A CURA DI

AVV. ANTONELLA ROBERTI

NEWS DI DICEMBRE 2020

 

NEWS SULL'AMBIENTE DALL'UE

A cura di Federica De Rose, Redazione Foroeuropa

 

Innalzamento dei mari: nel 2100 lo scenario presentato da un team di ricercatori inglesi  appare "catastrofico".

Per quanto riguarda l'innalzamento dei livelli medi delle acque del pianeta, l’Ipcc (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell'Onu) prevede un aumento di un metro entro il 2100; tuttavia, secondo uno studio di un team di ricercatori dell'Imperial College di Londra, le stime attuali sono sbagliate per difetto e definiscono lo scenario futuro "catastrofico".

Il team ricorda che l'innalzamento delle acque di mari e oceani è legato principalmente a due fenomeni: l'espansione delle molecole dell'acqua, causato direttamente dall'aumento della temperatura e l'afflusso di acqua proveniente dallo scioglimento dei ghiacci perenni.

Martin Siegert, uno degli autori dello studio dell'Imperial College: "Attualmente centinaia di milioni di persone abitano in regioni costiere suscettibili agli allagamenti, e la frequenza di questi fenomeni diverrà sempre maggiore con l'innalzamento delle acque dei mari ... L'innalzamento che abbiamo sperimentato fino ad oggi è stato in qualche modo mitigato utilizzando barriere frangiflutti e simili accorgimenti, ma siamo impotenti di fronte a ulteriori aumenti del livello delle acque che renderebbero inutili le misure di sicurezza esistenti, Se non faremo di più per contenere il riscaldamento globale, arriveremo presto ad un punto di non ritorno, dove non sarà più possibile proteggere la vita delle persone". 

fonte: repubblica.it/green

 

In Austria sorgerà la più grande acciaieria a idrogeno al mondo, quindi a emissioni zero.

Il progetto è di Mitsubishi Heavy e l’impianto, una volta ultimato, sarà operato dall’azienda siderurgica austriaca Voestalpine.

Lo stabilimento contribuirà decisamente a decarbonizzare il settore dell’industria siderurgica, che a livello globale ha prodotto più di 2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica nel 2018; in particolare l’idrogeno verrà impiegato per alimentare il processo di riduzione dei minerali ad alto contenuto, la fase in cui normalmente si produce  il volume maggiore di emissioni.

Il processo DRI (Direct Reduced Iron), utlizzato dalla Mistubishi Heavy, appare più conveniente in termini economici rispetto ai processi impiegati negli altoforni tradizionali; tuttavia la produzione di acciaio risulta più bassa, ed ha un costo ancora troppo elevato.

A tal proposito secondo il Ministero dell’Economia giapponese il costo dell’idrogeno dovrebbe scendere dagli attuali 0,97 dollari al m3 ad almeno 0,29 $/m3.

fonte: rinnovabili

 

In arrivo le nuove direttive Ue sull’economia circolare che cambiano i criteri di assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani.

Dalla presentazione del Rapporto Ispra rifiuti urbani – edizione 2020, è emerso che nel nostro Paese, a causa della pandemia, da febbraio a novembre la produzione di rifiuti urbani è diminuita del 10%; tuttavia dal 2021, con i diversi criteri di assimilazione che hanno introdotto la categoria dei “rifiuti urbani prodotti dalle imprese”,  EcoCamere stima che ci saranno 1,3 milioni di tonnellate di “nuovi” rifiuti urbani da gestire.

Paola Ficco sulle pagine del Sole 24 Ore: "Scatta il 1° gennaio 2021 la nuova categoria di rifiuti urbani rappresentata dai “rifiuti indifferenziati e da raccolta differenziata provenienti da altre fonti”, diverse da quella domestica, che sono simili per natura e composizione ai rifiuti domestici indicati nell’allegato L-quater prodotti dalle attività riportate nell’allegato L-quinquies, alla parte IV del Codice ambientale (Dlgs 152/06)".

E' in arrivo il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti, previsto dal recepimento delle direttive Ue sull’economia circolare, che prevede nuovi impianti finanziati anche grazie alla Next Generation Eu.

Sembra però mancare una politica industriale ad hoc, che individui chiaramente quali e quanti impianti servono e dove localizzarli.

fonte: greenreport.

 

Cambiamento climatico: scoperte dal Cnr nuove piante per mitigare il cambiamento climatico.

Nel passato si studiava soprattutto il modo per  migliorare le caratteristiche produttive e tecnologiche delle piante; oggi ricercatori  come quelli dell’Istituto per la bioeconomia del Cnr, cercano di "selezionare e creare nuove piante che possano contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico cercando di aumentare allo stesso tempo le potenzialità produttive delle varietà attualmente coltivate"; hanno infatti  analizzato " come l’avvento di una nuova generazione di piante a basso contenuto di Clorofilla potrebbe essere un'arma in più nella lotta al cambiamento climatico, riducendo a parità di produzione l’assorbimento di radiazione solare."

Uno dei ricercatori, Lorenzo Genesio: "Una strategia utile a controbilanciare una parte del crescente "effetto serra" è quella di aumentare la frazione della luce solare che viene riflessa dalla superficie terrestre che, tornando indietro verso lo spazio, non contribuisce al suo riscaldamento e questo potrà essere fatto anche coltivando nuove piante con bassi contenuti di clorofilla; piante più "pallide" che riflettono molta più radiazione solare".

Un altro dei ricercatori, Franco Miglietta:“In sintesi coltivare varietà di piante più pallide (di grano, orzo, mais, soia) equivale a ridurre le emissioni di gas climalteranti, con un effetto di riduzione delle temperature a scala locale nelle zone più densamente popolate".

fonte: alternativasostenibile

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Sistemi alimentari: nel 2021 le Nazioni Unite convocheranno il Food Systems Summit.

I sistemi alimentari sono sempre più a rischio anche a causa del cambiamento climatico e di tecniche non sostenibili, che spesso hanno determinato la  perdita di biodiversità e la diffusione di nuove malattie infettive.

L'attuale pandemia ha prodotto ulteriori problemi e un numero che varia da 83 a 132 milioni di persone potrebbe essere ridotta in condizioni di povertà estrema e quindi alla fame.

Questa situazione vede la necessità di una trasformazione dei sistemi alimentari, l'attuazione di trasformazioni concrete nelle istituzioni, nelle infrastrutture, nelle normative, nei mercati e nelle risorse che dovranno essere più eque e sostenibili. Il lavoro degli agricoltori dovrà essere più tutelato e ci dovrà essere maggiore informazione riguardo al cibo e i consumatori dovranno essere maggiormente guidati all'acquisto consapevole e sostenibile.

Per raggiungere dunque i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) contenuti nell’Agenda 2030 nel 2021 le Nazioni Unite convocheranno il Food Systems Summit.

fonte: rinnovabili

 

Ghiacciai alpini a rischio: si sono ridotti del 60% negli ultimi 150 anni.

Secondo l'ultimo rapporto di Legambiente e del Comitato glaciologico italiano "Carovana dei ghiacciai", presentato nel corso di un evento on-line in occasione della Giornata internazionale della montagna, la condizione dei ghiacciai alpini è disastrosa, soprattutto quella delle Alpi orientali e in particolare del ghiacciaio della Marmolada, che in base agli ultimi dati potrebbe scomparire nell’arco di 15-20 anni;  in generale la superficie di ghiaccio dell’arco alpino sembra  si sia ridotta del 60% negli ultimi 150 anni.

Per affrontare adeguatamente i danni causati alle montagne dai cambiamenti climatici arrivano dunque 12 proposte da Legambiente, che chiede al governo l’approvazione urgente del Piano di adattamento ai cambiamenti climatici.

Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente: "Abbiamo voluto evidenziare in maniera concreta e tangibile gli effetti che il riscaldamento climatico sta già avendo anche sul nostro Paese e sui ghiacciai, per questo occorre agire adesso e al più presto, senza perdere altro tempo, se non vogliamo che il riscaldamento climatico produca effetti devastanti e irreversibili sui territori alpini. Un appello che rilanciamo nuovamente al Governo a pochi giorni dal quinto anniversario dalla firma degli Accordi di Parigi".

fonte: rinnovabili

 

Pesca in Europa: l'Ue potrebbe decidere la riduzione del 15% per le giornate di pesca nel Mediterraneo occidentale.

In vista della possibile riduzione da parte dell'Ue del 15 % delle giornate di pesca nel Mediterraneo occidentale, si è subito palesata la preoccupazione da parte di PescAgri, associazione di categoria legata a CIA Agricoltori Italiani, che chiede alle istituzioni italiane di bloccare la decisione, utilizzando il diritto di veto.

Antonino Algozino, presidente di PescAgri, pensa che si "metterebbero seriamente a rischio migliaia di imbarcazioni dei nostri pescatori, che non riuscirebbero a raggiungere la sostenibilità economica, necessaria a proseguire l’attività".

La Ministra Teresa Bellanova è intervenuta nel recente Consiglio dei Ministri, chiedendo che la riduzione sia solo del 10%, mantenendo l'attuale livello anche per il 2021.

fonte: agricolturaoggi