A CURA DI

AVV. ANTONELLA ROBERTI

PRESENTAZIONE

 

Ringraziamo sentitamente l’Autore, che è Presidente Onorario Aggiunto della Corte dei conti, di averci consentito di ripubblicare questo suo articolo, già pubblicato nel n.1/2013 della Rivista Internazionale di Filosofia del Diritto, alla quale siamo grati per la sua disponibilità, già concessaci per la ripubblicazione di un altro articolo del Presidente Sancetta Ballarò nel n.3/2018 di questa Rivista. Anche questa volta il pensiero dell’Autore ha precorso i tempi, dal momento che la sua presentazione della regola del pareggio di bilancio, all’indomani del recepimento della stessa nella nostra Costituzione con la legge costituzionale n.1 del 20 aprile 2012, non solo la colloca magistralmente nel contesto storico-economico della globalizzazione e dei suoi effetti sconvolgenti sulla finanza pubblica a livello internazionale, europeo e nazionale, ma ne intuisce anche la varia e rilevante problematica giuridica che essa avrebbe ingenerato.

In tale quadro si inscrive il fondamentale interrogativo che Egli ha posto: quanto spazio, stante il principio del pareggio e l’accettazione da parte dell’Italia del “fiscal compact” di derivazione europea, rimane per le politiche di “welfare” ed in genere per la tutela dei “diritti sociali”? Una problematica che di recente è venuta massivamente in evidenza in sede di proposta governativa dell’ultima manovra di bilancio e di approvazione parlamentare della stessa, soprattutto con riferimento alla controversa copertura finanziaria del c.d. “reddito di cittadinanza”.

 

Leggi qui l'articolo completo "Nota sul pareggio di bilancio" di Mario Sancetta Ballarò.