A CURA DI

AVV. ANTONELLA ROBERTI

LA CONFERENZA SUL FUTURO DELL’EUROPA E IL RUOLO DEI GIOVANI NEL FUTURO DELL’UNIONE 

  Autore: Dott.ssa Clelia Veneto

 

Il 9 maggio 2022 si è conclusa a Strasburgo la Conferenza sul futuro dell’Europa, inedito esercizio di democrazia partecipativa cui il nostro Paese ha aderito in maniera attiva, collocandosi tra gli Stati che maggiormente hanno contribuito alla definizione delle politiche del futuro.

Compito delle Istituzioni europee sarà ora quello di esaminare le proposte dei cittadini, individuando come tradurle in decisioni concrete, al fine di non vanificare l’impegno di quanti hanno partecipato alla Conferenza, così da realizzare un’Unione più unita, solidale e autorevole sulla scena internazionale. Si è, dunque, aperta una seconda fase, che riguarda le possibili modalità di attuazione dei risultati emersi nel corso dei lavori.

Il tema centrale riguarda la possibilità di procedere ad una modifica dei Trattati con riferimento, in particolare, ad alcune delicate questioni quali l’abolizione o limitazione del voto all’unanimità in Consiglio. Tale opzione era stata già discussa nella definizione del mandato stesso della Conferenza, senza riuscire a trovare una sintesi tra i diversi orientamenti. Al riguardo, il Parlamento europeo ha adottato una posizione favorevole, diversamente dal Consiglio, contrario, e dalla Commissione che ha assunto un atteggiamento molto prudente. Quest’ultima, ha evidenziato come la maggior parte delle proposte emerse dalla Conferenza possa essere realizzata a Trattati vigenti, ricordando la possibilità di utilizzare la clausola passerella per estendere la procedura legislativa ordinaria e il voto a maggioranza qualificata ai settori cui si applicano procedure legislative speciali o il voto all’unanimità. Dunque, la questione più spinosa e divisiva resta proprio quella della revisione dei Trattati.

Lo scorso dicembre si è svolto a Bruxelles un evento di feedback-up organizzato dalle Istituzioni europee per i cittadini che hanno partecipato ai dibattiti all’interno dei panel europei e nazionali, alle numerose manifestazioni nelle regioni e alla piattaforma digitale multilingue della Conferenza. In tale occasione i cittadini hanno espresso ancora una volta le loro aspettative sul futuro dell’Unione, mentre  i rappresentanti delle tre Istituzioni si sono impegnati a proseguire l’esercizio e a condividere i risultati sinora raggiunti.

L’idea di una Conferenza sul futuro dell’Europa, aperta alla partecipazione di cittadini ed esponenti della società civile, da avviare nel 2020 e portare a compimento nel 2022, era stata inserita nel programma della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, come uno degli impegni più rilevanti. In seguito alla crisi pandemica, il progetto ha però subito un forte rallentamento e l’esercizio, rispetto alle previsioni iniziali, ha avuto una durata più breve, di circa un anno (maggio 2021 - maggio 2022).

Interlocutori privilegiati della Conferenza sono stati principalmente i giovani, considerati i protagonisti della consultazione, con una partecipazione qualificata anche di Istituzioni, Università, Enti locali, associazioni della società civile.

L’attenzione particolare che l’Unione europea ha riservato alle giovani generazioni emerge non solo dalla Conferenza sul futuro dell’Europa, ma anche da altre iniziative di rilievo messe in campo negli ultimi anni, come il Green Deal Europeo, il Next Generation EU e l’Anno europeo dei Giovani, in virtù di una nuova e rinnovata responsabilità inter-generazionale.

La Commissione europea ha dedicato l’anno 2022 proprio ai giovani, al fine di valorizzare il loro potenziale e infondere loro fiducia nel futuro, soprattutto in seguito al periodo buio dell’emergenza pandemica. L’obiettivo dell’European Year of Youth, al pari della Conferenza sul futuro dell’Europa, è stato, infatti, quello di puntare i riflettori dell’Unione sull’importanza dei giovani nella costruzione di un futuro migliore: più verde, più inclusivo e più digitale.

Il coinvolgimento di tutti i cittadini sul loro stesso futuro ha rappresentato una grande opportunità di dialogo, per rafforzare la democrazia europea e individuare un percorso condiviso, in grado di consentire all’Unione europea di affrontare le sfide del nuovo millennio.

La Conferenza, emblema dello spirito democratico su cui si fonda l’Europa, ha senz’altro costituito occasione concreta per dare voce ai cittadini, raccogliendo le loro suggestioni in ordine alle questioni percepite come rilevanti, soprattutto alla luce della pandemia, come giustizia e inclusione sociale, occupazione e parità di genere, un’economia più resiliente, democrazia e stato di diritto, cambiamento climatico, transizione verde e digitale.

L’architettura istituzionale della Conferenza è stata concepita per esaltare la centralità del cittadino in dinamiche decisionali bottom-up, che affiancano ai classici canali della democrazia rappresentativa e del dialogo interistituzionale momenti di partecipazione, consultazione e deliberazione tra persone provenienti da ogni angolo d’Europa, senza particolare conoscenza dei tecnicismi e del funzionamento dell’Unione europea. La Conferenza si è articolata su tre pilastri. Il primo è la piattaforma digitale multilingue, dove i cittadini hanno condiviso idee e inviato i loro contributi in ordine ad uno dei nove ambiti tematici della Conferenza, quali cambiamento climatico e ambiente, salute, un’economia più forte, giustizia sociale e occupazione, l’UE nel mondo, valori e diritti, stato di diritto e sicurezza, trasformazione digitale, democrazia europea, migrazione e istruzione, cultura gioventù e sport. Il secondo pilastro è costituito dai quattro panel europei dei cittadini in cui si è discusso in ordine alle priorità politiche per il futuro, dando vita a un inedito e proficuo esercizio di democrazia deliberativa paneuropea. Il terzo pilastro è la plenaria della Conferenza, chiamata a discutere sia le raccomandazioni espresse dai panel che i contributi pervenuti sulla piattaforma.

Similmente all’esperienza della Convenzione sul futuro dell’Europa, istituita dal Consiglio europeo di Laeken nel dicembre 2001, che vide coinvolti tutti i rappresentanti delle Istituzioni europee e dei parlamenti nazionali nella redazione del Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa, la Plenaria della Conferenza ha sollecitato il più ampio dialogo infra-istituzionale, con il valore aggiunto rappresentato dalla partecipazione diretta dei cittadini europei.

L’Italia, convinta sostenitrice della Conferenza sul futuro dell’Europa, per promuovere una maggiore partecipazione ai lavori della stessa, ha istituito una specifica governance nazionale.

Il Governo italiano si è adoperato con impegno, consapevole dell’occasione offerta dalla Conferenza ai cittadini, sostenendo pienamente tale esercizio innovativo con l’auspicio di un rafforzamento del ruolo dell’Europa nel mondo, quale esempio di democrazia.

Il nostro Paese ha, pertanto, posto in essere numerose iniziative volte a promuovere la Conferenza, al fine di garantire maggiore trasparenza e partecipazione di cittadini, Istituzioni e organi rappresentativi a livello nazionale e locale.

È stata realizzata un’importante campagna di comunicazione istituzionale, per consentire a tutti la piena conoscenza degli strumenti offerti dalla Conferenza e assicurare la massima diffusione dei contenuti dell’iniziativa, stimolando opinioni e idee sull’Europa del futuro.

Sono state coinvolte scuole e Università in numerose iniziative ed eventi organizzati sull’intero territorio nazionale, per dare voce ai cittadini più giovani, veri protagonisti della Conferenza e futuri attori del mercato del lavoro.

La promozione del dibattito sui principali temi europei, insieme all’organizzazione di seminari e convegni a cui hanno preso parte esponenti del mondo accademico, autorità locali e cittadinanza ha avuto quale obiettivo precipuo quello di stimolare una riflessione sul futuro dell’Unione europea, attraverso un linguaggio moderno e adatto soprattutto alle nuove generazioni.

Sono stati svolti anche cicli di audizioni che hanno coinvolto personalità del mondo della ricerca, dell’economia, della politica e della società civile, con particolare attenzione alle realtà giovanili.

Il Governo ha, altresì, avviato collaborazioni con il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, al fine di garantire la partecipazione al dibattito delle categorie produttive ivi rappresentate, e con il Consiglio Nazionale Giovani, per coinvolgere nei lavori il mondo giovanile, principale destinatario delle politiche del futuro. Sono state organizzate “agorà” locali, ovvero momenti di confronto e dibattito, in collaborazione con le associazioni giovanili, allo scopo di raccogliere proposte sui temi della Conferenza, con un focus sull’Anno Europeo dei Giovani.

È stato, poi, realizzato, secondo gli Orientamenti della Commissione europea per la conduzione dei Panel nazionali, un Panel online di cittadini in ordine ai temi “L’Unione europea nel mondo” e “Un’economia più forte, giustizia sociale e occupazione”, da cui sono emerse numerose raccomandazioni raccolte all’interno di una Relazione di sintesi conclusiva delle attività poste in essere a livello nazionale. La platea di cittadini coinvolti è stata costituita da un campione di cinquantacinque partecipanti, rappresentativo della popolazione italiana, sorteggiato in modo casuale considerando il genere, l’età, il livello di istruzione e la provenienza geografica. Ciò al fine di garantire la massima eterogeneità, inclusività e trasparenza del processo.

In occasione dell’ultimo discorso sullo Stato dell’Unione, la Presidente della Commissione europea, nel ricordare l’importanza della Conferenza sul futuro dell’Europa, ha indicato che i panel dei cittadini diventeranno una prassi regolare della vita democratica dell’Unione, sottolineando altresì che è tempo di introdurre nei Trattati una solidarietà tra le diverse generazioni, rinnovando la promessa del progetto europeo e migliorando le modalità con le quali l’Unione europea decide le proprie politiche. I tempi sono, quindi maturi per convocare una Convenzione europea tesa alla riforma dei Trattati, come richiesto anche dal Parlamento europeo.

Sono stati, poi, organizzati sempre a livello nazionale due momenti di confronto tra studenti degli Stati membri dell’Unione e dei Paesi, rispettivamente, dei Balcani occidentali e del Vicinato Sud, volti a incoraggiare il coinvolgimento dei giovani nella riflessione sul futuro dell’Europa, con una discussione intorno ai temi dell’allargamento e dell’integrazione economica, alle opportunità e ai pericoli dello spazio digitale, ai rischi ambientali, alla sostenibilità climatico-ambientale e alla transizione verde.

Il Parlamento italiano ha realizzato un’indagine conoscitiva tesa a stimolare il dibattito attraverso audizioni di esponenti della società civile e delle Istituzioni nazionali ed europee.

Anche la società civile ha dato un notevole e qualificato contributo con le attività messe in campo dal Consiglio Italiano del Movimento europeo, dal Movimento Federalista Europeo e dalla Gioventù Federalista Europea.

Le Istituzioni europee, attraverso la rete dei centri Europe Direct, hanno partecipato alle attività di rilievo nazionale, sia attraverso le loro reti, sia collaborando alle iniziative del Governo, contribuendo ad avvicinare l’Unione europea ai cittadini.

Dall’esperienza Conferenza, che dimostra come i cittadini siano in grado di discutere temi complessi e politicamente divisivi, sono scaturite proposte forti, anche radicali, di cambiamento, in direzione di un’Europa all’altezza delle sfide di oggi, più forte, più unita e più democratica.

A chiusura dell’esercizio, dai diversi contributi forniti, è emersa l’urgenza di un’Europa più solidale e resiliente e di una nuova governance istituzionale, economica e politica che metta al centro la dimensione sociale. È stata sottolineata la necessità di costruire un nuovo modello economico e di difesa comune, nonché un rinnovato modello sociale europeo che assicuri lavoro e salario dignitosi per tutti e dia piena attuazione ai principi del Pilastro sociale europeo. Ancora, è stata evidenziata l’importanza di stimolare la crescita economica nell’Unione, tramite l’innovazione, il rafforzamento del mercato unico europeo e misure a sostegno delle piccole e medie imprese e delle industrie strategiche, con creazione di nuovi posti di lavoro di qualità, dotando le persone delle competenze necessarie a garantire la transizione verde e digitale e affrontare le sfide del futuro in modo sostenibile.

La Conferenza, dunque, come esperimento innovativo di deliberazione multilingue, con un’importante componente di cittadini, lascia ai posteri un’importante eredità di cui le Istituzioni europee e nazionali dovranno tener conto nei processi decisionali futuri, ponendo sempre al centro il benessere delle giovani generazioni.

 

Autore: Dott.ssa Clelia Veneto, Funzionario amministrativo giuridico-contenzioso, in servizio presso il Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri.