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NEWS DI OTTOBRE 2022

 

NEWS DALL'UE SULL'AMIENTE

A cura di Federica De Rose

 

LEGAMBIENTE MAPPA LE COMUNITÀ ENERGETICHE: OSTACOLI AMMINISTRATIVI NE RALLENTANO LA DIFFUSIONE.

La diffusione delle CER- comunità energetiche italiane rinnovabili (attualmente Legambiente ne ha mappate 100, solo 16 risultano operative e solo 3 hanno ricevuto i primi incentivi) risulta limitata da una serie di intoppi burocratici; si evince nel documento "I blocchi allo sviluppo delle comunità energetiche" redatto da Legambiente; Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente: "Per permettere il pieno sviluppo di queste realtà è necessario e urgente non solo accelerare il processo di pubblicazione delle regole attuative di Arera, le cui consultazioni si sono chiuse lo scorso 29 settembre, ma occorre anche accelerare sulla partita degli incentivi su cui chiediamo al prossimo nuovo Governo di lavorare da subito".

Purtroppo già cinque comunità energetiche rinnovabili hanno sospeso le attività, a causa anche di mancanza di fondi; per esempio la Comunità Energetica Solidale di Napoli Est è stata danneggiata dal blocco della Sovrintendenza ai Beni Culturali e dalla lentezza dell’iter di registrazione presso il portale del GSE. Dal documento: "…In particolare, la mancanza di un solo documento, facilmente richiedibile mettendo in sospeso la pratica come previsto, ha visto il diniego del riconoscimento e la necessità di ricominciare l’iter burocratico di richiesta registrazione". 

fonte:rinnovabili

 

DECARBONIZZAZIONE: ENTRO IL 2030 L'ITALIA MANCHERÀ IL TARGET PER 110 MILIONI DI TONNELLATE DI CO2.

Nel resto dell'Europa dal 1990 a oggi le emissioni sono diminuite del 26% e negli ultimi anni la curva di riduzione si è fatta più ripida: -21% rispetto ai livelli del 2005; in Italia invece il 2005 è stato l’anno con le maggiori emissioni dal 1990 (ben 591 MtCO2eq emesse in atmosfera) e il calo complessivo si è fermato al 20%, 6 punti percentuali in meno.

Il report Zero Carbon Policy Agenda, realizzato dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano rivela che mancano centodieci milioni di tonnellate di CO2 all’obiettivo che si è data l'Italia di riduzione delle emissioni al 2030; il report propone tuttavia una sorta di agenda di interventi, confrontandosi con i principali operatori di mercato e avvalendosi della collaborazione con ADL Consulting.

Analizzando il BAU (business as usual- scenario di riferimento), per avvicinarsi al target è necessario, da qui al 2030, il miglioramento delle prestazioni nei diversi settori, soprattutto nella  produzione di energia e calore; la riduzione di emissioni si otterrà solo incrementando la potenza installata da fonti rinnovabili, anche se  resterà a 23 MtCO2 di distanza dall’obiettivo: fotovoltaico ed eolico, infatti, per essere in linea con gli obiettivi definiti dal pacchetto Fit-for-55 dovrebbero raggiungere rispettivamente una potenza installata di oltre 68 e 23 GW,  invece nello scenario BAU si fermano a oltre 28 e 15 GW.

Davide Chiaroni, vicedirettore dell’Energy & Strategy: "Se siamo così lontani dai target è anche perché non siamo stato in grado di affrontare il tema con sufficiente trasversalità: sono almeno sei le aree di attività che permetterebbero di ridurre le emissioni e riguardano la produzione di energia rinnovabile, l’adeguamento delle infrastrutture di rete, l’efficientamento energetico, la mobilità sostenibile, lo sviluppo di configurazioni efficienti e l’adozione del paradigma di economia circolare. Lungo ciascuno di questi pilastri in Italia ci si è già mossi, ma senza una visione sinergica e una sufficiente rapidità, nonostante 17 miliardi di investimenti solo nell’ultimo anno e interventi normativi che però non identificano target chiari".

fonte: alternativasostenibile

 

IL RIGASSIFICATORE GALLEGGIANTE DI PIOMBINO SI FARÀ: RESTERÀ IN PORTO PER TRE ANNI.

Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – nelle vesti di commissario straordinario per l’opera: "Snam sta procedendo a studi e verifiche ingegneristiche ad ampio raggio, non solo nel tratto di mare davanti alle coste toscane ma anche oltre i confini della Toscana"; dalla Giunta:" Sconto in bolletta del 50% per cittadini ed imprese ad esempio, strade e bonifiche attese da anni, investimenti per realizzare un parco delle energie rinnovabili, più collegamenti con l’Elba e poi ancora, tra le varie misure e richieste, sostegno alle attività di pesca, itticoltura e turismo, risorse per il parco archeologico o agevolazioni fiscali che deriverebbero dal riconoscimento di Piombino come zona logistica semplificata o zona economica speciale od equivalente".

35 gli Enti favorevoli all’opera, (tranne il Comune di Piombino, che ha annunciato ricorso al Tar), con una serie di prescrizioni che il commissario Giani allegherà all’autorizzazione; Giani sulle prescrizioni:"…riguardano tre grandi questioni: la sicurezza, che sarà assicurata anche attraverso controlli e monitoraggi continua, la possibilità  di compatibilità ambientale affinché non si danneggino le attività oggi svolte e la prevenzione di tutto ciò che possa creare danni o alterare le condizioni del porto. La nave non creerà ostacolo al transito delle navi nel porto né per l’attività siderurgica né per i collegamento verso l’arcipelago. Quanto ai timori relativi a pesca ed itticoltura, il cloro e l’acqua fredda immessi in mare esauriranno i loro effetti nell’arco di duecento metri dalla nave, all’interno del porto, e dunque ben lontano dagli impianti e le attività economiche".

La società Snam proprietaria del rigassificatore galleggiante Golar Tundra non ha tuttavia ancora indicato il sito dove andrà la nave dopo i tre anni di permanenza a Piombino; Giani: "…Dovrà farlo entro quarantacinque giorni dal rilascio dell’autorizzazione alla collocazione della nave nel porto. Un termine tassativo e vincolante che sarà parte del via libera ai lavori, assieme alle altre prescrizioni. Snam sta procedendo a studi e verifiche ingegneristiche ad ampio raggio, non solo nel tratto di mare davanti alle coste toscane ma anche oltre i confini della Toscana".

fonte: greenreport

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GENDER EQUALITY: TRA LE RINOVABILI, L' INDUSTRIA FOTOVOLTAICA È IL SETTORE CHE OFFRE PIÙ LAVORO SIA PER NUMERO DI DIPENDENTI CHE PER EQUILIBRIO DI GENERE.

Il documento "Solar PV: A Gender Perspective" estratto dall'ultimo rapporto dell’Agenzia Internazionale delle rinnovabili IRENA, ha rilevato i progressi compiuti del settore solare nella parità di genere; emerge infatti  una positiva tendenza da parte dell'industria fotovoltaica all'inclusività, in termini di gender equality: dei 4,3 milioni di persone impiegati nell’industria fotovoltaica nel 2021 – un terzo di tutti i posti di lavoro nelle rinnovabili a livello globale –  le donne rappresentavano il 40% del totale. Un valore quasi doppio rispetto alla quota dell’industria eolica (21%) e del settore petrolifero e del gas (22%).

E' emerso che la percentuale più alta di donne impiegate si trovi nel segmento della produzione di energia (47% di forza lavoro). I fornitori di servizi e gli sviluppatori di progetti seguono rispettivamente con il 39% e il 37%, mentre gli installatori non superano il 12%.

C'è però un dato deludente: in generale nel settore delle rinnovabili, la partecipazione delle donne a lavori scientifici, tecnologici, ingegneristici e matematici (32%) è molto più bassa rispetto ai lavori amministrativi (58%);IRENA: "…Se il business fotovoltaico non include un obiettivo di genere per incorporare un maggior numero di donne, rischia di escludere un pool di talenti che è parte integrante della sua crescita…una nota stampa.. Ciò comprometterà anche le opportunità di migliorare l’ambiente di lavoro per tutti i dipendenti, poiché è dimostrato che avere più donne sul posto di lavoro migliora la cultura organizzativa, con un maggiore coinvolgimento e fidelizzazione dei dipendenti".

In questo senso IRENA suggerisce di "migliorare le politiche nazionali e rimuovere leggi restrittive, di stabilire migliori pratiche, politiche e regolamenti sul posto di lavoro, formare reti e sistemi per supportare la formazione e il tutoraggio".

fonte:rinnovabili

 

L'OBIETTIVO EUROPEO DI RIDURRE L'INQUINAMENTO ACUSTICO ENTRO IL 2023 NON POTRÀ ESSERE RAGGIUNTO.

Lo rivela un report dell’Agenzia Europea per l’Ambiente basato sul rapporto "Impatti sulla salute derivanti dal rumore dei trasporti – Esplorare due scenari per il 2030" del Centro tematico europeo per la salute umana e l’ambiente: l'Europa non riuscirà a ridurre del 30% la fetta di popolazione esposta ad alti livelli di rumore del traffico stradale, rispetto i livelli del 2017.

Per contrastare  le diverse patologie legate all'inquinamento acustico di cui soffrono in Europa circa 18 milioni di persone, saranno necessarie, senza ulteriori tentennamenti, modifiche legislative e misure ad hoc; alcuni esempi:

-riduzione dei limiti di velocità delle strade urbane.

- elettrificazione del 50% del parco veicoli stradali e della rete ferroviaria.

- aerei più silenziosi e divieto di voli la notte.

Con tali misure la riduzione sfiorerebbe appena il 19% entro il 2030; con l’attuale normativa, anche elettrificando il 25% dei veicoli e migliorando le procedure di decollo e atterraggio degli aerei, non ci sarebbe alcuna riduzione; addirittura il rumore aumenterebbe del 3% a causa dell’aumento del trasporto stradale, aereo e ferroviario. 

Oltre alle misure sopra elencate, andrebbe avviata una pianificazione urbana e dei trasporti più efficiente e ridotto drasticamente il traffico stradale in città.

fonte: rinnovabili

 

L'AUMENTO DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI FAVORISCELA PENETRAZIONE DI DIVERSE SPECIE ITTICHE NEL MEDITERRANEO; NON SOLO ATTRAVERSO IL CANALE DI SUEZ, ORA ANCHE DALL’OCEANO ATLANTICO.

Ernesto Azzurro del Cnr-Irbim di Ancona, autore di una nuova ricerca coordinata dall’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche recentemente pubblicato su Frontiers in Ecology and the Environment, dichiara: "L’apertura del canale di Suez nel 1896 ristabiliva un contatto tra il Mar Rosso e il Mediterraneo, permettendo a centinaia di specie esotiche, tra cui più di cento pesci tropicali di penetrare e invadere il mare nostrum…Questo fenomeno, spesso indicato con il termine di migrazione lessepsiana, in omaggio all’ingegnere francese Ferdinand de Lesseps che realizzò il Canale di Suez, ha cambiato per sempre la storia del Mediterraneo, con rilevanti impatti ecologici e socioeconomici".

La ricerca, che ha previsto l'uso di un set di modelli di distribuzione e test su dieci specie ittiche, evidenzia la possibilità di una "migrazione lessepsiana più estesa (cioè l'ingresso e la stabilizzazione di specie animali e vegetali dal Mar Rosso nelle acque del Mar Mediterraneo attraverso il Canale di Suez), che implicherebbe la riconnessione degli oceani Indo-Pacifico e Atlantico, separati da milioni di anni.

Manuela D’Amen dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale Roma (Ispra):"Alcune specie del Mar Rosso come il pesce palla maculato “Lagocephalussceleratus”, il pesce flauto “Fistulariacommersonii” e la sardina di Golani “Etrumeusgolanii”, sono state già segnalate in prossimità dello stretto di Gibilterra, alle porte dell’Atlantico...Non si tratta di un ritorno alla Tetide, il grande oceano marino che circondava le terre emerse milioni di anni fa, ma di uno scenario di omogenizzazione biotica dalle conseguenze difficilmente prevedibili… L’emissione di gas serra in atmosfera sta spingendo il nostro pianeta verso delle soglie critiche e questo studio ribadisce la necessità di accelerare l’attuazione di politiche climatiche, come concordato alla scorsa COP 26 e come sostenuto dalla comunità scientifica internazionale".

fonte:alternativasostenibile