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NEWS DI GIUGNO 2021

 

NEWS DALL'UE SULL'AMBIENTE

A cura di Federica De Rose, Redazione Foroeuropa

 

LA NUOVA LEGGE EUROPEA SUL CLIMA IMPONE DI ARRIVARE AL 2030 CON UNA RIDUZIONE NELLE EMISSIONI DI GAS SERRA PARI AL -55%; A CHE PUNTO È L'ITALIA?

L'Europarlamento finalmente ha approvato la nuova legge europea sul clima, che impone di arrivare al 2030 con una riduzione nelle emissioni di gas serra pari al -55% rispetto al 1990; attualmente il nostro Paese è a -19,4%, quindi sono indispensabili iniziative per rispettare al meglio tale legge.

In questo senso, considerando la lenta crescita delle energie pulite dal 2014, sono necessari 7,5 GW/anno di rinnovabili, che oggi arrivano a stento a malapena a 0,8.

La Fondazione per lo sviluppo sostenibile sul clima ha elaborato la prima roadmap per l’Italia compatibile con una riduzione delle emissioni di gas serra al 2030 del 55% rispetto al 1990, che significa arrivare ad emettere non più di 232 milioni di tonnellate di CO2eq l’anno.

Per raggiungere tali risultati sarà necessario :

- tagliare i consumi finali di energia ogni anno dell’1,5%.

- ridurre di almeno il 40% il consumo di petrolio e gas e quasi azzerare quello di carbone.

- raddoppiare le fonti rinnovabili elettriche, termiche e per i trasporti.

Edo Ronchi, già ministro dell’Ambiente e oggi presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile dichiara: "dobbiamo aggiornare rapidamente il Piano italiano di politiche e misure per raggiungere i nuovi target europei (ovvero il Pniec, nato già vecchio, ndr) e collegare, fattivamente, la loro attuazione all’utilizzo dei finanziamenti e delle riforme del Pnrr e così valutare fino a che punto possiamo arrivare con tali finanziamenti e tali riforme e cosa, probabilmente, dobbiamo fare di ulteriore".

Secondo la Fondazione, le rinnovabili stentano anche per "le complessità burocratiche e le durate eccessive degli iter autorizzativi a frenare, e in molti casi bloccare, i progetti di nuovi impianti da fonti rinnovabili...In quest’ottica alcune misure introdotte dal DL Semplificazioni (in vigore da luglio 2021) vanno nella giusta direzione ma a detta degli operatori del settore appaiono ancora insufficienti per invertire significativamente il trend".

fonte: greenreport.it

 

GEOTERMIA: ARRIVANO DAL GSE (GESTORE DEI SERVIZI ENERGETICI) LE ULTIME STIME PER IL 2021.

Secondo il Gestore dei servizi energetici (Gse), che ha aggiornato il contatore delle fonti rinnovabili al 2021, il costo indicativo medio calcolato risulta pari a 4,823 miliardi di euro, un ammontare che va confrontato con il tetto annuale di 5,8 miliardi di euro, ed è in diminuzione rispetto alla pubblicazione precedente di circa 220 milioni di euro.

Dal Gse:"Tale contrazione è dovuta soprattutto alla netta ripresa del prezzo dell’energia nei primi mesi del 2021 e sui mercati forward, cui consegue una riduzione del costo indicativo e del costo indicativo medio; si segnala inoltre l’introduzione dei risultati del IV bando previsto dal DM 4/7/2019, cui corrispondono circa 470 MW".

Per la produzione geotermoelettrica verranno destinati, secondo il Gse, incentivi al settore pari a 86,7 milioni di euro da ex Certificati verdi, 17,5 dagli incentivi introdotti dal Dm 6/7/2012, e infine 1,3 milioni di euro dagli incentivi previsti dal Dm 23/6/2016.

fonte: greenreport.it

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BANCHE CENTRALI: IL PASSAGGIO A UN’ECONOMIA LOW-CARBON PORTERÀ BENEFICI ALL'ECONOMIA.

Secondo l'ultimo rapporto del Network for Greening the Financial System (NGFS), (gruppo che riunisce 91 banche centrali) la  transizione energetica, se rapida,  significa anche sviluppo economico; si rileva che nel 2050 porterà a un aumento del PIL globale e a tassi di disoccupazione più bassi , anche se, per raggiungere la totale neutralità di carbonio  il prezzo del carbonio globale dovrà essere di circa 160 dollari per t di CO2.

Lo studio ha preso in esame diverse variabili tra cui:

-  l’ambizione delle politiche climatiche.

-  la qualità della reazione politica alla crisi climatica.

-  il livello di penetrazione e di impiego di tecnologie per la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica (CCS).

- il ritmo di trasformazione delle tecnologie e il grado di divergenza delle politiche climatiche tra le diverse regioni del globo.

fonte: rinnovabili

 

TRANSIZIONE ENERGETICA "DEMOCRATICA": L’UE  PREVEDE UN FONDO SOCIALE PER IL CLIMA.

Per favorire la transizione energetica e aiutare anche chi è più vulnerabile al rincaro dei prezzi, merci e carburante, trainati al rialzo da carbon tax e valori dell’ETS, nasce uno "scudo climatico", un fondo sociale per il clima; lo "scudo climatico" prevede, tra gli altri provvedimenti, la riforma dell’ETS, con l’aggiunta di riscaldamento degli edifici e trasporti su strada al mercato europeo del carbonio e la carbon border tax (CBAM), che avrebbe un impatto diretto e immediato sui prezzi delle importazioni dall’estero.

Frans Timmermans, vice-presidente della Commissione con la delega al clima: "Siate certi, se facciamo questo passo e se di conseguenza le famiglie affrontano costi crescenti, faremo in modo che sia in atto un meccanismo sociale, un fondo sociale per l’azione per il clima, in grado di compensare eventuali effetti negativi, soprattutto per i nostri cittadini vulnerabili... Parte delle entrate generate dallo scambio di emissioni nel trasporto stradale e negli edifici potrebbe essere investito in un fondo dedicato, in modo che gli Stati membri possano utilizzare tali entrate per compensare il costo di questa transizione per i cittadini vulnerabili...Stiamo lavorando seriamente su proposte in tal senso".

fonte: rinnovabili

 

ULTIMO DOCUMENTO DELLA STRATEGIA UE SULLA BIODIVERSITÀ PER IL 2030: SARANNO PROTETTI ALMENO IL 30% DELLE TERRE E DEI MARI EUROPEI.

E' stata pubblicata la versione definitiva del documento (che era già stato reso pubblico dal maggio del 2020) sulla Strategia Ue sulla biodiversità per il 2030, con annessa una serie di importanti considerazioni e raccomandazioni, tra cui quella di confermare l’obiettivo di proteggere almeno il 30% delle terre e dei mari europei entro il 2030 e di adottare una moratoria sul deep sea mining, (l’attività mineraria in acque profonde), i cui impatti sull’ecosistema devono essere ancora quantificati.

Ogni Paese membro dovrà introdurre obiettivi vincolanti per legge e spetterà alla Commissione proporre agli Stati membri delle strategie corrette.

fonte: lanuovaecologia

 

ANIMALI D’ALLEVAMENTO: DOPO L' INIZIATIVA DEI CITTADINI EUROPEI "END THE CAGE AGE" , IL PARLAMENTO EUROPEO HA ESORTATO LA COMMISSIONE EUROPEA A RENDERE ILLEGALI LE GABBIE ENTRO IL 2027 E A RIVEDERE LA DIRETTIVA UE 98/58/CE.

Per eliminare gradualmente i crudeli sistemi delle gabbie per gli animali d’allevamento, è nata l'iniziativa dei cittadini europei "End the Cage Age", che ha esortato la Commissione europea a rendere illegali le gabbie in tutta l’Unione europea entro il 2027 e a rivedere l’obsoleta direttiva 98/58/CE. Dopo il successo dell'iniziativa, ora gli europarlamentari chiedono di conformare a futuri standard che non prevedono gabbie tutti i prodotti immessi sul mercato dell’Ue, con l'utilizzo di incentivi e fondi per aiutare gli agricoltori durante la transizione.

Compassion in World farming EU (Ciwf) ricorda che "Attualmente, nell’Unione europea le galline ovaiole e conigli sono confinati in spazi delle dimensioni di un foglio di carta A4. Le femmine adulte devono trascorrere quasi la metà di ogni anno all’interno di gabbie, nelle quali non possono nemmeno girarsi. Anche i vitelli, le oche e le quaglie vengono ingabbiati, impedendo loro di poter fare i loro comportamenti naturali di base".

L’europarlamentare di Europa Verde Eleonora Evi, vicepresidente dell’intergruppo parlamentare per il benessere animale e co-presidente del gruppo di lavoro per la fine dell’allevamento in gabbia in Europa al Parlamento Europeo: "E’ un giorno storico nella lotta per un’Europa senza gabbie. Adottando a larga maggioranza una risoluzione che chiede l’eliminazione graduale dell’uso delle gabbie nell’allevamento europeo, proponendo il 2027 come data possibile per la loro messa al bando, il Parlamento Ue compie un passo decisivo per permettere lo stop definitivo di questa pratica crudele, che ogni anno condanna oltre 300 milioni di animali a vivere in spazi angusti, impossibilitati ad esprimere persino i più basilari comportamenti naturali. Il voto rappresenta il culmine di un percorso iniziato il 25 settembre 2018, quando ho avuto l’onore e il privilegio di ospitare al Parlamento europeo l’evento di lancio dell’iniziativa dei cittadini europei".

fonte: greenreport