze del metodo sulla salute dell' animale e dei consumatori;

- l’aspetto economico.

L'Ue ad oggi non ha ancora autorizzato la commercializzazione della carne coltivata, e se l'EFSA dovesse dare un parere positivo ad  autorizzarne il commercio, l’Italia dovrà comunque attenersi alla decisione degli enti UE di regolamentazione, ossia la Commissione europea insieme agli Stati membri dell’Unione.

fonte:rinnovabili