NEWS DI NOVEMBRE 2021
NEWS DALL'UE SULL'AMBIENTE
A cura di Federica De Rose, Redazione Foroeuropa
LEGGE SUL BIOLOGICO: APPROVATA DAL SENATO, ORA (SECONDO COLDIRETTI E LEGAMBIENTE) URGE IL SÌ DELLA CAMERA.
Legambiente e Coldiretti si appellano alla Camera per accelerare l’iter di approvazione della legge sul biologico.
Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti: "Mai come in questo momento storico abbiamo bisogno della legge sul biologico e non solo nell’interesse delle aziende che oggi producono biologico, quanto piuttosto per rispondere alle richieste dell’Europa...Per dare concretezza al Green Deal, dobbiamo agevolare la transizione al biologico di parte delle nostre produzioni. Per farlo, servono norme precise. Oggi le imprese sono in difficoltà a causa di un chiaro vuoto di carattere normativo a cui chiediamo alle istituzioni di porre rimedio senza ulteriori rinvii. Con 80mila operatori siamo il Paese leader in Europa per numero di imprese impegnate nel biologico e non possiamo permetterci di perdere tempo nel sostenere un settore con ampie opportunità di crescita economica ed occupazionale".
Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente: "Siamo alle battute finali Ciafani, presidente e l’ultimo passaggio alla Camera dovrà essere veloce. Non appena la Camera avrà varato la legge di bilancio, dovrà approvare definitivamente questa norma da cui partirà l’impulso alla riconversione che tante aziende stanno aspettando. Il momento delle scelte coraggiose è adesso, anche in agricoltura. Basta poi con la polemica sul biodinamico. Molte delle più grandi aziende agricole lavorano con il biodinamico, una pratica che rispetta la normativa sul biologico e che agisce positivamente sulla fertilità dei suoli. Non abbiamo più tempo da perdere con inutili e fuorvianti strumentalizzazioni".
fonte: lanuovaecologia
TURISMO SOSTENIBILE E PLASTIC-FREE ZONES: UN GRUPPO DI STUDENTI SI È CHIESTO SE..."SI PUÒ FARE(?)".
Con uno studio di diverse settimane su plastica e sul settore dell’ospitalità, un gruppo di studenti di master dell’università di Wageningen (insieme all’ONG Oceana a Maiorca, nelle Baleari) ha cercato di rispondere alla domanda "Un turismo plastic free è possibile?".
Dal gruppo: "L’obiettivo principale della ricerca era comprendere la fattibilità del turismo sostenibile sull’isola e di plastic-free zones (PFZ), ovvero aree in cui l’uso di plastica monouso (single-use plastics. SUP) è drasticamente ridotto grazie a opzioni riutilizzabili o attraverso l’utilizzo di materiali più sostenibili... Il 92% di tutti i rifiuti marini è plastica. La plastica rappresenta una minaccia duratura per tutte le specie marine e per l’ambiente, poiché possono essere necessarie diverse centinaia di anni perché si decomponga completamente. Inoltre, rilascia spesso metalli pesanti e pesticidi. La fauna marina può anche ingerirla accidentalmente o finire impigliata nella plastica, come anelli per bevande o sacchetti di plastica... E’ interessante notare che un settore che è responsabile di una quantità significativa di rifiuti di plastica ne è anche il più direttamente colpito: nessuno vuole nuotare in acque piene di plastica o prendere il sole su spiagge piene di rifiuti... Una percentuale che semplicemente l’industria dell’ospitalità non può ignorare .E, sebbene la creazione di zone plastic free comporti un investimento iniziale per le alternative ai SUP, il ritorno su questo investimento è duplice: non solo fa bene all’ambiente, ma le imprese risparmiano più denaro a lungo termine... Rendere più accessibili le opzioni plastic free e fornire altri incentivi, come l’utilizzo di contenitori/bicchieri riutilizzabili o l’attuazione di schemi di deposito-restituzione, sono anche ottime opzioni per stimolare i turisti a scegliere opzioni rispettose dell’ambiente... Alcuni SUP sono ora necessari per motivi sanitari, ma non tutto deve essere usa e getta per essere sicuro. Sebbene sia la salute che la sicurezza siano fondamentali per i turisti, il 90% degli intervistati è disposto ad accettare misure SUP free per il proprio alloggio e questo significa un’opportunità per la riduzione dei SUP. E’ essenziale capire cosa fa sentire i turisti al sicuro. Legando la riduzione dei SUP alle aspettative degli ospiti, gli hotel saranno in grado sia di implementare pratiche più sostenibili, sia di coinvolgere i turisti comunicando le nuove misure in termini di sicurezza degli ospiti".
fonte: greenreport
ACQUA DI GHIACCIAIO: FREDDISSIMA, MA NON PURISSIMA.
Secondo lo studio "Organochlorine Pollutants within a Polythermal Glacier in the Interior Alaska Range" pubblicato su Water, l'acqua dei ghiacciai non è purissima; ad esempio nell'acqua di disgelo di un remoto ghiacciaio dell’Alaska sono stati reperiti pesticidi, incluso l’insetticida DDT.
Dallo studio: "Il DDT depositato e stoccato vicino alla superficie del ghiacciaio Jarvis nell’interno dell’Alaska probabilmente è stato trasportato lì attraverso l’atmosfera dall’Asia, dove è ancora usato per cercare di prevenire la malaria. Anche altri ghiacciai nella catena montuosa dell’Alaska orientale probabilmente stoccano questa eredità degli OCP... E’ probabile che, mentre la regione si riscalda, anche altri ghiacciai dell’Alaska rilasciano questi inquinanti depositati dall’atmosfera nell’ecosistema. Mentre le concentrazioni delle tossine nel ghiacciaio e nell’acqua di disgelo sono basse l’opportunità di bioaccumulo degli inquinanti negli animali e nei pesci potrebbe aumentare man mano che lo scioglimento dei ghiacciai continua. Le persone nell’Artico che mangiano pesce proveniente esclusivamente dai corsi d’acqua locali potrebbero affrontare potenziali impatti sulla salute... L’inquinamento emergente dovuto allo scioglimento dei ghiacciai è una delle conseguenze meno note del cambiamento climatico che rappresenta un’area di fondamentale importanza per la ricerca. Sebbene gli OCP siano solo uno dei fattori che contribuiscono all’inquinamento emergente all’interno degli ecosistemi glaciali, fanno parte di un quadro più ampio delle impronte di unga durata che gli esseri umani hanno lasciato anche nei luoghi più remoti".
fonte: greenreport
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POCHI GLI ECOSISTEMI CHE IMMAGAZZINANO CARBONIO: SE CONTINUIAMO A DISTRUGGERLI VERRÀ EMESSO NELL'ATMOSFERA.
Dall'ultimo studio "Mapping the irrecoverable carbon in Earth’s ecosystems", del Conservation International, il carbonio naturale è immagazzinato in una piccola percentuale dei territori della Terra: "... Metà del "carbonio irrecuperabile" della Terra – definito come carbonio che, se emesso nell’atmosfera, non potrebbe essere ripristinato entro il 2050 – si trova solo nel 3,3% della superficie terrestre. Il carbonio in queste riserve è equivalente a 15 volte le emissioni globali di combustibili fossili rilasciate nel 2020".
In particolare le riserve di carbonio si trovano nelle torbiere, nelle mangrovie e nelle foreste vetuste in tutti i continenti (anche in Italia); dallo studio: "...Se questi ecosistemi dovessero essere degradati o distrutti a causa dell’attività umana, il loro carbonio verrebbe emesso nell’atmosfera, impedendo di fatto all’umanità di limitare il riscaldamento globale a meno di 1,5 gradi Celsius, il punto di riferimento per un clima “sicuro” fissato dall'Accordo di Parigi del 2015".
Una buona notizia tuttavia è stata rilevata dal Conservaton International:..."Aumentare di appena il 5,4% la quantità di territorio sotto protezione nelle aree chiave impedirebbe a un enorme 75% del carbonio irrecuperabile della Terra di essere rilasciato nell’atmosfera. Molte delle riserve di carbonio irrecuperabili del mondo si sovrappongono a luoghi contenenti alte concentrazioni di biodiversità, che trarrebbero vantaggio anche da protezioni più forti...."La nostra ricerca dimostra che proteggere una porzione relativamente piccola di territorio può garantire la maggior parte del carbonio irrecuperabile. Mobilitare le risorse per conservare queste aree può avere enormi ritorni per il clima, la biodiversità e il benessere umano. I governi devono essere strategici quando creano nuove aree protette, rafforzando anche le tutele legali in quelle esistenti".
Allie Goldstein di Conservation International:.."L’espansione della protezione per le terre con alte concentrazioni di carbonio irrecuperabile, oltre a sostenere le misure di conservazione indigene e guidate dalla comunità, è fondamentale per i Paesi per raggiungere i loro obiettivi climatici e di biodiversità. Questo è uno scenario raro in cui abbiamo il tempo di prevenire il disastro ambientale prima che accada. Questa è la nostra generazione di carbonio da risparmiare e il modo in cui scegliamo di andare avanti come comunità globale determinerà il nostro destino climatico".
fonte:greenreport.it
L'UE VUOLE LIMITARE LE IMPORTAZIONI DI MATERIE PRIME LEGATE AI DISBOSCAMENTI. VON DER LEYEN: "LE FORESTE SONO IL NOSTRO MIGLIOR ALLEATO CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO".
Commentando le nuove misure europee che limitano le importazioni di materie prime (in particolare legno, soia, carni bovine, caffè, cacao e olio di palma e alcuni prodotti derivati come mobili, cioccolata e cuoio) legate alla deforestazione, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: "...Le foreste sono il nostro miglior alleato contro il cambiamento climatico. E forniscono mezzi di sussistenza a milioni di persone in tutto il mondo. Dobbiamo proteggerle...obiettivo è aiutare a fermare la deforestazione su scala globale e il degrado forestale...I prodotti acquistati e consumati nella Ue non dovrebbero contribuire alla deforestazione", motivo per cui l’Ue sta definendo "regole obbligatorie di due diligence per le aziende" e "saranno ammessi sul mercato dell’Ue solo prodotti non soggetti a deforestazione e legali".
fonte: lanuovaecologia
ECONOMIA CIRCOLARE: L'ITALIA PROMOSSA CON PIENI VOTI (OLTRE 4.700 AZIONI SULLE 12.000 TOTALI SVOLTE IN EUROPA.)
In occasione della 13° edizione della European Week for Waste Reduction, l'Italia si è rivelata protagonista assoluta con oltre 4.700 azioni sulle 12.000 totali svolte in Europa.
Gli organizzatori della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti: "...L’eccessiva produzione di rifiuti è una delle maggiori minacce per il nostro pianeta. La responsabilità è condivisa, e la risposta non può che essere la collaborazione. Per questo motivo, con il tema centrale di quest’anno, «comunità circolari», la SERR 2021 intende valorizzare e promuovere azioni che permettono la creazione e il consolidamento di legami sociali all’interno di comunità locali, incentivandone uno sviluppo più circolare".
Secondo gli esperti è necessario cambiare nei modelli di consumo individuali e collettivi, spingendo i cittadini a variare le abitudini di produzione dei rifiuti e propongono tre azioni fondamentali:
1-orti urbani, per condividere spazi e ridurre sprechi e rifiuti di imballaggio.
2-"oggettoteche", per mettere in comune piccoli oggetti ed elettrodomestici.
3- condivisione di vestiti di seconda mano o di cibo che altrimenti verrebbe sprecato.
fonte: rinnovabili
SMALTIMENTO DEI RIFIUTI ALL’ESTERO: IN ARRIVO LE NUOVE REGOLE UE.
L’anno scorso la maggior parte dei rifiuti europei è finita in paesi poveri, attraverso una reale "delocalizzazione dell’inquinamento", toccando il 50% del volume totale di rifiuti esportati, pari a 33 mln di t. e creando una serie di problemi, soprattutto se gli impianti non sono adeguati.
Oggi, secondo le nuove regole Ue, l'obiettivo è porre fine alle spedizioni illegali, che oggi valgono circa 9,5 mld di euro l’anno e arriva a toccare più o meno il 30% delle spedizioni totali.
Serve più rigore nei controlli, anche preventivi e obbligare le aziende che importano a dimostrare l’effettiva capacità di trattamento e, dove serve, interrompere le esportazioni.
Ora l'ufficio anti-frodi Ue, l'Olaf, potrà condurre più indagini transnazionali e inasprire le sanzioni amministrative.
Tuttavia appare critica la ong EEB, che rileva due criticità nei nuovi sistemi:
1- non si farebbe distinzione sulla destinazione d’uso dei carichi di rifiuti, mettendo sullo stesso piano lo smaltimento di rifiuti destinati al riuso e al riciclo, e quelli destinati invece all’incenerimento.
2- sarebbero deboli le regole per il recupero di materia all’interno dell’UE.
fonte: rinnovabili
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"SALVAMARE": ORA IL DISEGNO DI LEGGE DEVE PASSARE ALL'ESAME DELLA CAMERA.
Il disegno di legge "Salvamare", dopo il Senato, deve essere approvato dalla Camera e, secondo il WWF Italia, se passa all'esame, "i rifiuti accidentalmente pescati" in mare (ma anche nei laghi, nei fiumi e nelle lagune) potranno essere conferiti a terra, quindi equiparati ai rifiuti urbani (come già avviene per i rifiuti che vengono rinvenuti sulle spiagge), "...evitando così complicazioni procedurali che potrebbero rischiare di ostacolare il conseguimento degli obiettivi principali che il disegno di legge stesso si pone."
La presidente del WWF Italia Donatella Bianchi: "Arginare l’inquinamento pervasivo e persistente da plastica che sta soffocando i nostri mari e che ha impatti devastanti sulle nostre spiagge e sulla salute umana è prioritario: finalmente la Salvamare è tornata all’attenzione del Parlamento. Il voto in Senato è un segnale importante di attenzione per la tutela del mare e la lotta all’inquinamento da plastica".
fonte: alternativasostenibile
PRODOTTI ALIMENTARI: ORA IN ITALIA LE ASTE AL DOPPIO RIBASSO SONO UFFICIALMENTE VIETATE.
L’iter di recepimento della direttiva UE sulle pratiche sleali nella catena produttiva è concluso: in Italia le aste al doppio ribasso sui prodotti alimentari sono ufficialmente vietate.
Le aste di questo tipo sono praticate in genere da alcuni gruppi della Grande Distribuzione per assicurarsi la fornitura di diversi prodotti, tra cui passata di pomodoro, olio, caffè, legumi, conserve di verdura; inizialmente tramite e-mail la GDO chiede a tutti i fornitori (che hanno pochi minuti per competere e ribassano ulteriormente per assicurarsi la commessa) di proporre un prezzo per la vendita di un determinato stock di merce e, raccolte tutte le offerte, alla fine il committente utilizza l'offerta più bassa come base d’asta. Fino ad oggi non esisteva alcuna legislazione circa questo strumento di vendita;
Fabio Ciconte, direttore dell’Associazione Terra!: "In questi anni le aste hanno costretto i produttori a competere selvaggiamente per assicurarsi il contratto con la catena di distribuzione, in una guerra che spinge i prezzi verso il basso e scarica i suoi effetti dannosi sugli ultimi anelli della filiera, cioè agricoltori e braccianti .Per scoraggiare il caporalato e lo sfruttamento in agricoltura è fondamentale quindi abolire le pratiche che abbattono il costo dei prodotti che troviamo al supermercato. Il decreto approvato oggi va nella giusta direzione...È un risultato storico che aspettavamo da tempo e che dà ragione alla battaglia che portiamo avanti da anni: fermare le aste al doppio ribasso è un chiaro segnale alla Grande distribuzione organizzata (GDO) e restituisce dignità agli attori della filiera alimentare, a partire dagli agricoltori ai lavoratori agricoli".
fonte: lanuovaecologia
INCENDI: IL 3 NOVEMBRE LA CAMERA HA APPROVATO IN VIA DEFINITIVA IL DECRETO LEGGE "INCENDI" SUL CONTRASTO DEGLI INCENDI BOSCHIVI.
Il decreto prevede, tra gli altri provvedimenti, l’adozione di un Piano Nazionale di coordinamento, 40 milioni di euro per l’aggiornamento tecnologico e l’accrescimento delle capacità operative nelle azioni di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi. Il piano avrà validità triennale ma ogni anno potrà essere aggiornato. "Vengono inoltre stanziati 40 milioni di euro per rafforzare le capacità operative dei corpi deputati al contrasto degli incendi boschivi e definite le misure per accelerare l’aggiornamento del catasto dei soprassuoli percorsi dal fuoco, prevedendo interventi sostitutivi delle Regioni in caso di inadempienza dei Comuni."
fonte: lanuovaecologia
I FONDALI OCEANICI NON ASSORBONO ANIDRIDE CARBONICA COME UN TEMPO.
Il progetto "iAtlantic" studia i fondali oceanici (gli studiosi si concentrano in particolare sui fondali a circa 6.000 metri, dove viene stoccata buona parte della CO2 assorbita dai mari) per valutare come varia la capacità di stoccaggio della CO2 all’aumentare della temperatura globale; il risultato rivela che, mentre fino ad oggi gli oceani avevano assorbito circa il 30% dell’anidride carbonica che produciamo ogni anno, (ottimo contributo per limitare il riscaldamento globale), attualmente l’aumento delle temperature mette a rischio questo meccanismo, diminuendo l’efficacia delle masse oceaniche come pozzi di carbonio. I ricercatori:..."Gli ecosistemi stanno trasformando il carbonio più velocemente. Stanno funzionando a una temperatura più alta più rapidamente, e rilasceranno più carbonio in futuro... Oltre alle nostre emissioni di carbonio, l’oceano ha assorbito oltre il 90% del riscaldamento globale... E se non ne capiamo abbastanza bene l’impatto, non possiamo fare i modelli più accurati in futuro".
fonte:rinnovabili