A CURA DI

AVV. ANTONELLA ROBERTI

NEWS DI FEBBRAIO 2022

 

NEWS DALL'UE SULL'AMBIENTE

A cura di Federica De Rose, Redazione Foroeuropa

 

CON  LE SUE ACCIAIERIE TARANTO È STATA SCELTA DALLE NAZIONI UNITE COME "ZONA DI SACRIFICIO" DEI DIRITTI UMANI.

Nel recente Rapporto del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU nel contesto della 49a sessione su "Promozione e protezione di tutti i diritti umani, civili, politici, economici, sociali e culturali, incluso il diritto allo sviluppo", Taranto, a causa delle acciaierie, è stata collocata tra "le zone di sacrificio" (nel Rapporto ONU si ricorda che"zona di sacrificio" viene dalla guerra fredda, quando veniva usata per descrivere aree rese inabitabili da esperimenti nucleari), che secondo il Rapporto, "...rappresentano la peggiore negligenza immaginabile dell'obbligo di uno Stato di rispettare, proteggere e realizzare il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile".

Lo studio ha analizzato "aree estremamente contaminate dove i gruppi vulnerabili ed emarginati sopportano un peso sproporzionato delle conseguenze sulla salute, e l’intossicazione cronica impatta sui diritti umani".

 Nel Rapporto ONU si legge inoltre: "...l’esistenza delle zone di sacrificio è una macchia sulla coscienza collettiva dell'umanità. Spesso create attraverso la collusione di governi e imprese, queste aree sono l'opposto dello sviluppo sostenibile, danneggiando gli interessi delle generazioni presenti e future; le persone che ci abitano sono sfruttate, traumatizzate e stigmatizzate, sono trattate come usa e getta, le loro voci ignorate, la loro presenza esclusa dai processi decisionali e la loro dignità e i loro diritti umani calpestati. Le zone di sacrificio esistono in Stati ricchi e poveri, nel Nord e nel Sud".

La conclusione del Rapporto sottolinea la necessità, anzi l'obbligo, da parte degli Stati di attuare buone pratiche; tra tutte, rafforzare la legislazione, i regolamenti e le politiche per prevenire l'esposizione a sostanze tossiche, e sviluppare piani d'azione per prevenire l'inquinamento, eliminare le sostanze tossiche e riabilitare i siti contaminati.

fonte: scienzainrete.it

 

RUSSIA E UCRAINA IN GUERRA E IL GAS EUROPEO VACILLA.

Nonostante, secondo gli analisti di Wood Mackenzie  le risorse europee di gas siano attualmente in una situazione migliore rispetto all’inizio dell’inverno, l’invasione russa sta facendo schizzare in alto i prezzi di gas e petrolio rendendo il futuro incerto; il Brent ha raggiunto i 103,78 dollari al barile, mentre i future del WTI sono balzati a 98,46 dollari al barile e il prezzo del metano sul mercato di Amsterdam, benchmark per l’Europa continentale è salito fino a 125 euro al MWh.

L'analista Kateryna Filippenko: "Il clima mite e l’aumento delle forniture di gas naturale liquefatto (GNL) hanno attenuato l’impatto dei bassi flussi di metano dalle Russia e portato a maggiori volumi in stoccaggio... Rispetto i minimi storici all’inizio dell’inverno, i livelli di stoccaggio sono ora rientrati nell’intervallo quinquennale, anche se sui valori inferiori, e sono sulla buona strada per essere in una posizione più confortevole entro la fine di marzo... Se le esportazioni russe verso l’Europa venissero interrotte, le cose potrebbero ovviamente peggiorare molto. Dovrebbe tirare tutte le leve del sistema energetico per mantenere le luci accese – riducendo il consumo di gas e avviando centrali nucleari e a carbone fuori servizio; massimizzando la produzione locale di gas e convincendo gli acquirenti asiatici a utilizzare carbone e liberare GNL... Ma questa sarebbe solo una soluzione temporanea per superare l’estate e lascerebbe l’Europa con volumi di stoccaggio pericolosamente bassi nell’inverno 2022/23 e rischierebbe interruzioni della domanda. I prezzi invernali del prossimo anno potrebbero essere superiori al 2021/22".

fonte: rinnovabili.it

 

GEOTERMIA: I SINDACI ESORTANO A CONSIDERARE SEMPRE PIÙ INDISPENSABILE TALE SETTORE, ANCHE A CAUSA DELLE "VICENDE UCRAINE".

Di fronte alle criticità che il settore ravvede con l'avvicinarsi della scadenza delle concessioni minerarie ad Enel, dal presidente della Regione Toscana Giani arriva tale dichiarazione: "Le vicende ucraine sono la conferma di una situazione che perdura da troppo tempo in merito all’indipendenza energetica nazionale, cui la geotermia può contribuire in modo significativo".

La sua è una preoccupazione condivisa da tutti i sindaci; ecco l'importanza di dare al  tema geotermico un rilievo di carattere nazionale e di snellire e velocizzare le procedure per l’assegnazione delle concessioni attive.

I sindaci chiedono anche di ridurre la dipendenza dalle forniture estere di energia, ma anche di potenziare le energie rinnovabili che rientrino negli obiettivi della transizione ecologica nazionale.  Attualmente la produzione geotermica copre circa il tre per cento del fabbisogno nazionale;  si ravvisa dunque la necessità di potenziare gli impianti esistenti e di costruire nuove centrali  al fine di raddoppiare gli attuali livelli produttivi.

fonte: greenreport.it

 

L’INDUSTRIA EOLICA EUROPEA SI STA INDEBOLENDO PERCHÈ L'UE NON INSTALLA ABBASTANZA AEROGENERATORI.

Appare difficile raggiungere gli obiettivi energetici e climatici che l'Ue si è imposta se alcuni settori, come quello dell'industria eolica, hanno a disposizione pochi impianti: nel 2021 ne sono stati  installati solo 11 GW.

Lo stato di salute dell'eolico è stato riportato da uno studio di WindEurope, l’associazione dei produttori eolici europei, che ha pubblicato le sue statistiche annuali: il totale cumulato a quota totale è a 236 GW- il trend di espansione UE, che prevede altri 18 GW all’anno nel periodo 2022-26, appare insufficiente.

Giles Dickson, CEO di WindEurope: "Questi bassi volumi minano il Green Deal. E stanno danneggiando la catena di approvvigionamento dell’energia eolica in Europa... L’industria eolica europea sta perdendo soldi, chiudendo fabbriche e perdendo posti di lavoro, proprio quando invece dovrebbe crescere per soddisfare l’enorme espansione dell’energia eolica che l’Europa desidera... Continuando in questo modo, il Green Deal sarà compromesso.

fonte: rinnovabili

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I FARMACI INQUINANO UN QUARTO DEI FIUMI DI TUTTO IL MONDO.

Uno studio coordinato dall’Università di York che ha analizzato 1000 siti su 258 fiumi in 104 paesi del mondo e monitorato 61 ingredienti farmaceutici attivi, ha rivelato che solo in 2 di essi non c’è traccia delle 61 sostanze analizzate; lo studio avverte: si tratta di "una minaccia globale alla salute umana e ambientale".

Le sostanze più diffuse sono la carbamazepina, usata nel trattamento dell’epilessia e il metformin impiegato contro il diabete; tracce molto consistenti anche di caffeina, nicotina e paracetamolo. I più inquinati sono Pakistan, Bolivia ed Etiopia, dove i controlli e le procedure di trattamento delle acque e degli impianti industriali sono meno rigorosi. L'Italia con Roma (unico sito italiano) è nella parte bassa della classifica, con una concentrazione di inquinanti inferiore a 400 nanogrammi al litro.

La presenza di antibiotici nei fiumi può portare allo sviluppo di batteri più resistenti e rendere inutili le nostre medicine.

fonte: rinnovabili

 

RINNOVABILI TERMICHE IN EUROPA: LE STATISTICHE MOSTRANO UNA CRESCITA PROGRESSIVA E COSTANTE.

L'Eurostat, ufficio statistico dell’Unione europea, ha pubblicato gli ultimi dati sulle rinnovabili termiche in Europa con riferimento al  2020; le statistiche mostrano una crescita progressiva e costante; dal 12% di rinnovabili spiegate nella climatizzazione 2004 si è arrivati al 22% nel 2019 e al 23% nel 2020. Le tecnologie analizzate includono il solare termico, l’energia geotermica, il calore ambientale catturato dalle pompe di calore, i biocombustibili solidi, liquidi e gassosi e la parte “rinnovabile” dei rifiuti.

La Svezia ha due terzi (66%) dell’energia utilizzata per il riscaldamento e il raffrescamento nel 2020 proveniente da fonti rinnovabili (principalmente biomasse e pompe di calore); l'Estonia e Finlandia (entrambe al 58%), Lettonia (57%), Danimarca (51%) e Lituania (50%) hanno oltre la metà dei consumi termici legata a fonti verdi; l’Islanda (paese EFTA) si distingue con l’80% delle energie rinnovabili utilizzate per il riscaldamento e il raffreddamento grazie alle ricche risorse geotermiche; in Irlanda (6%), Paesi Bassi e Belgio (entrambi 8%) le green energies per la climatizzazione  sono ancora poco diffuse.

fonte: rinnovabili

 

PIANO STRATEGICO NAZIONALE: PER RAGGIUNGERE LA NEUTRALITÀ CARBONICA SERVONO MIGLIORI PRATICHE DI GESTIONE DEL SUOLO E SOLUZIONI TECNOLOGICHE INNOVATIVE.

Secondo il Ministro dell’Agricoltura e della Pesca Stefano Patuanelli che si è espresso in occasione del dibattito svoltosi a Strasburgo nel Consiglio informale dell’Agricoltura e della Pesca, il futuro dell'agricoltura nel nostro Paese sarà il rinnovamento(come l'uso di tecnologie digitali, agricoltura di precisione e biotecnologie) e, per raggiungere la neutralità carbonica, sarà fondamentale favorire le pratiche agricole e forestali a basse emissioni, aiutando agricoltori e gestori forestali, assicurando loro un riconoscimento anche finanziario e sviluppare sistemi oggettivi di green marketing nel rispetto dei nuovi regolamenti europei.

fonte: agricolturaoggi

 

SIAMO CIRCONDATI DA OGGETTI INUTILI E INQUINANTI.

Secondo lo studio "14ème baromètre de la consommation plus responsable en 2021" pubblicato dall’Agence de l’Environnement et de la Maîtrise de l’Énergie (ADEME) e da Greenflex, "Il 72% dei francesi afferma di essere a favore di un consumo più responsabile, a riprova della sua preoccupazione per le questioni ambientali e sociali. Inoltre, oltre a consumare meglio, vogliono anche modificare il proprio comportamento verso una riduzione complessiva dei propri consumi".

Per raggiungere gli obiettivi dei cittadini virtuosi, nel 2021 l’ADEME ha lanciato l’operazione/studio "Osezchanger: Mieuxconsommer et vivre plus léger "che  attraverso "home-organizers", cioè professionisti dell’organizzazione e dell’ordinamento/inventario, fornivano metodologia e strumenti a 21 famiglie, con lo scopo di eliminare gli oggetti inutili e dannosi e di riordinare  le loro case.

Per ADEME, l’operazione "Osezchanger" "...ha messo in luce con chiarezza trasformazioni talvolta profonde nelle famiglie ...Non occorre più dimostrare la capacità delle famiglie di allungare la vita degli oggetti e di adottare pratiche di consumo più virtuose. Infine, il successo di questa operazione è illustrato dal fatto che le famiglie cercano di trasmettere queste pratiche anche ai propri cari e a chi le circonda".

fonte: greenreport

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IN EUROPA IL CARBONE HA RIPESO FIATO A CAUSA DELLA CRISI ENERGETICA.

Il centro di ricerca Ember ha pubblicato l'ultimo rapporto, in cui rivela che la produzione del carbone tra il 2020 e il 2021 è scesa appena del 3%, a causa della crescita dei prezzi del gas (il prezzo è cresciuto del 585% ) e le previsioni sono pessime: il calo prezzi è previsto non prima di 2 anni. La quota fossile – gas e carbone-  è ancora stabile al 37% , il nucleare si è attestato al 26% e le rinnovabili al 37%.

Gli autori del dossier: "L’energia eolica e solare ha raggiunto un altro nuovo record nel 2021 (547 TWh), generando per la prima volta più elettricità del gas (524 TWh), nonostante la crescita modesta dovuta alla minore velocità del vento. Il solare, in particolare, è in piena espansione sia nel nord che nel sud dell’Europa, producendo il 27% di energia in più nel 2021 rispetto al 2019, e raddoppiando nei Paesi Bassi e in Spagna in quel periodo".

Charles Moore di Ember: "La crisi energetica è un cambiamento di paradigma per la transizione elettrica dell’UE... È necessario agire per assicurare che l’eliminazione graduale del carbone in Europa rimanga sulla buona strada" . Nuove leggi ad hoc sarebbero" l’unico modo per garantire che le centrali a carbone siano chiuse entro il 2030. Infatti "i prezzi volatili del gas hanno reso chiaro che non si può fare affidamento solo sulle forze di mercato".

fonte: rinnovabili

 

DALL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA UNA RICERCA RIVELA CHE ESISTONO 9.000 NUOVE SPECIE DI ALBERI.

Da una ricerca dell'Università di Bologna è emerso che il numero di specie di alberi sul pianeta è 14% più di quanto si fosse stimato finora; esistono almeno 9.000 specie più del previsto e in tutto sarebbero 73.300.

Gli autori della ricerca: "Stimare il numero di specie di alberi è essenziale per informare, ottimizzare e dare priorità agli sforzi di conservazione delle foreste in tutto il mondo."; comprendere i meccanismi evolutivi dietro la biodiversità aiuta anche a ..."valutare quali sistemi possono essere più resistenti al cambiamento globale..." e "quantificare gli impatti degli sforzi di conservazione regionali, migliorando anche la capacità di prevedere le estinzioni, gestire gli hotspot di diversità o raccogliere il germoplasma".

Dallo studio emerge che il continente con la maggiore biodiversità è il Sudamerica, dove esiste il 43% di tutti i tipi di alberi del pianeta; in  Europa e Asia esistono 14mila specie note e 2mila ignote; seguono poi l’Africa (10mila note e 1000 ignote), l’America centrale e settentrionale (9mila e 2mila) e l’Oceania (7mila e 2mila).

fonte: rinnovabili

 

L'ITALIA SI RIVELA IL PAESE EUROPEO PIÙ PROPENSO A TRASMETTERE I DATI SULLA RIDUZIONE DEI PESTICIDI AUSPICATA DAL GREEN DEAL.

Da una ricerca di PAN Europe, GLOBAL 2000 e ClientEarth che chiarisce le posizioni di ogni Paese europeo circa la proposta originaria della Commissione di tagliare del 50% l’uso di pesticidi entro il 2030, emerge che l'Italia è il Paese che si dimostra più entusiasta ad accogliere le modifiche.

La Commissione ha proposto la creazione della  Regulation on Statistics on Agricultural Input and Output, la cosidetta SAIO, che chiede ai Paesi membri di trasmettere a Eurostat i dati sull’uso di pesticidi su base annuale, mentre fino ad oggi c'era l’obbligo di comunicare questi dati ogni 5 anni e solo per certe colture, a discrezione dello Stato membro.

La SAIO tuttavia per diventare legge deve passare al vaglio di Parlamento e Consiglio; il primo ha dato l’ok, mentre il secondo "ha diluito enormemente la proposta". Secondo i ricercatori: "...Se il Consiglio nel trilogo dovesse far passare questi elementi annacquati, nel 2030 mancheranno ancora i dati necessari per la valutazione scientifica dei rischi dei pesticidi e la loro riduzione nell’ambito del Green Deal".

In questo senso l'Italia si dimostra aperta a trasmettere i dati ogni anno invece che ogni 5.

fonte: rinnovabili