A CURA DI

AVV. ANTONELLA ROBERTI

NEWS GENNAIO 2017

 

NEWS DALL’UE

A cura di Caterina Aloi, Redazione Foroeuropa

 

TAJANI ELETTO PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO 

Nel ballottaggio tutto italiano, il 18 gennaio 2017 con 351 voti contro i 282 del candidato del Partito socialista europeo Pittella, viene eletto Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani del Partito popolare europeo. Passaggio di consegne con il Presidente uscente Martin Schulz. Con Tajani l’Italia torna a capo dell’Europarlamento dopo 38 anni, l’ultimo era stato il democristiano Emilio Colombo eletto nel 1977.

Fonte: Ansa

 

 

PARLAMENTO EUROPEO, RISPETTARE I DIRITTI DI TUTTI I LAVORATORI 

Il 19 gennaio 2017 è stata approvata dal Parlamento europeo una risoluzione non legislativa sul Pilastro europeo dei diritti sociali (Epsr) (con 396 voti a favore, 180 contrari e 68 astensioni) indirizzata alla Commissione europea per garantire a tutti i lavoratori i propri diritti, qualunque sia la forma di occupazione o di contratto comprese le nuove forme di occupazione su richiesta o il lavoro mediante piattaforme digitali. Si sollecitano gli Stati membri a far rispettare le norme del lavoro in modo più efficace per poter affrontare il lavoro sommerso, proponendo di introdurre una carta di sicurezza sociale europea che dovrebbe contribuire a garantire la protezione sociale equa per i lavoratori tenendo traccia dei loro contributi accumulati in conti personali. I deputati inoltre, richiedono garanzie minime per la formazione e condizioni di lavoro dignitose con una retribuzione adeguata per il lavoro di stagisti, tirocinanti ed apprendisti con il divieto di contratti a zero ore.

Fonte: Ansa

 

 

ALFANO: A TRIESTE IL VERTICE 2017 DEI BALCANI OCCIDENTALI 

Il Ministro degli Esteri Alfano ha annunciato, nel corso dell’audizione alle Commissioni riunite Esteri di Camera e Senato, che il 12 luglio prossimo si svolgerà a Trieste il Vertice annuale dei Balcani Occidentali nell’ambito del processo di Berlino. L’obiettivo è quello di avvicinare i Paesi dei Balcani occidentali all’Unione Europea attraverso il sostegno di quattro Paesi dell’Unione quali la Germania, l’Austria, l’Italia e la Francia. Tra i temi centrali del summit di Trieste, annunciati negli scorsi mesi, figurano crescita, sicurezza e stato di diritto, il rafforzamento delle piccole e medie imprese per mezzo dell'arrivo di altri capitali e il potenziamento della collaborazione nella lotta alla corruzione. 

Fonte: Ansa 

  

 

MIGRANTI FRONTEX: MEZZO MILIONE DI ARRIVI NELL’UE NEL 2016

L’Agenzia Frontex ha messo in evidenza i dati sui migranti nel 2016 il cui numero complessivo è stato di 503.700. I dati evidenziano che gli arrivi in Grecia sono nettamente diminuiti del 79%, grazie all’accordo con la Turchia in vigore da marzo, raggiungendo la cifra di 182.500. Con l’aumento dei controlli alle frontiere diminuiscono gli arrivi anche sulla rotta balcanica dove si è passati dai 764.000 migranti del 2015 a 123.000. Unico aumento si segnala nella rotta centro mediterranea verso l’Italia.

Fonte: Ansa

  

 

MALTA ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO 

Dal 1 gennaio 2017 si è dato inizio alla Presidenza del Consiglio Europeo, per i prossimi sei mesi, a Malta, entrata nell’UE nel 2004. Priorità annunciata da Malta sarà la questione dei migranti in particolare la riforma di Dublino e del sistema asilo europeo su cui ci sono grandi divisioni tra gli Stati membri, il mercato unico, l’inclusione sociale, politiche di vicinato e settore marittimo. Una prima difficoltà da affrontare sarà la questione Brexit poiché la Gran Bretagna notificherà a marzo la sua uscita dall’UE. A febbraio si terrà anche un nuovo vertice post-Bratislava per proseguire con la roadmap per ridisegnare il futuro dell’Europa a 27. Malta lascerà poi il testimone per la guida del Consiglio Europeo all’Estonia.

Fonte: Ansa

 

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NEWS DALL'UE SULL'AMBIENTE

A cura di Federica De Rose, Redazione Foroeuropa

 

Ue - Salute e qualità dell'aria: entra in vigore la nuova direttiva NEC con i limiti dal 2020 al 2030.

L'attenzione alla nostra salute e all'ambiente è stata ufficialmente sancita dalla National Emission Ceilings, la nuova direttiva sull’inquinamento atmosferico adottata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio nei mesi scorsi (Direttiva Europea UE 2016/2284 pubblicata sulla GU.U.E. del 17/12/2016) ed entrata in vigore il 31.12.2016. La cosiddetta “NEC” – completamento ideale del più ampio “Pacchetto sulla Qualità dell’Aria” – stabilisce i nuovi obiettivi strategici per il periodo fino al 2030. In verità molti sono stati in questi anni i progressi nell’ambito della qualità dell’aria e delle emissioni atmosferiche antropogeniche da parte dell'Ue; pensiamo alla Comunicazione della Commissione del 21 settembre 2005 – intitolata «Strategia tematica sull’inquinamento atmosferico» (STIA) – e la Direttiva 2001/81/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, che è stata fondamentale, fissando, a partire dal 2010, limiti massimi per le emissioni annue degli Stati membri di biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili non metanici (COVNM) e ammoniaca (NH3).

La nuova direttiva NEC prevede i limiti per ciascun inquinante, per gli anni dal 2020 al 2029. Dal 2030 in poi le percentuali di riduzione diventeranno progressivamente più alte.

Per ogni Stato membro, devono essere individuati livelli indicativi di emissione per il 2025, da stabilirsi sulla base di una “traiettoria lineare” verso i limiti di emissione applicabili a partire dal 2030. Gli Stati membri devono recepire la direttiva nel diritto nazionale entro il 30 giugno 2018 e, entro il 2019, sono tenuti a presentare un programma di controllo dell’inquinamento atmosferico nazionale con misure finalizzate a garantire che le emissioni dei cinque principali inquinanti siano ridotte delle percentuali concordate entro il 2020 e 2030.

da:greennews

 

 

Berlino, 16 gennaio

La storia continua...

Dieselgate:ancora problemi per la Fiat...accuse dalla Germania.

Non sono ancora placate le polemiche e soprattutto le accuse del ministro dei Trasporti tedesco Dobrindt nei confronti della Fiat, secondo il quale rea di usare un software illegale.

In verità viene dall’Epa, l’Agenzia per la protezione ambientale, la rivelazione che la  Fiat Chrysler avrebbe truccato i valori delle emissioni di ossidi di azoto in fase di test su oltre 100mila veicoli. L'atteggiamento un pò "pigro" nel chiarire come stanno realmente le cose in Europa da parte dell'azienda ha indotto la Germania a volere che la Commissione europea garantisca il "richiamo” di alcuni modelli.

In realtà se ci sono illeciti è si l'azienda privata a commetterli, ma le autorità nazionali sono responsabili dei controlli;  l’Ue non può fare un gran che e un portavoce della Commissione ha fatto sapere all’Italia che i tempi per rispondere alle accuse tedesche si stanno esaurendo; comunque le autorità europee possono rivalersi contro le istituzioni italiane, non contro la Fiat.

Fonte: rinnovabili

 

 

Sidney, 16 gennaio

E' partita la missione scientifica per salvare i ghiacci dell'Antartide: sarà impossibile?...

La missione durerà 51 giorni e condurrà il team guidato dalla dottoressa Leanne Armand dell’Università Macquarie di Sidney sulla costa Sabrina, dove il fondale marino non è mai stato mappato;  gli studiosi intendono studiare il fondale marino e ricostruire la storia del più grande ghiacciaio del Polo Sud a rischio, il Totten, dall’ultima era glaciale a oggi.

Il Totten  è molto importante perché funziona come un gigantesco “tappo”, trattenendo una massa di ghiaccio antartico delle dimensioni della California. In alcune zone, lo spessore della lastra raggiunge i 4 chilometri. Lo scioglimento del Totten potrebbe innalzare il livello del mare di 3.5 metri.

L’attrezzatura usata per la mappatura è stata presa in prestito dall’Istituto Nazionale di Oceanografia italiano.

da: rinnovabili

 

 

Italia, 13 gennaio

Riapre la centrale a carbone di Genova: il  WWf: "Gravissimo" -  Legambiente: "Sbagliato e pericoloso"...

Il WWF:"...Sei mesi fa, Enel aveva annunciato l’ultimo carico di carbone per la centrale di Genova, inserita tra le 23 centrali da dismettere e di fatto già in spegnimento. Oggi la centrale riapre su richiesta del Ministero per lo sviluppo economico su segnalazione di Terna, con la scusa del venir meno dell’energia nucleare francese. Una scusa che non regge, perché nel Nord Italia ci sono moltissime centrali a gas a ciclo combinato, più efficienti e meno impattanti dal punto di vista sanitario e ambientale". 

Legambiente Liguria:"...Il riavvio della centrale termoelettrica a carbone di Genova, ventilato da una sorta di “necessaria solidarietà energetica” verso la Francia, che ha ferme alcune delle proprie centrali nucleari e ha necessità di importare energia elettrica è sbagliato e pericoloso".

Sempre il WWF: "Nel 2015 l’impianto, pur con la sola unità da 155 MW, ha emesso ben 807.445 tonnellate di CO2 (dato ufficiale ETS). Ma quando erano in funzione anche le altre due unità, le emissioni arrivavano ad essere anche più che doppie. La richiesta del Ministero dello Sviluppo Economico prelude anche al finanziamento dell’attività della centrale di Enel attraverso meccanismi di capacity payment a carico dei consumatori tramite la bolletta, veri e propri sussidi ai combustibili fossili, in questo caso addirittura al peggiore dei combustibili fossili".

Per il WWF la centrale di Genova va chiusa: "Non un euro della bolletta degli italiani deve andare al carbone. Il Wwf chiede al governo italiano di mantenere e sostanziare l’impegno a uscire rapidamente dal carbone, primo passo per tener fede all’Accordo di Parigi sul clima e intraprendere la strada dello Sviluppo Sostenibile, non cedendo alle pressioni delle lobby italiane ed estere".

da: greenreport

 

 

Bruxelles, 12 gennaio

I potenti dell'agrochimica contro Bruxelles per "salvare" i neonicotinoidi.

I neonicotinoidi sono pesticidi utilizzati sopratutto nella concia delle sementi di mais, del cotone, del colza, della bietola e del girasole, trattamenti fogliari di molti fruttiferi e di piante ornamentali e trattamenti granulari al terreno.

Nel 2013 l’Agenzia Europea per la sicurezza alimentare (EFSA) aveva bandito tre di questi pesticidi: il thiamethoxam (prodotto da Syngenta), il clothianidin e l’imidacloprid (entrambi prodotti da Bayer); in più nel 2015 l’Agenzia Ue, dopo uno studio scientifico, aveva concluso: «sono stati identificati gravi rischi o non è stato possibile escluderli».

Oggi queste restrizioni sono soggette a revisione; attraverso uno studio condotto da HFFA Research GmbH ora Bayer e Syngenta intendono dimostrare a Bruxelles quanto il bando dei neonicotinoidi sarebbe già costato 900 milioni di euro, considerando raccolti perduti e minor resa per unità di terreno. Secondo lo studio, a causa delle perdite economiche l'Ue sarà costretta a compensare sfruttando a colza altri 533mila ettari di terra fuori dall’Europa, aumentando i costi, le emissioni di CO2 e l'utilizzo d'acqua.

La replica viene da una rete agguerrita di Ong (da Pesticide Action Network (PAN)), secondo cui la situazione non è così catastrofica visto che da 3 anni si riscontra una certa stabilità nei raccolti europei.

Non sono in pochi quindi coloro che non intendono farsi fuorviare dalla nuova strategia di Bayer e Syngenta, che ora non più punta a dimostrare che i neonicotinoidi non sono dannosi (i danni  a api e impollinatori  sono orami confermati da tutti...), ma tende a sensibilizzare le istituzioni Ue e quelle nazionali sulle eventuali forti perdite economiche.

da: rinnovabili

 

 

Reading, 12 gennaio

Emissioni nocive: non solo CO2, attenzione al metano...

Una ricerca condotta dall’Università di Reading rivela come le emissioni di metano causate dall’uomo sono il 25% in più di quanto abbia stimato il Panel internazionale sui cambiamenti climatici dell’Onu (IPCC) nel 2013. Oggi l'attenzione dei grandi è particolarmente concentrata sulle emissioni di CO2; i danni da metano generalmente sono ignorati, ma si è dimostrato che è il secondo fattore più importante di alterazione del clima. Il nuovo studio non fa che confermare l’urgenza di trovare soluzioni adeguate.

Il professor Keith Shine del Meteorology and Climate Science dell’università inglese dichiara: " La nostra ricerca ribadisce le basi scientifiche di un focus sulle emissioni di CO2, ma sottolinea anche che il metano non deve essere ignorato se vogliamo considerare tutte le opzioni per contrastare il riscaldamento globale".

Lo studio in sintesi è stato condotto non più calcolando l’effetto del metano in atmosfera (effetto serra), ma rilevando come il metano assorba energia dal sole e sembra che la maggior parte di questo assorbimento si localizzi negli strati inferiori dell’atmosfera, dove contribuisce al riscaldamento globale.

Già a dicembre una ricerca rivelava che i livelli di questo gas serra, dopo un periodo di pausa, hanno ripreso a salire intorno al 2007 per raggiungere poi un ulteriore picco tra 2014 e 2015. L’ammontare globale – comprendente sia le fonti fossili usate dall’industria, sia le fuoriuscite naturali del gas dalla crosta terrestre – è dal 60% al 110% maggiore, mentre la percentuale è del 20-60% se si considerano solo le fonti antropiche.

da: rinnovabili

 

 

12 gennaio

I nuovi investimenti mondiali nell’energia pulita sono calati del 18%, attestandosi a 287,5 miliardi di dollari.

Bloomberg New Energy Finance (Bnef) ha pubblicato questi dati:  escluse le grandi centrali idroelettriche da oltre 50 MW, nel 2016, nel mondo i nuovi investimenti nell’energia pulita sono calati del 18%, attestandosi a 287,5 miliardi di dollari.

La riduzione degli investimenti globali nelle energie rinnovabili è probabilmente anche dovuta al forte calo dei prezzi delle tecnologie, in particolare del solare fotovoltaico, ma anche al raffreddamento dei mercati della  Cina e del Giappone:

nel 2016, in Cina gli investimenti nelle energie pulite si sono fermati a 87,8 miliardi di dollari, il 26% in meno rispetto al massimo storico 119, 1 miliardi i dollari del  2015, mentre in Giappone ha investito 22.8 miliardi di dollari, ben il 43% in meno del 2015.

Se gli investimenti complessivi nelle rinnovabili sono calati, il solare ha toccato il record di 70 GW installati, rispetto ai 56 GW del 2015, l’eolico più di 56.5GW, in calo rispetto si 63 GW del 2015 ma comunque il secondo miglior risultato di sempre.

Un grande successo è stato rappresentato dall' eolico offshore che nel 2016 ha ricevuto investimenti per 29,9 miliardi di dollari, con un più 40% rispetto al 2015; l'Italia invece possiede ancora piattaforme petrolifere e gasiere ma non ha neanche una pala eolica offshore;  secondo Legambiente: ..." L’assurdo stop all’eolico off-shore in Italia”,  dei 15 progetti di eolico offshore presentati tra il 2006 e il 2013 nel nostro Paese, nessuno è stato realizzato o in cantiere... Contrariamente a quanto avviene in altri paesi dell’Unione europea – come la Francia, la Spagna e la Germania, per esempio – che si sono dotati di procedure chiare e trasparenti per la gestione dei progetti, in Italia per gli impianti eolici off-shore vige una paurosa incertezza normativa. Non esistono regole per valutare i progetti, per escludere le aree da tutelare, per informare i cittadini; in mare non valgono neanche le linee guida approvate per gli impianti a terra..."

da: greenreport

 

 

19 dicembre 

Voti all'Europa sulla politica ambientale: ecco la pagella  EEA 

La EEA - European Environmental Agency  ha fatto un bilancio sulle politiche ambientali europee nel documento Environmental Indicator Report 2016, che esamina le politiche e le prospettive  dell'Ue per il raggiungimento degli obiettivi ambientali  per il 2020.

Un estratto della relazione:  “I sostanziali progressi nella riduzione delle emissioni di gas serra nell’aria e di altri inquinanti, il miglioramento dell’efficienza energetica dei materiali  devono essere integrati con ulteriori azioni da parte degli Stati membri ed applicando pienamente le politiche concordate per proteggere meglio la biodiversità, le risorse naturali e la salute delle persone”.

Il direttore esecutivo dell’EEA, Hans Bruyninckx, sottolinea: “il quadro di valutazione indica che le politiche ambientali dell’UE hanno conseguito  miglioramenti sostanziali. Gli europei godono di aria e acqua più pulite e vengono riciclati più rifiuti. Occorre, tuttavia, fare di più per migliorare la nostra qualità dell’aria, proteggere la nostra fauna selvatica e le risorse naturali, se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi per il 2020″.

Entro la fine di dicembre sarà discussa  la bozza di regolamento per il nuovo mercato delle quote di carbonio (ETS) in cima all’agenda del Consiglio dei Ministri UE di oggi in cui l’Italia sarà rappresentata da Gian Luca Galletti.

Gli stati membri si affronteranno anche sui tetti alle emissioni dei settori non ETS (agricoltura e foreste, trasporti, edifici, rifiuti) e sulla gestione delle sostanze chimiche nella legislazione.

da:greennews