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NEWS DI NOVEMBRE 2018

 

NEWS SULL'AMBIENTE DALL'UE

A cura di Federica De Rose, Redazione Foroeuropa

 

AUMENTA IL RISCALDAMENTO GLOBALE E AUMENTANO I RISCHI PER LA SALUTE DEGLI EUROPEI.

Secondo il rapporto Lancet Countdown 2018 “gli impatti sulla salute a cui stiamo assistendo oggi sono avvertimenti precoci dei pericoli che ci attendono se le temperature globali continueranno a salire”; aumenteranno i decessi e le malattie cardiache e renali e la popolazione dell'Europa e del Mediterraneo sono già più vulnerabili di quelle dell’Africa e dell’Asia sud-orientale. (Dal 2000 al 2017 il numero di persone esposte a ondate di calore è cresciuto di 157 milioni.)

Howard Frumkin, specialista in salute e clima presso il Wellcome Trust: "Il climate change ha un impatto diretto sulla nostra salute attraverso il caldo estremo, come ad esempio, incendi, colture danneggiate, malattie infettive e vite perse”.

fonte: rinnovabili.it

 

I PARCHI ITALIANI HANNO OTTENUTO IL MAGGIOR NUMERO DI RICONOSCIMENTI, TRA CUI LA CARTA EUROPEA PER IL TURISMO SOSTENIBILE (CETS).

Presso il Parlamento Europeo in occasione del Bruxelles Award 2018 assegnato da Europarc Federation, ben 9 aree protette italiane hanno ottenuto o gli è stata confermata la Carta Europea per il Turismo Sostenibile (CETS), certificazione nata con lo scopo di favorire il miglioramento della gestione delle aree protette e di tutelare il patrimonio naturale, anche promuovendo il turismo sostenibile e sostenendo le popolazioni locali, le imprese e gli stessi  visitatori.

Enzo Lavarra, componente del board di Europarc Federation e presidente del Parco Dune Costiere: “È premiato il ruolo di battistrada dei parchi che con la loro esperienza di successo collocano, oltre il loro perimetro, il turismo sostenibile come scelta del turismo italiano tout court. E per questo siamo incoraggiati a raggiungere il traguardo più ambizioso della fase tre della Cets per inserire i pacchetti delle nostre imprese nei circuiti internazionali dei tout operators e delle piattaforme digitali”.

fonte:rinnovabili.it

 

DICEMBRE 2018: LA COP24 SARÀ IN POLONIA (KATOWICE) E LE ASPETTATIVE SONO TANTE...

In Europa sono numerosi i movimenti ambientalisti che hanno rivolto appelli  alle Nazioni Unite, ed ora si sono aggiunte anche le organizzazioni europee del Commercio Equo e Solidale (Fairtrade International - Organizzazione internazionale di commercio equo), che si propongono di garantire migliori condizioni di vita e di lavoro per i produttori agricoli dei paesi in via di sviluppo.

WFTO (Organizzazione Mondiale del Commercio Equo e Solidale) e Fair Trade advocacy Office, si battono affinchè, attraverso maggiori regole vincolanti anche sul Commercio e con pratiche commerciali più eque per chi produce di tutta Europa, si otterrà in futuro una maggiore "giustizia climatica" nelle negoziazioni della COP 24 .

Attualmente, nonostante siano più di 500 milioni le piccole aziende agricole che forniscono oltre l'80% del cibo consumato nel sud del mondo, ad oggi sono i gruppi più colpiti dagli effetti devastanti dei cambiamenti climatici, e, tra l'altro piuttosto ignorate nell'ambito dei negoziati sul cambiamento climatico.

Lannette Chiti, Senior Climate Change Advisor, Fairtrade International:

"I piccoli agricoltori sono in prima linea nella lotta cambiamenti climatici. Contribuiscono alla sicurezza alimentare globale e alle loro economie nazionali, ma sono tra i più vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici. C'è quindi un bisogno urgente di azioni su vasta scala per sostenere questi agricoltori nell’ affrontare le sfide dei cambiamenti climatici".

Erinch Sahan, direttore di WFTO - Organizzazione mondiale del Commercio Equo e Solidale:

"I più poveri sono i più colpiti dal cambiamento climatico, un problema che non hanno causato. Ora soffrono a causa di raccolti a rischio, carenza d'acqua e disastri naturali. Come organizzazione di imprese che lavora per supportare questi produttori, WFTO chiede ai leader mondiali di adottare azioni audaci e coraggiose sul clima. Noi, come movimento di oltre 300 imprese in 70 paesi, rimaniamo fermamente impegnati nelle nostre comunità e invitiamo leader mondiali ad unirsi a noi".

Giovanni Paganuzzi presidente di Equo Garantito:

"Non possiamo continuare a far pagare i più poveri. Lavoriamo ogni giorno perché i nostri produttori siano in grado di affrontare le sfide poste dal mercato ma soprattutto dal clima, ma serve un impegno internazionale a supporto delle politiche per il clima".

fonte: alternativasostenibile.it

 

L'ITALIA E LA COP24: ESISTE LA COALIZIONE CLIMA ITALIANA E IL MINISTRO DELL'AMBIENTE GIÀ L'HA INCONTRATA.

In occasione dell' l’incontro tra la Coalizione Clima italiana e il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, la Coalizione, tra le altre, ha espresso la richiesta  di accelerare il passo verso l’azzeramento delle emissioni gas serra, per non fallire l’obiettivo che la Comunità Internazionale si è posta a Parigi nella COP 21; secondo la Coalizione, la transizione (che oggi definiscono lente e poco attuale) “deve avvenire nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori, e che deve trovare la sua road map nell’imminente Piano Nazionale Energia e Clima, che il Governo è chiamato a presentare entro fine anno, garantendo una giusta transizione e percorsi democratici di partecipazione”.

Il Ministro Sergio Costa ha risposto: “Sarà, bisogna ricordarlo per non illudere e restare ancorati alla realtà,comunque un processo negoziale, dove in molti punteranno al ribasso sugli obiettivi. Da parte nostra faremo però il possibile per arrivare a un documento finale quanto più vicino alle nostre posizioni virtuose”.

fonte:alternativasostenibile.it

 

LA “NEW ECONOMY” PREVEDE ANCHE ATTENZIONE ALLO SPRECO, MA NON SOLO QUELLO ALIMENTARE: ORA ALCUNE AZIENDE DEL NORD PENSANO A "SALVARE" I PARAFARMACI E I COSMETICI.

Anche nel settore farmaceutico gli operatori tendono, per motivi commerciali, a dismettere i prodotti altrimenti con scadenza inferiore a sei mesi, oppure con confezione danneggiata o a fine stock; oggi un'azienda padovana, nella logica del Last Minute Market, ha avuto l'idea di "salvare" dal macero tali manufatti, mettendoli in vendita on line con un forte sconto;

Alberto Monico – veterano del settore Salute: "Tutti i prodotti presenti e commercializzati attraverso il nostro sito provengono da fornitori ufficiali e sono immagazzinati e conservati secondo le normative vigenti: sono perfettamente integri dal punto di vista delle proprietà chimico-fisiche e sono garantiti fino alla loro naturale scadenza, se correttamente conservati anche dall’utilizzatore finale".

Ad oggi il  portale e-commerce nato a maggio 2018, conta 18.500 utenti unici al mese, circa 600 al giorno, con l’obiettivo di toccare un fatturato di circa 1,5 milioni di euro, entro fine 2019.

A chi gli chiedeva se il consumatore fosse guidato più da un fattore ambientale o solo dalla convenienza economica, Giuliano Filippi, esperto aziendale di marketing: “Stiamo cercando di capire il fenomeno fin da quando siamo partiti. Siamo convinti che valgano entrambe le filosofie, c’è chi guarda più lo sconto e chi l’aspetto ambientale ...Ma l’elemento vincente è comunque l’unione delle due tendenze: si risparmia e non si spreca, quindi vi è una gratificazione economica e di utilità sociale ed ambientale“.

fonte:greenews.info

 

CRISI IDRICA IN ITALIA: LA SOLUZIONE PUÒ ESSERE LA DISSALAZIONE DELL’ACQUA MARINA.

Ormai è noto il problema della siccità che, a causa dei cambiamenti climatici, colpisce da qualche anno anche il nostro Paese e da qualche tempo esperti del settore stanno valutando la possibilità concreta di ricavare acqua potabile dissalando l'acqua marina, ma sono evidenti i problemi legati alla mancanza di una normativa specifica sul funzionamento degli impianti e in particolare sullo scarico della salamoia direttamente in mare, che causa danni all’ecosistema.

Il tema dissalazione è stato affrontato in occasione del convegno “L’emergenza idrica e la dissalazione dell’acqua marina: impatti e normativa” organizzato da Marevivo, Associazione Nazionale Comuni Isole Minori (ANCIM) e Idroambiente Srl; sulla questione della normativa,  il moderatore dell’incontro, Avv. Antonio Cavallo: " Nel D.Lgs. 152/2006, che regola la materia degli scarichi, non è presente alcuna norma specifica sul tema, non vi è obbligo di procedere a valutazione di impatto ambientale degli impianti dissalatori, manca l’indicazione dell’analisi rapporto costi-benefici e non vi è un espresso divieto di scaricare in mare i prodotti chimici derivanti dai processi di dissalazione".

Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo: "Abbiamo organizzato questo incontro proprio per avviare un confronto e come associazione abbiamo proposto di riunire le istituzioni, gli esperti del settore e le associazioni in un tavolo per trovare soluzioni concrete. C’è ancora molto da fare sul campo scientifico per studiare i danni che tali impianti hanno sull’ecosistema marino. I dati sono ancora limitati. A questo si aggiunge anche la carenza normativa che deve essere necessariamente colmata affinché la dissalazione possa essere nostra alleata senza impatto sulla biodiversità marina."

fonte:greenews.info

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L'ITALIA ED ALTRI 9 PAESI UE CHIEDONO ALLA COMMISSIONE UE: "ZERO EMISSIONI ENTRO IL  2050."

Basandosi sul report dell’IPCC, (il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico), in cui si è cercato un sistema per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5° C di aumento, i ministri di Energia e Ambiente di Danimarca, Finlandia, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia hanno inviato una missiva alla Commissione Ue, chiedendo di " impostare un chiaro percorso verso le zero emissioni di gas serra nette nell’UE entro il 2050".

Da qui a poco la Commissione europea presenterà un documento in cui, in forma provvisoria, saranno evidenziate otto diverse opzioni per indurre definitivamente gli Stati ad aderire agli obiettivi dell’Accordo di Parigi; nonostante dimostri buona volontà, ultimamente da Bruxelles sono stati presi provvedimenti piuttosto blandi, in particolare sulla direttiva sulle emissioni e su quella sulle energie rinnovabili.

La causa è da rilevare sopratutto nelle pressioni degli Stati membri più restii ad obiettivi energetico-climatici ambiziosi, come la Polonia, che continua a opporsi a fissare target graduali dal 2030 al 2050.

fonte:rinnovabili.it

 

GESTIONE RIFIUTI: LA QUERELLE SUGLI INCENERITORI CONTINUA....

"Gli inceneritori sono impianti utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti mediante un processo di combustione ad alta temperatura che dà come prodotti finali un effluente gassoso composto da diossine, particolato ultrafine, ceneri, polveri ed altro..."

Il Movimento 5 Stelle (appoggiato dal Ministro dell'Ambiente Costa) definisce "vintage" gli inceneritori e quindi destinati all'estinzione, mentre la Lega vorrebbe installare un inceneritore in ogni provincia della Campania.

Costa: “Fortunatamente e per capacità dell’Italia la differenziata sta crescendo tanto” ... Riduzione, riuso, recupero, riciclo sono le quattro R che devono diventare un mantra per tutti. I rifiuti possono essere una risorsa: per l’ambiente e per l’economia. Quando arriva l’inceneritore, o termovalorizzatore, il ciclo dei rifiuti è fallito. Chi non è in sintonia con queste direttrici vive in un’epoca passata”.

Fontana, presidente della Regione Lombardia:. “Anche per gran parte d’Europa non creano alcun tipo di inquinamento, anzi forniscono acqua calda, quasi una forma di energia circolare. Sui nostri inceneritori viene fatta una quantità immane di controlli perciò posso dire che non inquinano”.

fonte: rinnovabili.it

 

OTTO ORGANISMI INTERNAZIONALI SI SCHIERANO PER PROTEGGERE LE BARRIERE CORALLINE.

UNEP, International Coral Reef Initiative, World Wildlife Fund, Nature Conservancy, Wildlife Conservation Society, Vulcan Inc., Ocean Agency e il segretariato della UN Convention on Biological Diversity (CBD), dopo la Conferenza sulla Biodiversità in Egitto, a Sharm El Sheikh, sono pronti a schierarsi per la protezione delle barriere coralline; il capo dell’UNEP, Erik Solheim: "Al momento queste esplosioni sottomarine di colore e vita affrontano un futuro estremamente cupo ed è chiaro a chiunque metta la testa sott’acqua quanto il loro destino sia in bilico".

L'alleanza creata a Sharm El Sheikh,  è fermamente decisa a far diventare priorità globale la protezione delle barriere coralline; le minacce rilevate dagli studiosi sono rappresentate sopratutto dai cambiamenti climatici: l’ultimo rapporto IPCC sottolinea che, purtroppo, anche se riuscissimo a stabilizzare le temperature globali a 1,5 °C rispetto ai livelli pre-industriali, il 70-90% delle barriere coralline andrebbe comunque perso entro la metà di questo secolo.

Altre minacce sono rappresentate dalla pesca eccessiva, dall’inquinamento e dallo sviluppo costiero.

fonte:rinnovabili.it

 

SCIENZA E MUSICA INSIEME PER CONOSCERE LO STATO DI SALUTE DEGLI ALBERI.

La Foresta di Piegaro (Umbria) è stata oggetto di studio da parte del progetto TRACE - Tree monitoring to support climate adaptation and mitigation through Pefc certification (a cui hanno partecipato anche Cina, Russia, Spagna ), che permette di conoscere lo stato di salute dei boschi controllando gli effetti nocivi  dovuti al cambiamento climatico.

Il Bosco è stato diviso in 3 differenti aree: forestale a conifere, a latifoglie, mentre il terzo gruppo di alberi si trova nell’impianto di arboricoltura da legno; "ogni pianta ha sul tronco un dispositivo con dei sensori che trasmette informazioni" su: capacità di assorbire acqua, crescita del diametro, qualità e colore del fogliame.

Basandosi inoltre su studi che rivelano come le piante "cantino", i proprietari della Foresta hanno concesso al Sound Artist Federico Ortica di eseguire la performance “ResonaTrees”; l’artista è riuscito a catturare il suono della pianta attraverso dei trasduttori applicati sul tronco e sui rami; ha creato una "touch experience" utilizzando gli alberi come generatori di onde acustiche , diffondendo e creando fasce sonore nello spazio.

fonte:alternativasostenibile.it

 

I PESCATORI DI MONOPOLI AL SERVIZIO DEL WWF PER SALVARE GLI SQUALI E ALTRE SPECIE PROTETTE DEL MEDITERRANEO.

Il WWF ha lanciato il progetto " SafeSharks", che crea una stretta collaborazione tra pescatori, retailers, ricercatori, ambientalisti e Guardia costiera; in Puglia sembra si siano ottenuti i risultati migliori.

I pescatori di Monopoli, dediti in particolare alla pesca del pesce spada, hanno riconosciuto infatti  che catturare uno squalo fa un danno al mare e loro stessi , in quanto le specie commerciabili di squali sono poco remunerative, spesso catturarli  può perfino danneggiare gli attrezzi, per non parlare delle  pesanti sanzioni per la cattura delle specie protette.

Inoltre, attraverso la marcatura, i pescatori aiutano a raccogliere dati sulla sopravvivenza degli esemplari una volta liberati; attualmente programmi di monitoraggio in Italia e in Mediterraneo che forniscano informazioni dettagliate sulle specie e il numero di individui di squali presenti sono scarsi.

L'Italia è uno dei maggiori mercati al mondo per il consumo di carne di squalo e uno dei principali paesi al mondo per il volume di carne di squalo importata;

"...nel 2015 sono state pescate circa 14,065 tonnellate di squali e razze in Mediterraneo; il 10-15% dei pesci catturati dai palangari (attrezzi destinati alla pesca del pesce spada e del tonno), sono  squali pelagici. Delle 86 specie mediterranee, quelle attualmente protette sono 25 e devono essere rilasciate illese e vive; spesso gli squali e le razze pescati accidentalmente, comprese le specie protette, vengono introdotti sul mercato, volontariamente o involontariamente, etichettati in modo scorretto e/o venduti illegalmente".

fonte: alternativasostenibile.it

 

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A CHE PUNTO È L'ECONOMIA VERDE MONDIALE?

Ecco i dati emersi dall'ultima giornata degli Stati Generali della Green economy, in corso a Ecomondo 2018: nel 2017 si è verificato un aumento in tutto il pianeta delle emissioni di carbonio dalla combustione di fossili per fini energetici dell’1,5%; Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile:  “Questo aumento delle emissioni di carbonio dopo tre anni di stabilità o diminuzione , lancia un segnale preoccupante, soprattutto rende sempre più stretta la finestra per tener fede all’ accordo di Parigi che ha disegnato la traccia dell’impegno necessario per tutto il ventunesimo secolo”. 

Si aggiungono a questa triste realtà anche la riduzione della biodiversità, l'aumento di eventi meteorologici estremi,violenti e frequenti e il conseguente aumento dei migranti climatici.

Tuttavia  non tutti i dati del biennio 2017-2018 risultano negativi: hanno sempre più rilievo la tecnologia e l'innovazione sostenibile; inoltre  le energie rinnovabili hanno costi sempre più accessibili e sicuramente sono in crescita.

"Gli investimenti su base annua nella generazione di energia da fonti rinnovabili hanno superato quelli nei combustibili fossili; al 2017 800 soggetti istituzionali e privati risalutavano aver disinvestito dai fossili 6.000 miliardi di dollari."

fonte: rinnovabili.it

 

CREAZIONE DELLA RISERVA MARINA NEL MARE DI WEDDELL: LA COMMISSIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLE RISORSE MARINE VIVENTI IN ANTARTICO (CCAMLR) NON HA RAGGIUNTO L’OBIETTIVO.

Non à stata raggiunta l’unanimità  per l’approvazione del piano che avrebbe trasformato un enorme tratto incontaminato dell’Oceano Antartico nel più grande santuario marino del mondo; i membri della Commissione per la conservazione delle risorse marine viventi in Antartico (CCAMLR) non hanno raggiunto un accordo, anche a causa dell'opposizione di Russia, Cina e Norvegia.

Con una grandezza di 1,8 milioni di chilometri quadrati, la riserva secondo gli esperti, avrebbe rappresentato un simbolo per la salvaguardia delle specie, ma anche per la lotta al cambiamento climatico, considerando le enormi quantità di anidride carbonica assorbite dai mari intorno all'Antartico.

La CCAMLR ha svelato le innumerevoli  discussioni avute intorno ai piani per nuovi santuari oceanici, ma pare che i membri continueranno a lavorare sulle proposte di istituire santuari in Antartico e comunque il tutto è rimandato all'anno prossimo...

fonte: rinnovabili.it

 

“CARBON CORRECTION FACTOR” PER I CAMION E GLI AUTOBUS: I PRO E I CONTRO 

Il “Carbon Correction Factor” o CCF è un sistema per modificare il conteggio finale della CO2, in particolare di quella emessa da veicoli come camion o autobus;

Tale sistema è stato oggetto di discussione da parte del Parlamento Europeo e del  Consiglio dell’UE, che si preparano a definire le rispettive posizioni in merito e a chiudere definitivamente il testo del provvedimento.

Nella proposta inviata alle istituzioni UE dall’Associazione europea del biogas (EBA), EUROGAS, Gas Infrastructure Europe (GIE) e Natural & bio Gas Vehicle Association (NGVA Europe) "il fattore di correzione è ritenuto “una via pragmatica e trasparente verso un approccio "well–to–whell” (letteralmente “dal pozzo alla ruota”), inteso come criterio per rendere confrontabili tra loro diverse tecnologie propulsive e carburanti, sia dal punto di vista dell’efficienza del mezzo di trasporto, sia del rendimento della tecnologia e del vettore energetico."

Dall'altra parte gli ambientalisti e i Verdi in genere sono preoccupati degli interessi che aleggiano sulla norma finale; Cristina Mestre di Transport & Environment (T & E) in un editoriale su Euractiv.com: "ci preoccupa  la pressione esercitata da alcune lobby industriali per l’introduzione di un “fattore di correzione del carbonio...___... se un camion è venduto o immatricolato in uno Stato membro con un’alta percentuale di combustibili rinnovabili avanzati, venga applicato un CCF che fornisca una migliore prestazione per la CO2 di quel veicolo”.

fonte: rinnovabili

 

L'ITALIA DELLO SPRECO ALIMENTARE: NOVE ITALIANI SU DIECI SI SENTONO IN COLPA.

Secondo i dati del progetto "Reduce" (nell'ambito della campagna Spreco Zero di Last Minute Market) promosso dal Distal (Dipartimento Scienze e Tecnologie Agroalimentari)  dell'Università di Bologna con l'Università della Tuscia e il ministero dell'Ambiente,  che  ha esaminato, tra gli altri,  anche i dati reali dello spreco domestico del cibo in Italia, 36 kg di alimenti pro capite sono sprecati ogni anno. Sul piano della distribuzione, grava per 9,5 kg/anno ad ogni mq di superficie di vendita negli ipermercati e per 18,8 kg/anno ad ogni mq nei supermercati; significa che ogni consumatore italiano produce uno spreco di 2,89 kg/anno pro capite, vale a dire 55,6 gr a settimana e 7,9 gr al giorno solo sul piano distributivo. 

Dopo 20 anni dalla nascita di Last Minute Market arriva tuttavia un quadro inaspettato del nostro Paese: nove italiani su 10 si rammaricano (91%) e ammettono i loro sensi di colpa (92%) per il cibo gettato. Oggi gli italiani  fanno attenzione alla lista della spesa la spesa (96%) e hanno imparato a  congelare il cibo cucinato in eccesso (92%).

fonte:repubblica.it

 

SECONDO IL LIVING PLANET REPORT SONO DIMINUITE DEL 60% LE POPOLAZIONI DEI VERTEBRATI. LA BIODIVERSITÀ E A RISCHIO.

Il report del WWF si è avvalso del Living Planet Index, un indicatore dello stato della biodiversità globale, con cui  si è analizzato il trend degli animali vertebrati (oltre 4.000 specie di mammiferi, uccelli, pesci, rettili e anfibi) in tutto il mondo, scoprendo che dal 1970 al 2014 la dimensione delle popolazioni di vertebrati ha subito un crollo di più della metà in meno di 50 anni (declino del 60% a livello globale). Sono  oltre  8.500 le specie a rischio di estinzione, e la causa si riscontra nel sovrasfruttamento e nelle modifiche degli ambienti naturali dovuti  all’agricoltura, ma anche ai cambiamenti climatici, all’inquinamento, alle specie invasive, alle dighe e alle miniere. Oggi meno del 25% della superficie terrestre è ancora in situazioni naturali e si stima che questa percentuale si abbasserà al 10% al 2050. Questa situazione minaccia  il benessere di circa 3,2 miliardi di persone. Non è da sottovalutare inoltre la diminuzione dell’87% dell’estensione delle zone umide e la perdita delle foreste e conseguentemente la diminuzione delle specie, il peggioramento della qualità degli habitat e del funzionamento degli ecosistemi.

fonte: rinnovabili.it

 

SE LE TEMPERATURE CONTINUANO AD AUMENTARE  L'ITALIA E IL MEDITERRANEO DIVENTERANNO IRRICONOSCIBILI.

Il rapporto speciale dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) conferma la necessità di contenere l’aumento delle temperature sotto 1,5°C; prepariamoci dunque a ridurre drasticamente l’uso di carbone, petrolio e gas.

Secondo uno studio pubblicato da Science nel 2016, un aumento delle temperature superiore ad 1,5°C renderebbe l’intera regione mediterranea irriconoscibile; i raccolti sarebbero annullati dalla siccità o delle forti piogge e aumenterebbero i conflitti sull’uso delle risorse idriche. Inoltre aumenterebbe il livello dei mari, mettendo a rischio spiagge, centri urbani, porti. 

Entro il 2020 i governi nazionali dovranno proporre progetti significativi ed efficaci alla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (UNFCCC) per  arrestare l’aumento delle temperature.

Per fare qualcosa di concreto: le fonti rinnovabili dovranno fornire il 70-85% dell’energia entro il 2050; le emissioni da attività industriali dovranno essere il 70-95% in meno rispetto al 2010; il carbone e altri combustibili fossili dovranno progressivamente scomparire, le emissioni dimezzarsi entro il 2030. 

fonte: greensociety.it