A CURA DI

AVV. ANTONELLA ROBERTI

NEWS DI APRILE 2020

 

NEWS DALL'UE

A cura di Caterina Aloi, Redazione Foroeuropa

 

ACCORDO EUROPEO PER FRONTEGGIARE L’EMERGENZA CORONAVIRUS

I Ministri delle Finanze dell’Eurogruppo hanno raggiunto un accordo, per un pacchetto di misure comuni per far fronte all’emergenza coronavirus, di oltre 500 miliardi di euro a cui se ne potrebbero aggiungere altri nei prossimi mesi. I tre strumenti approvati sono il MES, la Banca europea per gli investimenti (BEI) e il SURE. 

L’accordo prevede che i Paesi europei possano chiedere prestiti al MES (Fondo Salva-Stati), a tassi più bassi di quelli di mercato e con scadenze piuttosto lunghe, per un ammontare complessivo che non potrà superare i 240 miliardi di euro. Su insistenza dei Paesi del Nord, non si utilizzerà quindi l’intera potenza del Fondo che supera i 400 miliardi. Ciascun Paese peraltro non può accedere a crediti per un importo superiore al 2% del Pil ciò significa che per l’Italia non ci si potrà spingere oltre i 36 miliardi.  La spuntano i Paesi del Sud nel far cadere le stringenti condizioni previste per l’accesso al Fondo, ma a patto che utilizzino le linee di credito precauzionali (ECCL) solo per coprire spese sanitarie e di prevenzione legate al coronavirus. Viene posto anche un limite temporale, infatti, si potrà accedere al MES con queste modalità solo fino alla durata dell’emergenza coronavirus, se lo si farà successivamente verranno ripristinate le condizioni più severe. Il MES era stato creato durante la scorsa crisi finanziaria per concedere prestiti a quegli Stati che non riuscivano a finanziarsi sui mercati o vi riuscivano solo a costi altissimi.

Il secondo strumento previsto dall’accordo è il SURE (Support to mitigate Unemployment Risks in Emergency) fortemente voluto e già preannunciato nei giorni scorsi dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che applicò quando era Ministro del lavoro in Germania durante la crisi finanziaria. Questo meccanismo potrà sbloccare fino a 100 miliardi di euro per integrare tanto la cassa integrazione italiana tanto il sostegno statale al part-time (il Kurzarbeit) in Germania. Per farlo gli Stati membri dovranno fornire garanzie nazionali fino a 25 miliardi che serviranno alla Commissione per emettere bond tripla A (molto sicuri e quindi con bassi tassi di interesse) che vengono poi girati ai Paesi membri tramite prestiti a lungo termine. In generale, l’ammontare che potrà essere destinato ai Paesi membri sarà piuttosto esiguo, ma comunque superiore all’impegno richiesto a loro mediante le garanzie. Quindi seppur per un ammontare limitato, si tratta già di una prima forma di eurobond con una mutualizzazione del relativo debito.

Altri 200 miliardi di euro potranno infine arrivare alle imprese sotto forma di prestiti concessi dalla Banca europea per gli investimenti (BEI). Questo avverrà attraverso l’attivazione di un Fondo di garanzia dei Paesi europei di 25 miliardi che permetterà alla BEI di reperire sui mercati fino a 200 miliardi da tramutare poi in prestiti agevolati alle imprese con un occhio di riguardo a quelle medio-piccole.

 

**********

 

NEWS SULL'AMBIENTE DALL'UE

A cura di Federica De Rose, Redazione Foroeuropa

 

CORONAVIRUS: IL LOCKDOWN RIDUCE LE MALATTIE LEGATE ALL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO.

Da uno studio (che ha interessato 21 paesi europei tra cui Germania, Italia e UK) di ricercatori del Center for Research on Energy and Clean Air (CREA) di Helsinki, si è scoperto che la diminuzione in questo periodo di malattie causate o aggravate dall’inquinamento atmosferico (un’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico causa o aggrava diabete, malattie polmonari, malattie cardiache e cancro) è legata al lockdown dovuto al coronovirus; il miglioramento della qualità dell’aria in Europa avrebbe quindi prodotto benefici per la salute tali da evitare 11.300 morti premature.

In questo periodo i livelli di biossido di azoto sono stati inferiori del 37% rispetto alla norma;inoltre, l’esposizione al particolato, generato dai trasporti, dall’industria e dal riscaldamento, è stata del 12% inferiore rispetto ai livelli normali.

Lauri Myllyvirta, responsabile dello studio:" La nostra analisi evidenzia gli enormi benefici per la salute pubblica e la qualità della vita che potrebbero essere raggiunti riducendo rapidamente l’uso dei combustibili fossili e l’inquinamento atmosferico".

Sara De Matteis, professoressa all’Università di Cagliari e membro del Comitato per la salute ambientale della European Respiratory" Quello che possiamo affermare è che esiste una sovrapposizione tra le condizioni associate all’inquinamento atmosferico e quelle che hanno aumentato il rischio di morte per coronavirus".

fonte:rinnovabili

 

L'ASSOCIAZIONE AMBIENTALISTA TRANSPORT & ENVIRONMENT (T&E) AVVERTE: LE NAVI DA CROCIERA INQUINANO 20 VOLTE PIÙ DI TUTTE LE AUTO CIRCOLANTI IN UE.

Secondo lo studio dell'associazione ambientalista Transport & Environment (T&E), le 203 grandi navi da crociera transitate nei mari europei nel 2017 hanno immesso nell’atmosfera 62 mila tonnellate di ossidi di zolfo, 155 mila tonnellate di ossidi di azoto, 10 mila tonnellate di polveri sottili e più di 10 milioni di tonnellate di CO2. I dati sulle emissioni sono stati prodotti seguendo via satellite gli spostamenti delle navi da crociera e stimando la quantità d’inquinanti rilasciata sia in navigazione che in fase di stazionamento in porto.

Purtroppo delle 50 città costiere più colpite dall’inquinamento delle navi da crociera 10 sono italiane; Venezia, Civitavecchia, Napoli e Genova si trovano nelle prime 13 posizioni.

Recentemente il Ministero della transizione ecologica e solidale francese, supportato dal Ministro dell’Ambiente italiano, Sergio Costa, ha proposto di limitare drasticamente le emissioni d’inquinanti per le navi che transitano nel Mediterraneo, con l’istituzione di un’area a emissioni controllate, basandosi sui provvedimenti già adottati nel Mare del Nord, dove da tempo è stata istituita una delle 4 zone al mondo a controllo di emissioni di zolfo (Sulphure mission control area – SECA), ottenendo la riduzione drastica dell'inquinamento prodotto dalle navi da crociera.

Lo studio, alla fine, ha concluso che sarebbe necessario creare opportunità fiscali più eque per i sistemi di approvvigionamento elettrico in banchina rispetto all’uso dei combustibili fossili; attivare misure per la creazione di sistemi portuali a zero emissioni e adottare un’area SECA nel Mediterraneo e, in Italia, un fondo NOx.

fonte:rinnovabili

 

UN’INDAGINE ISPRA E GREENPEACE INCENTRATA SULL’INQUINAMENTO DA PARTICOLATO (PM) IN PIANURA PADANA E IN TUTTO IL PAESE, RIVELA CHE GLI ALLEVAMENTI SONO LA SECONDA FONTE DI EMISSIONE IN ITALIA.

Secondo gli ultimi dati pubblicati da Ispra, il 7% delle emissioni nazionali di gas serra e oltre il 90% delle emissioni di ammoniaca deriva dalle attività agricole e dagli allevamenti; in particolare lo studio è incentrato sull’inquinamento da particolato (PM) in Pianura Padana e in generale su tutto il Paese.

Gli allevamenti sono responsabili di circa l’85% delle emissioni di ammoniaca in Lombardia, e secondo l’Arpa regionale, queste emissioni "concorrono mediamente a un terzo del PM della Lombardia, ma durante gli episodi acuti (con picchi registrati durante lo spandimento di liquami sui campi a febbraio-marzo e ottobre-novembre, ndr) tale contributo aumenta superando il 50% del totale".

Secondo Greenpeace la percentuale di particolato dovuta agli allevamenti non è mai diminuita, ma ha continuato a crescere: è passata dal 7% negli anni ‘90 al 17% circa nel 2018;

Riccardo De Lauretis, responsabile area emissioni e prevenzione dell’inquinamento atmosferico di Ispra:"per ridurre le emissioni di ammoniaca e quindi le concentrazioni di particolato il settore allevamenti potrebbe fare molto... i Comuni dovrebbero stabilire qual è il numero massimo di allevamenti e capi allevati che è possibile avere sul loro territorio, perché altrimenti i danni si ripercuotono sui cittadini".

Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia." Gli allevamenti intensivi non solo si confermano la seconda causa di polveri sottili ,ma si può osservare come dal 1990 al 2018 il loro contributo sia andato crescendo... Per ridurre le emissioni di ammoniaca e quindi le concentrazioni di particolato il settore allevamenti potrebbe fare molto. Puntare sulla qualità invece che sulla quantità è una priorità: attraverso produzioni che rispettino alti standard anche dal punto di vista ambientale, possiamo rilanciare il nostro Made in Italy dopo questa difficile fase emergenziale, per questo le strategie future, come il Green deal europeo e Farm to fork, e strumenti come la Pac devono prevedere risorse adeguate per aiutare le aziende agricole a ridurre il numero degli animali allevati e nel passaggio a metodi di produzione ecologici".

fonte:greenreport

*********

COVID-19: ANCHE IL GREEN DEAL EUROPEO È IN PAUSA A CAUSA DEL VIRUS

Causa Covid-19 la Commissione Europea sta rivedendo le politiche climatiche, nel senso che  alcune iniziative nell’ambito del Green Deal europeo potrebbero essere ritardate;nello stesso tempo l'Ue sta definendo una scaletta di “file urgenti, nuovi ed esistenti, relativi a covid-19″, al fine di liberare capacità per un Green Deal aggiornato.

Una strategia del Green Deal  considerata prioritaria dalla Commissione Europea è rappresentata dalla finanza sostenibile, fondamentale per la ripresa dalla crisi coronavirus; un'altra priorità verrà data alla Renovationwave (”onda di rinnovamento”) che prevede una particolare attenzione alla transizione e all’efficienza energetica, specie nel settore dell’edilizia.

Altre strategie che sono in stand-by:

- il patto europeo per il clima;

- la revisione della direttiva sulla rendicontazione non finanziaria;

- la strategia per l’integrazione del settore intelligente;

- l’energia rinnovabile offshore;

- la strategia chimica per la sostenibilità;

- la strategia per una mobilità sostenibile e intelligente;

- la strategia sulla biodiversità per il 2030; (insieme al programma di azione per l’ambiente).

Conferamate per il 2021:

- la nuova strategia dell’UE sull’adattamento ai cambiamenti climatici e la nuova strategia forestale.

- la ReFuelEU Aviation – Combustibili per aviazione sostenibile e FuelEU Maritime – Spazio marittimo europeo verde;

- la strategia di responsabilizzazione dei consumatori per la transizione ecologica.

fonte:rinnovabili

 

DAI RICERCATORI DELL’ISTITUTO DI TECNOLOGIA DI PECHINO: SE I PAESI NON RAFFORZERANNO GLI IMPEGNI DELL’ACCORDO DI PARIGI SUI TAGLI DELLE EMISSIONI DI CO2, SI PREFIGURA UNA PERDITA PARI A 600 MILA MILIARDI DI DOLLARI ENTRO IL 2100.

Alcuni ricercatori dell’Istituto di Tecnologia di Pechino hanno calcolato i potenziali benefici di politiche climatiche efficaci relative alla riduzione delle emissioni di CO2 e di contro le perdite economiche disastrose per quei paesi che non dovessero riuscire nemmeno ad attuare i loro piani attuali; la ricerca parla addirittura di una perdita pari a 600 mila miliardi di dollari entro il 2100.

La “strategia di autoconservazione” per i governi di cui si parla nello studio,avrebbe effetti di grande impatto soprattutto per la crescita economica dei paesi in via di sviluppo con elevate emissioni di CO2, come India, Indonesia, Nigeria e Cina; inoltre, secondo la ricerca, se i paesi fossero in grado di attuare i loro attuali NDC (Contributi Nazionali Determinati), tutto il mondo avrebbe  un “diluvio di benefici” pari a quasi 126,68 – 616,12 mila miliardi di dollari fino al 2100.

E' vero, purtroppo, che in questo momento difficile a causa del coronavirus, molte nazioni devono nello stesso tempo portare avanti le politiche climatiche e tentare di non far fallire le industrie maggiormente colpite, come quella del trasporto aereo e quella automobilistica.

Sono necessari investimenti da parte dei paesi più sviluppati; secondo lo studio, infatti, si prevedono investimenti tra 5 e 33 mila miliardi da parte degli gli Stati Uniti e tra 16 e 105 mila miliardi da parte di tutti i paesi del G20 e tutti dovrebbero presentare piani nazionali migliori per contenere il riscaldamento globale in vista della prossima COP26.

L’attivista di Friends of the Earth, Rachel Kennerley: "i budget delle nazioni dovrebbero essere ribilanciati per fornire finanziamenti di emergenza e aiutare le nazioni più povere: è la cosa giusta da fare. Se non paghiamo ora, il prezzo si moltiplicherà nel tempo".

fonte:rinnovabili

 

IL LOCKDOWN IMPOSTO DAL GOVERNO A CAUSA DEL COVID-19 MODIFICA LA DISTRIBUZIONE DEL CONSUMO IDRICO IN ITALIA, MA IL BILANCIO È POSITIVO.

Anche il consumo idrico subisce un cambiamento, a causa dell’emergenza sanitaria e del conseguente lockdown imposto dal Governo; aumenta il consumo domestico, ma diminuisce quello di industrie e aziende, quindi, nel complesso, il bilancio è positivo.

I dati sul consumo idrico prevengono dal Gruppo Cap, il gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, che ha rilevato un incremento del consumo idrico dell’8% nel settore domestico ed un calo del 17% per quanto riguarda l’utilizzo nei settori dell’industria, del commercio e dell’artigianato; sono diminuiti anche i volumi di acqua immessi negli impianti di depurazione (-20%), con dati che variano però a seconda del settore industriale (oil&gas, farmaceutico, alimentare, concerie), ma che in ogni caso risultano sempre in flessione anche per il settore agroalimentare.

Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo Cap: "È dai gesti di tutti i giorni che diventiamo cittadini in grado di prenderci cura dell’ambiente e delle nostre risorse...Bere l’acqua del rubinetto è un’opportunità per acquisire una nuova consapevolezza improntata sulla sostenibilità, sul risparmio e sull’esigenza di ridurre sensibilmente la produzione di plastica. I comuni della Città metropolitana sono stati il teatro della prima messa a punto del più rivoluzionario piano di messa in sicurezza dell’acque grazie all’utilizzo continuativo di sonde e rilevatori per garantire quotidianamente un’acqua sicura e controllata. Un servizio essenziale in questo momento di lockdown".

fonte:rinnovabili

 

SECONDO IL WWF IL CORONAVIRUS CI AIUTERÀ IN QUALCHE MODO A RIFLETTERE SU COME PIANIFICARE E PROGETTARE LE NOSTRE CITTÀ  IN UN RAPPORTO ARMONICO CON LA NATURA.

In questi giorni di pausa generale per il Coronavirus, stiamo assistendo a come la natura stia riconquistando gli spazi che abbiamo dovuto abbandonare; alcuni esempi:

- i tursiopi hanno costeggiato i moli del porto di Cagliari e poi sono stati avvistati in altri porti italiani, da Trieste a Reggio Calabria.

- avvistati pesci, cigni e anatre nelle acque lagunari di Venezia, in questi giorni pulitissime.

- avvistate lepri nelle aree verdi a nord di Milano, cigni nei Navigli e lupi nelle strade di Pescara.

Secondo il dossier del Wwf "Città che osano la selvaticità", la natura nei nostri centri urbani migliora la nostra qualità della vita; il patrimonio di verde (pubblico e privato) delle 14 maggiori città metropolitane, dove vivono quasi 10 milioni di persone, ammonta complessivamente a circa 1.200 chilometri quadrati; tuttavia le aree urbanizzate hanno avuto dagli anni 50 ad oggi un incremento medio del 260% e, quindi, vi è stato un forte aumento dell'insularizzazione e della frammentazione di questi habitat strategici.

Esempi positivi in Europa:

- Londra, diventata National Park City, nel luglio 2019,  prevede di  realizzare una copertura verde del 10% della città entro il 2050;

- è stato istituito il progetto “Clever Cities”, finanziato con i fondi europei Horizon e realizzato anche grazie al contributo del WWF, oggi applicato da Madrid, Amburgo e Milano:

- il premio "European Green Capital Award" (creato dalla Commissione Europea nel 2008), è stato assegnato di recente a Nimega (Olanda) nel 2018, Oslo (Norvegia) nel 2019, Lisbona (Portogallo) nel 2020;

- il Ministero dell’Ambiente e l’Agenzia Federale per la Conservazione della Natura in Germania  sta finanziando il programma Städtewagen Wildnis (“Città che osano la selvaticità”) per supportare progetti di rinaturazione urbana.

fonte:alternativasostenibile

 

 **********

 

DOPO LA CRISI LA COMMISSIONE UE STUDIA PIANI DI INVESTIMENTI NELL'EFFICIENZA ENERGETICA.

A seguito della pandemia da Covid-19 la Commissione Europea sta elaborando un piano di investimenti pubblici nell’efficienza energetica; Bendt Bendtsen, ex deputato al Parlamento Europeo e attualmente a guida di un gruppo di interesse sull’efficienza energetica. :“Il sostegno dell’UE deve essere subordinato a iniziative ecologiche e penso sia necessario, perché la crisi da covid-19 un giorno sarà finita, ma la crisi climatica non scomparirà“.

In effetti l’efficienza energetica richiede molta manodopera e, quindi, posti di lavoro; "il piano di ripresa globale" che  gli stati membri hanno chiesto recentemente alla Commissione, prevede anche l' integrazione della transizione verde e di quella digitale; Frans Timmermans, vicepresidente dell’esecutivo UE e responsabile del Green Deal, si è impegnato infatti a “lavorare per una ripresa verde”, dando la giusta importanza a tutte le fonti di energia pulita. Inoltre diverse associazioni di ambientalisti chiedono di destinare parte degli aiuti di recupero dell’UE a impegni ecologici e all’efficienza energetica.

Jan Rosenow del think tank Regulatory Assistance Project:" La pandemia avrà un impatto notevole sulla nostra economia. L’iniezione di investimenti nell’efficienza energetica può aiutare a riportare l’UE sulla buona strada".

fonte: rinnovabili

 

SEMPRE PIÙ PRECISA E SOSTENIBILE LA TECNOLOGIA DELLE AUTO A IDROGENO: SI CONFIGURA DUNQUE UN'AMPIA E RAPIDA DIFFUSIONE.

Un team di scienziati di tre grandi università australiane, la University of New South Wales (UNSW), la Griffith University e la Swinburne University of Technology, ha messo a punto una nuova tecnologia, più economica e sostenibile per produrre l’idrogeno dall'acqua, usando come catalizzatori dei metalli a basso costo come ferro e nichel, i quali accelerano la reazione chimica richiedendo meno energia.

Il professor Chuan Zhao (School of Chemistry della UNSW):" Quello che facciamo è rivestire gli elettrodi con il nostro catalizzatore per ridurre il consumo di energia. Su questo catalizzatore c’è una minuscola interfaccia su nanoscala in cui ferro e nichel si incontrano a livello atomico, creando un sito attivo per la scissione dell’acqua. Questo sito è dove l’idrogeno può essere diviso dall’ossigeno e catturato come combustibile, e l’ossigeno può essere rilasciato come rifiuto ecologico".

Questa tecnologia permette non solo la generazione di idrogeno, ma anche il rilascio di ossigeno, che può essere a sua volta catturato e impiegato;in questo modo, si hanno due catalizzatori al prezzo di uno.

fonte: rinnovabili

 

MAI COSÌ BASSI I VALORI DELLE COLONNE DI OZONO  REGISTRATI NELL'ARTICO.

A rilevare l'abbassamento netto dei valori delle colone di ozono nell'Artico, che ha causato in tal modo la formazione del buco dell'ozono,è il Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio (ECMWF) per conto della Commissione europea; l'ultima volta che è stato osservato un esaurimento di ozono chimico altrettanto forte nell'Artico è stato durante la primavera boreale nel 2011.

Gli scienziati di CAMS prevedono che l'esaurimento dell'ozono artico nel 2020 sarà ancora più forte; l'attività di monitoraggio del buco dell'ozono da parte del CAMS, che fornisce continuamente dati di alta qualità (vedi la segnalazione lo scorso novembre del più piccolo buco dell'ozono in Antartide registrato in 35 anni) è importante, considerando che l’ozonosfera agisce come scudo, proteggendo tutta la vita sulla Terra dalle radiazioni ultraviolette potenzialmente dannose.

Vincent-Henri Peuch, Director of the Copernicus Atmosphere Monitoring Service:" Le nostre previsioni suggeriscono che le temperature hanno ora iniziato ad aumentare nel vortice polare...Questo significa che l'esaurimento dell'ozono rallenterà e alla fine si fermerà, poiché l'aria polare si mescolerà con l'aria ricca di ozono dalle latitudini più basse. CAMS continuerà a monitorare l'evoluzione del buco dell'ozono artico nelle prossime settimane. È molto importante mantenere gli sforzi internazionali per monitorare gli eventi annuali di buco dell'ozono e lo strato di ozono nel tempo".

fonte:alternativasostenibile

 

CROLLO PONTE SUL FIUME MAGRA: IN PIENA EMERGENZA CORONAVIRUS NON CI VOLEVA L'ENNESIMO CROLLO DI UN PONTE.

Di seguito qualche dichiarazione significativa.

Legambiente: "Per la ripartenza del Paese serve un piano per la messa in sicurezza del territorio...

che deve essere una priorità che il Governo deve mettere al centro della sua agenda politica. Non sono ammessi più ritardi. Si usi calcestruzzo e tondini per mettere in sicurezza la rete nazionale dei viadotti, e non per realizzare nuove autostrade o pedemontane. La ripartenza dell’Italia deve iniziare in primis dal suo territorio, tutelando al tempo stesso la vita delle persone, garantendo l’occupazione, puntando su semplificazioni e controlli e non su deregulation e far west".

Il presidente della Regione Liguria Toti: "Via codice degli appalti, via gare europee, via controlli paesaggistici, via certificati Antimafia, via tutto. Almeno per due anni. Ci sono gruppi affidabili e lavori da fare: partano subito. Serve un modello di ricostruzione post bellico. Rischi? Ci sono e terremo la guardia alta, ma il coronavirus ha alzato la soglia di moralità, la gente ha capito che le cose vanno fatte bene e che le leggi vanno rispettate. Io mi fido".

Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana e Santo Grammatico, presidente Legambiente Liguria: "... La vera priorità per il nostro Paese deve essere la manutenzione delle infrastrutture e la messa in sicurezza del territorio, non il realizzare grandi e inutili opere. Inoltre è fondamentale che vengano realizzati monitoraggi e controlli capillari su tutto il territorio nazionale".

fonte: greenreport