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NEWS DI APRILE 2021

 

NEWS DALL'UE SULL'AMBIENTE

A cura di Federica De Rose, Redazione Foroeuropa

 

ALLARME DALL’UNIVERSITÀ DI TOLOSA: I GHIACCIAI DEL MONDO SI STANNO SCIOGLIENDO A UN RITMO SEMPRE PIÙ ELEVATO.

Da uno studio condotto dall' dell’Università di Tolosa, i ghiacciai mondiali si stanno sciogliendo a un ritmo sempre più elevato, contribuendo al 21% dell’innalzamento dei mari.

Secondo lo studio, i livelli di scioglimento sono aumentati del 130% tra il 2000 e il 2019, perdendo il 4% del loro volume in 20 anni; il maggiore fenomeno si è riscontrato in Alaska (25%), Groenlandia (12%) e nelle estremità nord e sud del Canada (10%); situazione critica anche nell’Himalaya e in altre di alta montagna dell’Asia (8%), così come nelle Ande meridionali e nelle regioni subantartiche.

Gli studiosi hanno rilevato il pericolo sopratutto nelle alte catene montuose asiatiche, che sono la fonte di fiumi come lo Yangtze, il Mekong, il Salween e il Brahmaputra; Massimo Frezzotti, glaciologo dell’Università di Roma Tre e presidente del Comitato glaciologico italiano:

"I dati indicano che attualmente i ghiacciai stanno cedendo più acqua rispetto alle calotte polari: quelli presenti in Alaska e nelle Ande registrano le maggiori perdite, mentre i ghiacciai alpini detengono il primato mondiale per quanto riguarda la riduzione dello spessore medio, pari a circa un metro all’anno".

fonte: lanuovaecologia.it

 

IN ITALIA LA NATURA FORNISCE ANCHE IL "CAPITALE NATURALE", CHE VALE OLTRE 58 MILIARDI DI EURO L’ANNO.

58 miliardi di euro l’anno sono ricavati per il nostro Paese dal "capitale naturale", rappresentato soprattutto dalle le risorse idriche, dalla prevenzione dalle alluvioni, dall’impollinazione agricola e dalle attività ricreative.

Il dato viene fornito dal Terzo Rapporto Capitale Naturale d’Italia (ISPRA) e ripreso anche nel IV Rapporto annuale sul capitale naturale del Wwf, che sulla piattaforma gratuita di e-learning One Planet School, ha istituito il nuovo corso intitolato “Il Capitale Naturale Italiano”, per spiegare cosa sia e quanto sia prezioso per la società umana.

Da una nota stampa del Wwf: "Il capitale naturale rappresenta il valore che la Natura ci ha sempre offerto, ovvero l’insieme di tutti i servizi ecosistemici che la Natura, quotidianamente, ci fornisce gratuitamente ... I servizi essenziali garantiti da ecosistemi come foreste, praterie e zone umide includono, per esempio, la produzione di ossigeno ed acqua potabile, la riduzione degli inquinanti in atmosfera, nelle acque e nei suoli, la disponibilità di materie prime naturali, nonché medicinali e principi utili alla ricerca biomedica.  In questo contesto, è possibile affermare che la Natura è il nostro capitale essenziale, per tutti quei servizi che ci permettono di vivere e che sono la base della nostra società e della nostra economia, senza i quali entrambe collasserebbero in breve tempo. Parallelamente al valore economico va poi considerato lo stretto legame tra sistemi naturali in salute e il benessere dell’uomo, connessione oggi più evidente che mai, dimostrata da ormai numerosi studi scientifici, e la cui rottura è alla base della stessa crisi pandemica che stiamo vivendo."

fonte: lanuovaecologia.it

 

IL WWF LANCIA LA CAMPAGNA "FOOD4FUTURE", CHE  SENSIBILIZZA SULLA PERDITA DELLA BIODIVERSITÀ DOVUTA AI SISTEMI ALIMENTARI.

Con la campagna "Food4Future", il WWF allarma sulla necessità di una transizione ecologica dei sistemi alimentari, che provocano l'80% di perdita della biodiversità; rileva la necessità di nuovi modelli di produzione e consumo alimentari (dovrebbero essere previsti nel PNRR) che proteggano e conservino la natura, garantendo a tutti cibo sufficiente e sano.

Secondo il WWF sarebbero quattro le aree dove mettere in pratica a livello globale le azioni mirate a fronteggiare il problema:

- in campo (grow better)

- in mare (fish better)

- a tavola (eat better)

- ridurre perdite e sprechi alimentari (use better).

Secondo gli scienziati l’80% dell’estinzione di specie ed ecosistemi sia terrestri sia marini dipende da quello che mangiamo e come lo perdiamo e sprechiamo; inoltre l’agricoltura, utilizzando  la deforestazione per fare spazio a monocolture e allevamenti, è responsabile del 24% delle emissioni di gas serra di origine antropica.

Un altro fattore che sconvolge la chimica del Pianeta è sicuramente l'utilizzo di pesticidi e fertilizzanti chimici.

Eva Alessi, responsabile consumi sostenibili e risorse naturali di WWF Italia:

"Il Pianeta ha mostrato la finitezza delle proprie risorse e la fragilità dei propri meccanismi di funzionamento. Dobbiamo correre ai ripari a cominciare da oggi, dalla prossima spesa che faremo... È fondamentale modificare i sistemi alimentari, dalla produzione al consumo, per renderli più resilienti, inclusivi, sani e sostenibili, tenendo conto delle necessità umane e dei limiti del Pianeta. Quattro sono le aree in cui è urgente agire, in campo, in mare, a tavola e nella riduzione di perdite e sprechi alimentari. Il cibo è la leva più potente per migliorare la salute umana e degli ecosistemi. Invitiamo tutti a leggere il nostro Manifesto e seguire i vari approfondimenti che affronteremo nel corso dell’anno: se insieme correggiamo il sistema alimentare contribuiremo alla stabilità del sistema Terra."

In conclusione il WWF raccomanda che "venga data priorità al capitale naturale, alla conservazione della biodiversità, all’uso efficiente delle risorse naturali, alla chiusura dei cicli produttivi, alla bioeconomia ed economia circolare imparando ad operare e produrre nei limiti di un solo Pianeta." 

fonte: alternativasostenibile.it

 

NASCE IL PRIMO ALGORITMO PER MISURARE LA SOSTENIBILITÀ DELLE AZIENDE ITALIANE: È IL SUSTAINABILITY IMPACT RATING (SI RATING).

Il Sustainability Impact Rating (SI Rating) è il primo algoritmo, che misura la sostenibilità  ambientale, di governance e sociale delle aziende a tutti i livelli del proprio business.

Fino ad oggi le imprese tendevano a considerare la "sostenibilità" solo come sinonimo di "green e ambiente", tralasciando spesso i temi sociali e di governance; oggi, questo algoritmo, creato dalla startup italiana ARBalzan  (fondata nel 2016 da Ada Rosa Balzan), guida le aziende verso un approccio di business realmente sostenibile.

Ada Rosa Balzan. "L’emergenza sanitaria che ha colpito il nostro Paese e il mondo intero ha portato a un'accelerazione del tessuto imprenditoriale italiano verso modelli di business più sostenibili. Le aziende italiane corrono dei rischi se parlano solo di green: oggi la sostenibilità non è più un’opzione, è una scelta imprenditoriale ben precisa, che deve garantire il proprio valore nel presente e soprattutto nel futuro, e deve abbracciare tutte le tematiche ESG - non solo l’ambiente. Le nostre realtà avrebbero degli esempi di eccellenza da comunicare, spesso fanno sostenibilità in modo inconsapevole con le loro scelte sui temi anche sociali e di governance..."Questo contesto storico ha portato le aziende a modificare il proprio business in ottica sostenibile, ma la cultura della sostenibilità presenta ancora importanti lacune da colmare necessariamente. Per esempio, attraverso SI Rating un’azienda del settore ICT ha registrato una valore complessivo ESG ed SDGs del 55% e, misurandosi l’anno successivo, ha raggiunto il 71% grazie alle indicazioni contenute nel report. È importante, ci sia una presa di consapevolezza che il green è solo una parte, la sostenibilità è il tutto: se il focus è solo l’ambiente non integrato con le altre tematiche sociali, di governance ed economiche, si corre il rischio di perdere la giusta direzione a livello imprenditoriale".

fonte: alternativasostenibile.it

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ENERGIA ELETTRICA: IN ITALIA 8 OFFERTE DI ENERGIA ELETTRICA SU 10 SONO "GREEN".

In occasione della Giornata Mondiale della Terra, Selectra (azienda che mette a confronto le tariffe di luce, gas e internet) ha analizzato le proposte commerciali dei principali fornitori italiani di energia sul Mercato Libero, con lo scopo di evidenziare quali di essi stia rendendo  più  green i propri consumi di luce e gas.

Dallo studio è emerso che oggi in Italia 8 offerte di energia elettrica su 10 sono “green”, e la percentuale dei trader con l’impegno ambientale che propongono almeno un 50% di offerte verdi è salita dal 77% nel 2020 all’88% nel 2021.

Antoine Arel, co-fondatore di Selectra Italia: "Non sempre riflettiamo a fondo  sull’impatto ambientale dei piccoli gesti quotidiani, come accendere il fornello o una lampadina. Eppure i consumi di luce e gas, se non hanno alle spalle delle forniture verdi,  sono tra le prime fonti di emissioni di CO2. La scelta di una fornitura di luce e gas  sostenibile  rappresenta quindi un passo importante verso uno stile di vita con un impatto ambientale più ridotto... Notiamo con soddisfazione che il Mercato Libero offre ai consumatori sempre più opportunità di ridurre le emissioni legate ai proprio consumi energetici, e parallelamente di risparmiare in bolletta."

fonte: lanuovaecologia.it

 

PNRR: NELLE LISTE FORNITE DALLE REGIONI PER IL PNRR, QUASI ASSENTI POLITICHE INNOVATIVE PER LO SVILUPPO MONTANO.

Nonostante la montagna svolga un ruolo fondamentale contro i cambiamenti climatici, le politiche montane hanno però bisogno di cambi di prospettiva, attraverso progetti e innovazione, che non si evincono nelle liste stilate dalle Regioni per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Mentre risultano ancora finanziabili alcune attività tradizionali, altre, in particolare quelle indicate dall'Ue, non vengono prese in considerazione; un esempio in questo senso è il settore del turismo montano, dove, a causa dei cambiamenti climatici, si richiederebbero diverse trasformazioni, sia per il turismo dolce, sia per i grandi comprensori sciistici: nei Pnrr regionali non c’è però  riscontro di tali cambiamenti.

Legambiente chiede quindi alle istituzioni di:

-adottare strategie innovative per il turismo montano, diversificando l'imprenditoria montana, favorendo nuove iniziative imprenditoriali degli operatori del territorio e dei nuovi migranti che spesso hanno intuito nuovi percorsi smart;

- adottare un vasto  programma di formazione e di assunzione della pubblica amministrazione, magari rafforzando l'ufficio tecnico dei comuni e intensificando le capacità degli Enti di costruire sistemi territoriali, che intensifichino la rete funzionale tra borghi, piccole, medie città e metropoli;

- destinare più sussidi della Pac (Politica Agricola Comune)  all’allevamento di montagna e alla qualità dei pascoli alpini, non solo agli allevatori della pianura e dei fondovalle;

- ricostruire la filiera legno;

- riorganizzare la situazione fondiaria per "superare la parcellizzazione dei fondi e la possibilità di gestione associata anche per il privato".

fonte: lanuovaecologia.it

 

I CAMBIAMENTI CLIMATICI HANNO RIDOTTO LA COPERTURA NEVOSA E LE ESPANSIONI DELLA VEGETAZIONE.

A causa dei  i cambiamenti climatici la copertura nevosa si è ridotta e così anche le espansioni della vegetazione che normalmente amplificano o bilanciano l’incremento delle temperature in alcune regioni dell’emisfero settentrionale; questo è emerso da un recente studio realizzato da una squadra di ricerca internazionale coordinata dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima Cnr di Bologna.

I dati emersi dalla ricerca provengo dalle ultime osservazioni satellitari;

Andrea Alessandri del Cnr: "le analisi innovative, condotte combinando insieme per la prima volta i dati climatici con oltre 30 anni di osservazioni satellitari di copertura nevosa, vegetazione e riflettività delle superfici alla radiazione solare, hanno quantificato una notevole diversità spaziale dell’effetto dovuto alla neve e alla vegetazione...Nelle regioni dominate dall’effetto della riduzione della neve (alte latitudini e grande elevazione sul livello del mare) è stimato un ampio incremento della radiazione solare assorbita, che contribuisce a un’amplificazione dell’aumento delle temperature dovute al riscaldamento globale (effetto di retroazione positivo). Diversamente, l’espansione della vegetazione (foreste boreali, temperate e tropicali) può produrre effetti di retroazione sia positivi che negativi in diverse regioni e stagioni, a seconda delle caratteristiche della superficie che viene sostituita".

Concludono Alessandri e Franco Catalano dell’Enea: "I risultati hanno dimostrano che nel complesso la vegetazione ha esercitato un effetto di retroazione negativo durante gli ultimi 30 anni con una tendenza quindi a contrastare l’aumento delle temperature dovute al riscaldamento globale”; si tratta di risultati che forniscono “un riferimento” di osservazione “senza precedenti per lo sviluppo dei modelli del sistema Terra di nuova generazione che sono necessari per la valutazione delle strategie da intraprendere per mitigare i cambiamenti climatici futuri".

fonte:rinnovabili

 

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NEWS DALL'UE

A cura di Caterina Aloi, Redazione Foroeuropa

 

COVID-19: IL CONSIGLIO UE APPROVA IL SUO MANDATO PER I NEGOZIATI SUL CERTIFICATO VERDE DIGITALE

Il 14 aprile scorso gli ambasciatori presso l'UE hanno concordato una posizione comune al fine di avviare un mandato per i negoziati con il Parlamento europeo sulla proposta di un certificato verde digitale. Il certificato faciliterà la libera circolazione in condizioni di sicurezza durante la pandemia di COVID-19, fungendo da prova che una persona è stata vaccinata contro il COVID-19, è risultata negativa al test o è guarita. Nella seduta plenaria del 24-26 aprile prossimo il Parlamento europeo dovrebbe adottare la sua posizione.

L’iter ha avuto inizio il 17 marzo scorso con la presentazione della proposta del certificato verde digitale, al seguente link è possibile visionare la documentazione:

https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2021/04/14/covid-19-council-agrees-its-negotiating-mandate-on-the-digital-green-certificate/?utm_source=dsms-auto&utm_medium=email&utm_campaign=COVID-19:+Council+agrees+its+negotiating+mandate+on+the+Digital+Green+Certificate

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NEWS DALL'UE SULL'AMBIENTE

A cura di Federica De Rose, Redazione Foroeuropa

 

"PETROLMAFIE": 71 MISURE CAUTELARI PER TRAFFICO DI PRODOTTI PETROLIFERI E OLI LUBRIFICATI DALL’EST EUROPA.

71 misure cautelari sono scattate dopo la maxi operazione "Petrolmafie Spa" coordinata dalla Direzione nazionale antimafia e dalle Procure di Reggio Calabria, Catanzaro, Napoli e Roma, che ha coinvolto imprenditori e organizzazioni collegate a ‘ndrangheta e camorra; sono stati inoltre sequestrati beni per circa un miliardo di euro. Si parla di una "gigantesca convergenza di strutture e pianificazioni mafiose originariamente diverse, nel business dell’illecita commercializzazione di carburanti e del riciclaggio di centinaia di milioni di euro in società petrolifere intestate a prestanome".

In particolare il sistema criminale prevedeva l’importazione, soprattutto da Paesi dell’Europa orientale, di prodotti petroliferi artefatti e oli lubrificanti., che in Italia venivano messi in commercio come gasolio per autotrazione.

fonte: lanuovaecologia

 

LEGAMBIENTE CAMPANIA SUL TRAFFICO DI  RIFIUTI ITALIANI IN TUNISIA: VUOLE COSTITUIRSI PARTE CIVILE NEL PROCEDIMENTO.

Recentemente è stato sequestrato un container pieno di rifiuti provenienti dalla Campania e bloccato nel porto di Susse in Tunisia, con un costo di 26 mila euro al giorno, per una cifra di circa sette milioni di euro. Il container, ispezionato dalla Dogana di Sousse, non conteneva rifiuti plastici, ma scarti di ogni tipo, provenienti (senza controlli preventivi), dalla raccolta differenziata domestica prodotta da sedici comuni del Cilento.

La storia di tali traffici risale all’autunno del 2019 con la firma di un contratto tra un’azienda con sede a Polla in provincia di Salerno e un’azienda tunisina per l’invio di 120mila tonnellate di rifiuti “non pericolosi” in Tunisia; in Tunisia i rifiuti oggetto di tale traffico sarebbero destinati allo smaltimento in discarica o all’incenerimento, mentre in Europa sono considerati tipologia non idonea all’esportazione tra paesi UE ed extra UE, secondo la convenzione di Basilea e di Bamako, per cui i movimenti transfrontalieri sono possibili solo se il rifiuto è effettivamente destinato al riciclo.

Da ciò derivano le indagini volte ad accertare eventuali responsabilità per il traffico di rifiuti dalla Campania verso la Tunisia e Legambiente Campania intende costituirsi parte civile.

La Presidente di Legambiente Campania Mariateresa Imparato: "...A riprova della gravità di quanto emerso, il 22 dicembre 2020, in Tunisia dodici persone, tra cui il Ministro dell’ambiente Mustapha Laroui, sono state arrestate e altrettante indagate per i medesimi fatti e la Regione Campania ha bloccato le spedizioni e chiesto alle società interessate di riportare i container in Italia, denunciato la vicenda alla Procura della Repubblica di Salerno.  Risultano inoltre ancora in corso indagini anche da parte della Procura della Repubblica di Potenza... L’Italia è un paese esportatore di rifiuti e la Campania è la prima regione del nostro Paese a dover spedire altrove i propri, non avendone chiuso il ciclo di trattamento e smaltimento sul territorio... Un business importante che vede proprio nel trasporto l’affare principale in cui, come da sempre denunciamo, si insidiano più facilmente le ecomafie, a danno dell’ambiente, della salute, dell’economia sana e delle tasche dei cittadini". 

fonte: lanuovaecologia

 

ADATTAMENTO CLIMATICO NELLE AREE MONTANE: LEGAMBIENTE INDICA AL GOVERNO LA ROAD MAP DA SEGUIRE PER CONTRASTARE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO, RIDURRE IL RISCHIO IDROGEOLOGICO E TUTELARE LE RISORSE IDRICHE.

Il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova le Alpi e il Bacino del Po; in vista del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, Legambiente indica al governo la sua road map in materia di adattamento climatico nelle aree montane.

A causa del cambiamento climatico, in queste aree si rileva una riduzione areale dei ghiacciai alpini e della disponibilità delle risorse idriche insieme ad un intensificarsi dei fenomeni di dissesto idrogeologico, degli eventi estremi e ad un aumento del degrado del suolo.

Il riscaldamento dell’area alpina è infatti particolarmente elevato e si prevedono aumenti di temperatura tra i 2 e i 3°C per il 2050, ed entro fine secolo un ulteriore riscaldamento che va dai 3 ai 7°C in funzione degli scenari di emissione. Negli ultimi 150 anni si è assistito alla riduzione areale dei ghiacciai del 60% nelle Alpi, con punte dell’82% nelle Alpi Giulie e 97% nelle Marittime. La riduzione dei ghiacciai e della copertura nevosa avrà effetti importanti per i fiumi alpini, con immediate conseguenze sulla stabilità delle portate stagionali.

Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente: "L’Italia è l’unico grande Paese europeo senza un Piano di adattamento al clima. Ad oggi si continua a rincorrere le emergenze senza una strategia chiara di prevenzione che vada a tutelare e preservare tanto gli ambienti naturali quanto le aree antropizzate, anche quando si tratta di progettare il futuro del Paese attraverso il Recovery Fund. La risposta alle sfide climatiche passa attraverso risorse per l’adattamento e un cambio della governance dei territori. Per la mitigazione del rischio geologico, idrologico ed idraulico, è opportuno privilegiare le azioni di previsione, prevenzione e gestione dell’emergenza, limitando per quanto possibile le azioni emergenziali e di ripristino a quelle utili per la riduzione progressiva del rischio, e per il ripristino di condizioni generali di sicurezza territoriale".

Vanda Bonardo, responsabile Alpi di Legambiente: "Da qui ai prossimi anni sarà necessario ridurre la pressione antropica sui corpi idrici, favorendo il miglioramento dello stato ecologico come previsto dalla Direttiva quadro sulle acque e dalla Direttiva nitrati. Si dovrà acquisire al più presto un quadro completo dei nuovi scenari idrologici dei bacini per comprendere come cambierà in futuro la disponibilità idrica.  Occorrerà sostenere un uso equo e sostenibile delle risorse idriche, trovando soluzioni alternative, dall’utilizzo di tecniche di efficienza e risparmio idrico a un uso più parsimonioso dell’acqua. Allo stesso modo saranno da sostenere le azioni volte a incrementare la ricarica delle falde, ad esempio mediante la creazione di aree o bacini di ritenzione delle acque meteoriche urbane e recuperan­do la multifunzionalità di quelle aree agricole sottratte alla pertinenza fluviale che, tornando inondabili, potrebbero accogliere enormi quantità di acqua per la ricarica delle falde".

fonte: lanuovaecologia

 

L’USO DI PESTICIDI DIMINUISCE, MA AUMENTA IL LORO IMPATTO SUGLI INSETTI IMPOLLINATORI.

Nonostante negli ultimi 10 sia diminuito l'uso dei pesticidi, da uno studio pubblicato sulla rivista Science, che ha confrontato l’uso e i dati sulla tossicità di 380 pesticidi utilizzati negli Stati Uniti dal 1992 al 2016, emerge l'aumento della loro tossicità sugli insetti impollinatori e sull'ambiente, che non sarebbe ridotto neanche dall’introduzione di colture OGM.

Ralf Schulz, dell’Università di Coblenza e Landau in Germania: "I composti che sono particolarmente tossici per i vertebrati sono stati sostituiti da composti con una minore tossicità per i vertebrati e questo è davvero un successo...Ma allo stesso tempo, i pesticidi sono diventati più specifici e quindi, purtroppo, anche più tossici per gli "organismi non bersaglio", come gli impollinatori e gli invertebrati acquatici".

Inoltre, secondo Schultz, "le colture geneticamente modificate sono state introdotte sostenendo che avrebbero ridotto la dipendenza dell’agricoltura dai pesticidi chimici. Questo ovviamente non è vero se guardi ai livelli di tossicità".

Ricordiamo che già l'anno scorso la Corte dei conti europea contestava a Bruxelles l'inefficacia delle diverse iniziative a tutela degli impollinatori (attualmente l’impollinazione risulta una delle attività più degradate negli ecosistemi europei); secondo la Corte, il sistema comunitario ha a consentito agli Stati membri di continuare ad utilizzare pesticidi tossici, in particolare per le api (sono stati autorizzati composti neonicotinoidi come imidacloprid, tiametoxam e clothianidin).

fonte: rinnovabili