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NEWS DI DICEMBRE 2015

 

Segnalata da Coldiretti

OGM PE adotta risoluzione non legislativa su mais GM NK603 x T25 resistente al glifosato. Sessione plenaria del 16.12.2015

Il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha adottato ieri, con 403 voti favorevoli, 238 voti contrari e 50 astensioni, una risoluzione non legislativa che chiede alla Commissione europea di ritirare la propria autorizzazione all'uso di mais geneticamente modificato NK603xT25 resistente al glifosato negli alimenti e nei mangimi. I deputati evidenziano che il glifosato è stato classificato dall'OMS come "probabilmente cancerogeno" a marzo 2015.

Il Parlamento europeo invita inoltre la Commissione europea a sospendere tutte le autorizzazioni per alimenti e mangimi OGM fino a quando la procedura di autorizzazione, attualmente sotto riesame, non sarà stata migliorata.

Il Parlamento ricorda, infine, che, nonostante abbia espresso da molto tempo le proprie critiche sul funzionamento non ottimale della procedura di autorizzazione UE per gli alimenti e i mangimi geneticamente modificati, il 4 dicembre scorso, la Commissione europea ha autorizzato il mais NK603xT25 e l'MON87427 per uso in alimenti e in mangimi (non per la coltivazione).

 

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Ambiente e salute

A cura di Federica De Rose, Redazione Foroeuropa

 

fonte: http://www.alternativasostenibile.it/ 

I danni ambientali del Natale...

L’albero di Natale è una tradizione irrinunciabile, ma oggi sui 12 milioni di esemplari nelle case quasi due su tre sono di plastica: costano meno e non contribuiscono alla deforestazione.

L’albero di oggi è anche più piccolo che in passato e molto spesso "riciclato". Attenzione, però: gli alberi di plastica spesso giungono dalla Cina dopo aver percorso migliaia di chilometri, quindi hanno già inquinato moltissimo, inoltre impiegano più di 2 secoli a degradarsi...

 

- I prodotti “fuori stagione” o esotici del Natale.

Sempre più spesso a Natale sulle nostre tavole compaiono prodotti “esotici” a fianco a quelli tradizionali. Quest’abitudine non è proprio sostenibile: prodotti come per esempio le ciliegie del Cile hanno 12 mila km producendo un consumo di quasi 7 kg di petrolio e 21,6 kg di emissioni di CO2; i mirtilli argentini percorreranno ben 11.000 chilometri prima di giungere sulle nostra tavole (6,4 kg di petrolio ed emissioni per 20,1 kg).

Sono prodotti “fuori stagione” e non sostenibili; inoltre sono molto costosi e non sempre raccolti al punto giusto di maturazione.

 

 

fonte:rinnovabili.it 

Parigi, 11 dicembre 2015 

COP21: in attesa del documento “definitivo”... 

Ci siamo quasi: ieri la COP21 ha prodotto un testo semi-definitivo, che è stato ulteriormente accorciato, da 29 a 27 pagine, di cui 16 contengono linee di indirizzo sugli impegni delle Parti - 11 pagine sono dedicate all’accordo vero e proprio.

Uno sguardo attento ai testi non rende molto ottimisti: l’accordo delle Parti sarà caratterizzato in sostanza da impegni volontari soggetti a revisione ogni 5 anni (la prima verifica è fissata nel 2023), ma non si parla di sanzionare chi non li rispetta. Se poi “passasse” la proposta di “resocontare” circa le emissioni a livello nazionale, non sarebbe garantita la trasparenza “comunitaria” del sistema...

-Anche  i diritti umani hanno avuto una timida attenzione nella COP21, nonostante il peso del recente rapporto dell’UNEP, che conferma il legame “fatale” tra clima e diritti umani: ci si aspetterebbe che le Parti tutelino i  diritti umani anche nel contesto dei cambiamenti climatici e impediscano ulteriori danni, attraverso precise politiche climatiche.

- Nonostante sia stato dimostrato da validi rappresentanti dei Paesi più vulnerabili che ormai l’aumento della temperatura deve essere «ben al di sotto dei 2 °C», l’”obiettivo  1,5 °C”, non sembra categorico, ma rimane solo a livello di “sollecitazione”.

Inoltre sembra “rimandato” il termine per le emissioni zero; ora si parla di «neutralità delle emissioni» da raggiungere «nella seconda metà del secolo»...

Per quanto riguarda il destino dei Paesi più deboli e gli indennizzi che spettano loro per i danni che subiscono dalle emissioni dei “ricchi”, è stata introdotta un’opzione che si basa sì sul “meccanismo di Varsavia”(ricordiamo che a  Varsavia dall’11 al 23 novembre si è tenuta la diciannovesima conferenza mondiale sul clima (COP 19) e la nona Conferenza dei Paesi membri firmatari del Protocollo di Kyoto (MOP 9).), ma si dà una scappatoia, sostenendo che non può fornire una base per la responsabilità o il risarcimento... I Paesi ricchi appaiono ipocriti: ammettono di avere causato con le loro attività industriali i cambiamenti climatici, ma non sembrano voler pagare per questo...

Si parla di  finanziamenti da far confluire nel Fondo verde per il clima: i Paesi ricchi si impegnano a raccogliere 100 miliardi di dollari entro il 2020.

A questo punto aspettiamo il documento definitivo...

 

  

fonte: www.alternativasostenibile.it/ 

11 Dicembre 2015 

Cambiamenti climatici: problema “spinoso” anche per l’istrice...

L’Istrice (Hystrix cristata) è sicuramente un animaletto selvatico molto carino, ma sta subendo le conseguenze dei cambiamenti climatici, che, per sopravvivere e riprodursi, lo costringono a risalire la penisola.

E’ la Lipu che ci dà questa triste notizia, dopo avere analizzato il video registrato da una "fototrappola" installata da quattro studenti dell'Università di Pavia nel territorio di Bereguardo, all'interno del Parco naturale della Valle del Ticino.

Fino agli anni settanta l’istrice si fermava a Nord nella valle dell'Arno, in Toscana; oggi, a causa del surriscaldamento, ha superato gradualmente il crinale appenninico e si è “accasato” nella parte meridionale della Pianura padana. Questo cambiamento  di “casa” comporta anche dei problemi di “viabilità”: spesso capita di incontrare esemplari investiti, che percorrevano strade non naturali. Occorre perciò aiutare questi animali liberando i “corridoi ecologici”, "deframmentando" o ricostruendo gli habitat e integrando infrastrutture “umane” con i corridoi ecologici. Queste attività tutelano la biodiversità e tutelano l’ambiente in generale.

 

 

COP21  

fonte:rinnovabili.it 

Parigi, 11 dicembre 2015 

Parigi: nasce la Global Geothermal Alliance  (Alleanza Geotermica Mondiale).

In occasione della Cop21, 38 Paesi hanno lanciato da Parigi l’Alleanza Geotermica Mondiale (Global Geothermal Alliance). capeggiata da IRENA (Agenzia Internazionale per le Energie), proponendo e “promettendo” di fornire alle economie emergenti un’alternativa a basso impatto ambientale rispetto alle centrali a carbone: si tratta di quintuplicare l’attuale capacità geotermica istallata a livello mondiale (60 GW d’energia dal suolo al 2030). 

Attualmente sono molti i Paesi che possono contare su un grande potenziale geotermico e si propongono di renderlo una parte essenziale delle loro risorse energetiche; tuttavia, a causa soprattutto dei rischi connessi alla perforazione geologica durante la fase di esplorazione e ai relativi costi tecnologici, lo sviluppo dell’energia dal suolo nelle economie in via di sviluppo è un pò lentino: 3-4% l’anno, mentre è necessario che cresca a una velocità 9 volte superiore a quella attuale. A tal fine i membri dell’alleanza si propongono di “spingere” la quota di energia geotermica nel mix energetico globale, sia nel settore elettrico (alta e media entalpia) che in quello termico (bassa entalpia).

Il lavoro che ora deve affrontare “il gruppo” sarà quello di individuare e promuovere modelli per la riduzione dei rischi legati all’attività geotermica; inoltre dovrà contribuire a creare normative e istituzioni che facilitino investimenti privati ​​tempestivi ed efficienti. 

 

 

fonte: ec.europa.eu/ 

10 dicembre 2015 

Xylella fastidiosa: l’Italia “punita” dall’Ue. 

Sulla lentezza dimostrata dal nostro Paese riguardo l’abbattimento della Xylella fastidiosa  )si era già pronunciato lo scorso 3 dicembre Giuseppe Silletti, che aveva paventato l'avvio della procedura d'Infrazione:”l’Italia deve essere messa in mora per la diffusione del batterio, che ha colpito gli oliveti del sud della Puglia”; dall’altra parte Enrico Brivio, portavoce della Commissione Ue per la salute e sicurezza alimentare, dichiarava: 

“L’Italia non sta rispettando pienamente gli obblighi previsti dal piano di eradicazione della Xylella."

“La decisione di aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia sulla Xylella – ha inoltre spiegato Brivio - si basa sui risultati dell'ispezione effettuata dall'Ufficio veterinario europeo lo scorso novembre, e sulla valutazione della Commissione Europea''. L'esecutivo Ue ''ritiene che l'Italia non stia attuando tutti i suoi impegni sull'eradicazione, contenimento e sorveglianza della Xylella''.

Il 7 ottobre il Ministro Martina dichiarava: ”Il 30 settembre scorso abbiamo provveduto alla notifica alla Commissione del nuovo piano del Commissario delegato di Protezione civile, che prevede un rafforzamento degli interventi e della strategia di contrasto alla Xylella, con l’obiettivo di salvaguardare il patrimonio olivicolo salentino e regionale”...

 

  

fonte: http://bio.uniroma2.it/ 

salute  

10 dicembre 2015 

Cervello dei moscerini e cervello umano: hanno un legame ?

Parliamo della la tecnica utilizzata per leggere la mente dei moscerini, che il neurobiologo Marco Gallio della Northwestern University, nell’Illinois ha adottato per la prima volta: tramite molecole fluorescenti sono state illuminate le sinapsi tra i neuroni. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, si colloca all’interno del più ampio progetto di ricerca Brain (Brain Research Through Advancing Innovative Neurotechnologies) promosso dal presidente Obama. Sembra aprire una nuova possibilità di analisi dei processi del cervello umano...

 

 

COP21

fonte:rinnovabili.it

Parigi, 9 dicembre 2015

Germanwatch avverte: Italia debole la politica climatica...

In occasione della COP21 è stato presentato il rapporto annuale 2016 “Germanwatch” realizzato in collaborazione con Legambiente, che studia la performance climatica di 58 paesi che insieme rappresentano oltre il 90% delle emissioni globali: l'Italia migliora ma resta fuori dalla top 10...

E’ triste constatare che non sono state attribuite le prime tre posizioni, perché nessuno dei paesi ha agito efficacemente per contrastare i cambiamenti climatici in corso e contribuire a mantenere le emissioni globali al di sotto della soglia critica dei 2 °; al quarto posto si conferma la Danimarca, seguita da Regno Unito, Svezia, Belgio, Francia e Cipro. Il Marocco è al decimo posto;

-l'Italia passa dal 16° all'11°posto grazie alla considerevole riduzione delle emissioni (-16,1% nel 2013 rispetto al 1990) dovuta all'importante contributo delle rinnovabili (siamo al 6/o posto per il trend di sviluppo delle fonti pulite) e dell'efficienza energetica combinato con la perdurante stagnazione economica. L’Italia però guadagna il triste primato dell’ultimo posto (51°) per quanto riguarda le politiche nazionali per il clima...

-la Germania continua conferma il suo 22/o° ; passi avanti sono stati fatti da India, Stati Uniti e Cina, che grazie ai significativi investimenti nel settore delle rinnovabili e dell'efficienza energetica degli ultimi anni, risalgono e si posizionano rispettivamente al 25°, 34/° e 47° posto.

Il centro ricerche Climate Action Tracker (Cat), ha realizzato studi mirati sul climate change, sottolineando che se si verificassero i cosiddetti "impegni condizionali", (per esempio cancellare la costruzione di centrali a carbone ad altre iniziative nazionali di mitigazione), si potrebbe "ridurre significativamente il gap" con l'obiettivo minimo di 2 gradi. Inoltre lo studio del Cat conferma che se i governi aumentassero gli investimenti nelle politiche climatiche "tenendo conto dei risparmi legati alla riduzione della mortalità da inquinanti nocivi dell'aria", ci si potrebbe notevolmente avvicinare agli obiettivi fissati. "Se lo facessero anche solo 4 governi, Cina, India, Giappone e Russia, insieme all'Ue - spiega lo studio - si potrebbe ridurre il divario dall'obiettivo di 2 gradi del 25-45% e da quello di 1,5 gradi del 20-34%".  Fondamentale è annullare l’uso del carbone per produrre elettricità: "Cancellare gli impianti a carbone, incrementando nel frattempo le rinnovabili e l'efficienza energetica - commenta uno degli esperti del team - ridurrebbe questo 'gap politico' in modo sostanziale, e sarebbe un passo importante per de-carbonizzare il settore (energetico) entro la metá del secolo".

 

  

fonte: www.euractiv.it/ 

7 Dicembre 2015

Ue: 2° posto all’Italia per le tasse ambientali.

Tasse ambientali: Italia seconda in Ue. 

L’Eurostat (Ufficio Statistico dell'Unione Europea) riferisce sui dati delle tasse  per l’ambiente che rappresentano il 6,3% degli introiti fiscali dell'Unione; i dati si riferiscono al 2013 e mostrano una diminuzione dell'impatto fiscale su scala decennale: nel 2003, infatti, gli introiti derivanti da tasse ambientali rappresentavano il 6,9% in Ue, lo 0,6% in più rispetto alle rilevazioni del 2013.

Non è un dato positivo, visto gli obiettivi comunitari che prevedono il target del 10% di introiti fiscali ambientali entro il 2020.

L’Unione ha riscosso 330,1 miliardi di euro nel 2013 tra tasse sull'energia (77% del totale), trasporti (20%) e inquinamento (3%), contro i 272 miliardi del 2003.

L'Italia si piazza al secondo posto tra i 28 nel 2013 le eco-tasse hanno toccato quota 54,8 miliardi di euro, contro i 41,5 del 2003. A pesare di più sono soprattutto le tasse sull'energia (81%), e i trasporti (18%), mentre incidono in minima parte quelle sull'inquinamento e sull'uso delle risorse (1%). Imposte ancor più elevate in Germania, con 57,5 miliardi; la Gran Bretagna si piazza invece al terzo posto (con 50,6 miliardi).

 

 

fonte: www.euractiv.it/ 

7 Dicembre 2015

salute

Commissione Ue:  limite legale per l'assunzione di  grassi trans (TFA). 

Il TFA, ossia grasso trans, è specificamente un acido grasso insaturo contenente uno o più doppi legami di isomeria trans tra due atomi di carbonio; anche la definizione spaventa: il consumo dei grassi trans aumenta il rischio di patologie cardiache e cardiovascolari, ecco perchè l’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) (Efsa) ha deciso che l'assunzione di TFA deve essere la più bassa possibile in una dieta adeguata sotto il profilo nutrizionale. Purtroppo non c’è chiarezza attualmente riguardo il  livello di TFA nei prodotti alimentari (in genere sono prodotti di panetteria contenenti grassi come le torte e i biscotti, cibi pronti e prodotti fritti, prodotti lattiero-caseari e carni di ruminanti), poiché nell'elenco degli ingredienti è indicata la presenza di oli parzialmente idrogenati, dato che non fornisce alcuna indicazione sull'effettivo tenore di TFA.

La Commissione di esperti dà alcune soluzioni per ridurre il consumo di TFA nell'Ue, come l'introduzione di una dichiarazione obbligatoria sui tenori di TFA, l'adozione di un limite legale a livello Ue, la definizione di accordi volontari volti a ridurre i TFA negli alimenti e nelle diete, o orientamenti dell'Ue in merito a limiti legali nazionali.

 

 

fonte: euractiv.it/ 

4 Dicembre 2015 

Ue: l'Esecutivo ha deciso di autorizzare due nuove varietà di mais Ogm: MON87427 e NK603xT25.

Dopo la richiesta degli eurodeputati di bloccare l'ingresso in Europa di nuove varietà Ogm fino alla riforma delle norme Ue, arriva l’autorizzazione da parte dell’Esecutivo a due nuove varietà di mais Ogm - MON87427 e NK603xT25 - dopo il parere positivo dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa).

L'autorizzazione Ue per le due varietà di mais è valida per dieci anni e riguarda la sola commercializzazione nel mercato interno. La coltivazione nei singoli Paesi, invece, può essere bloccata sulla base della direttiva approvata a marzo che lascia ai 28 la libertà di introdurre divieti o limitazioni alla messa a coltura sul territorio nazionale.

 

 

fonte:euractiv.it/ 

3 Dicembre 2015 

Olio: da Ue no aumento import da Tunisia. 

Gli eurodeputati, a cominciare dagli italiani, si erano messi in allarme quando a settembre Federica Mogherini (rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune) aveva presentato come “una misura eccezionale a fronte di circostanze eccezionali” e “un segnale della solidarietà dell'Ue con la Tunisia” la proposta di portare da 56.700 a 91.700 tonnellate il volume ammesso nell'Ue a dazio zero.

Allarmate, la Commissione Agricoltura e Commercio Internazionale del Parlamento europeo il 17 settembre si erano opposte, proponendo di aiutare economicamente la Tunisia colpita dal terrorismo internazionale con un aumento temporaneo - limitato agli anni 2015 e 2017 - dell’import di olio di oliva tunisino verso l’Ue per 35.000 tonnellate.

L’11 gennaio sarà una data fondamentale, poichè la Commissione Agricoltura dovrà concretizzare i propositi del 17 settembre...

 

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TRASPORTI

A cura di Roberta Capri, Funzionario Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Sicurezza aerea: il recente Regolamento UE

E’ stato pubblicato sulla GUUE L299 del 14.11.2015  il regolamento UE n.2015/1998 del 5.11.2015 che stabilisce disposizioni particolareggiate per l'attuazione delle norme fondamentali comuni sulla sicurezza aerea (controlli passeggeri, bagagli, aeromobili ecc.). Il regolamento si applicherà dal 1.2.2016.

 

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Notizie dall'UE 

A cura di Caterina Aloi, Redazione Foroeuropa

  

MIGRANTI: BRUXELLES APRE UNA PROCEDURA D’INFRAZIONE ALL’ITALIA

La Commissione Ue ha aperto una procedura d'infrazione all'Italia in materia di asilo. Con una lettera di costituzione in mora - primo passo della procedura di infrazione - la Commissione Ue esorta Italia, Grecia e Croazia ad attuare correttamente il regolamento Eurodac per la raccolta di impronte dei migranti.  

Si è riscontrata una discrepanza tra il numero di migranti registrati nel database del sistema Eurodac tra luglio e novembre pari a 29mila contro i 65mila arrivati sulle coste italiane secondo i dati statistici di Frontex.

I dati Eurostat indicano che le prime richieste d'asilo in Ue nel terzo trimestre 2015 sono state 410mila, il doppio rispetto al trimestre precedente ed oltre 800mila le richieste d'asilo in corso d'esame in Ue. La Germania, con 366mila ha la quota di gran lunga più alta (45%), seguono Ungheria (107.500; 13%), Svezia (85.700; 11%) e Italia (50.500; 6%). In Italia il primo Paese di origine dei primi richiedenti asilo, nel terzo trimestre 2015, è la Nigeria (7.575; 27%), seguono Pakistan (2.990; 11%) e Bangladesh (2.830; 10%). 

Fonte: Ansa

 

 

BANCHE: UE INCALZA L’ITALIA, APPLICARE GARANZIA AI DEPOSITI BANCARI

La Commissione ha chiesto formalmente all'Italia e ad altri nove Paesi (Belgio, Cipro, Estonia, Grecia, Lussemburgo, Polonia, Romania, Slovenia, Svezia) di applicare integralmente la direttiva sui sistemi di garanzia dei depositi bancari adottando un parere motivato, seconda tappa della procedura d'infrazione, prima del deferimento alla Corte di giustizia Ue. Questa iniziativa è finalizzata a fare pressione su questi Paesi affinchè si arrivi ad applicare integralmente la direttiva 2014/49/Ue (Dgsd) sui sistemi di garanzia dei depositi che modifica la precedente direttiva e ne migliora la protezione.

"I depositanti - sottolinea Bruxelles - beneficeranno di rimborsi più rapidi e di una rete di sicurezza più solida, poiché la maggiore uniformità dei requisiti di finanziamento farà sì che i sistemi di garanzia dei depositi siano prefinanziati e in grado di adempiere in modo più efficiente ai loro obblighi nei confronti dei depositanti. Questo è un passo avanti verso un'Unione bancaria a pieno titolo, il cui obiettivo è creare un settore finanziario più sicuro e più solido in seguito alla crisi finanziaria". 

Il termine per il recepimento di queste norme nell'ordinamento nazionale è scaduto il 3 luglio scorso e dieci Stati membri, tra cui appunto l'Italia, non lo hanno rispettato. La Commissione ha quindi deciso di sollecitare i Paesi interessati inviando loro un parere motivato in cui sottolinea che, se entro due mesi non faranno quanto necessario per mettersi in regola, potranno essere deferiti alla Corte di giustizia Ue.

Fonte: Ansa

 

 

STUDIO EYF, GIOVANI EUROPEI DISCRIMINATI A CAUSA DELL’ETÀ 

Il rapporto "Multidiscriminazione e giovani in Europa" dell'European Youth Forum (Eyf) pubblicato in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani, mette in evidenza che il 29% dei giovani tra i 18-24 anni si ritiene discriminato per la propria età, percentuale che scende al 10,3% per i ragazzi tra i 25-29 anni e al 3,6% per i giovani tra i 30-35 anni. 

Secondo l'indagine Eyf, le principali discriminazioni avvengono nel mondo dell'educazione (53,8%) e al momento della ricerca di un lavoro (50%) con conseguenze dirette sull'aumento dell'abbandono scolastico, una formazione di scarsa qualità e la crescita della disoccupazione giovanile. Seguono le discriminazioni sul luogo di lavoro (42%) e al momento della ricerca di un alloggio (29%). 

Stefano Felician Beccar, membro italiano del consiglio Eyf, ha sottolineato quanto sia importante che le istituzioni e le autorità pubbliche facciano in modo che le leggi sulle pari opportunità vengano correttamente applicate e diventi più facile denunciare un episodio di discriminazione con sanzioni proporzionate ed efficaci.

Fonte: Ansa

 

 

BANDO UE PER LA FORMAZIONE DI VOLONTARI EUROPEI 

Al via un bando Ue per lo sviluppo di un programma di formazione sull'iniziativa "Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario". Responsabile del bando è l'Agenzia europea esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura (Eacea). L'iniziativa consentirà a 4.400 cittadini europei di partecipare ad attività ed interventi di aiuto umanitario grazie a un finanziamento di 8,7 milioni di euro per quattro anni di contratto. 

L'obiettivo del programma è contribuire al rafforzamento dell'Unione europea nel fornire aiuti umanitari ed alle comunità dei Paesi terzi vulnerabili o colpiti da catastrofi, in particolare puntando sulla prevenzione, la riduzione del rischio e il rafforzamento del collegamento tra soccorso, riabilitazione e sviluppo. Allo stesso tempo, si cerca di migliorare l'interconnessione del volontariato fra gli Stati membri per offrire ai cittadini dell'Ue più possibilità di partecipare ad attività e interventi di aiuto umanitario. 

Per maggiori informazioni è possibile contattare l'unità Finanze, contabilità, programmazione, scrivendo una mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. La scadenza per presentare la domanda è fissata al 18 dicembre 2015 alle ore 16.

Fonte: Ansa

 

 

DOCENTI ITALIANI PIÙ POLIEDRICI IN UE NELL’INSEGNAMENTO DELLE LINGUE STRANIERE 

Il principale risultato del progetto europeo 'eTwinning', nel bilancio dei suoi primi dieci anni, ha messo in evidenza che i docenti italiani sono i più poliedrici e competenti nell'insegnare le lingue straniere.

L'obiettivo del progetto eTwinning è condividere online le migliori pratiche di insegnamento in tutti i campi del sapere e a tutti i livelli di educazione in Europa. 

Italia, Polonia e Grecia sono i Paesi più rappresentati dalla ricerca che prende in considerazione oltre 6000 insegnanti. 

Ben 756 insegnanti italiani hanno partecipato alla ricerca, secondi solo alla Polonia (826) e seguiti dalla Grecia (688).

Il rapporto evidenzia come il progetto aiuti gli insegnanti ad adottare un approccio multidisciplinare, a sviluppare progetti innovativi di insegnamento e a migliorare le proprie competenze linguistiche. 

Secondo il direttore di Indire, l'unità nazionale italiana eTwinning, Flaminio Galli, "eTwinning svolge un ruolo molto importante perché fornisce agli insegnanti risorse e opportunità di sviluppo professionale". Indire, come Agenzia Erasmus+ è impegnata a diffondere e valorizzare le innovazioni didattiche. 

Fonte: Ansa

 

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Segnalata da Coldiretti

Comunicato stampa della Commissione europea: "OGM: La Commissione autorizza 2 OGM per uso alimentare e nei mangimi"

La Commissione europea ha reso noto, in un suo comunicato stampa, di avere autorizzato due OGM per uso alimentare e nei mangimi (non per la coltivazione). Si tratta del mais MON87427 e del mais NK603xT25.

Anche in questo caso gli Stati membri non erano riusciti ad esprimere una posizione a maggioranza qualificata favorevole o contraria alla proposta della Commissione volta ad autorizzare i due mais, né in sede di Comitato Permanente, né in Comitato di appello. “Le autorizzazioni sono valide per 10 anni, e tutti i prodotti derivati da questi OGM saranno oggetto delle rigorose regole di etichettatura e di tracciabilità in vigore nell’Ue”, si legge nel comunicato.

 

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Segnalata da Coldiretti

OGM-Proposta di risoluzione su mais GM NK603 x T25 resistente al glifosato - COMENVI, Riunione 1.12.2015

Nel corso della riunione del 1° dicembre, la commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (COMENVI) del Parlamento europeo ha adottato, con 40 voti a favore, 26 contrari e 3 astensioni, una proposta di risoluzione non legislativa in cui si chiede alla Commissione europea di non autorizzare l’uso del mais genericamente modificato (NK603 x T25) resistente al glifosato in alimenti e mangimi. Inoltre, secondo gli eurodeputati della COMENVI, la Commissione europea dovrebbe sospendere le autorizzazioni di alimenti e mangimi geneticamente modificati fino a quando la procedura, attualmente in fase di revisione, non sia stata migliorata.

Nella risoluzione, si evidenzia che l’attuale procedura di autorizzazione non funziona bene, visto che da quando è in vigore, ogni decisione di autorizzazione è stata adottata dall’Esecutivo dell’Ue, senza il sostegno della maggioranza qualificata degli Stati membri, trasformando l’eccezione in regola. 

In merito alla resistenza al glifosato del mais GM in questione, la risoluzione adottata sottolinea che tale erbicida è stato classificato come “probabilmente cancerogeno” per l’uomo dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell’OMS il 20 marzo 2015 (IARC Monographs Volume 112). Tuttavia nel suo rapporto (nuova valutazione del 12 novembre 2015), l’EFSA conclude che è improbabile che il glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l'uomo. 

A livello procedurale, la proposta di risoluzione presentata da Bart Staes (Verdi, BE), Guillaume Balas (S&D, FR), Lynn Boylan (GUE/NGL, IRL) ed Eleonora Evi (EFDD, IT) sarà presentata per il voto del Parlamento europeo nella sessione plenaria di gennaio (18-21) a Strasburgo.

 

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News di fine novembre e dei primi di dicembre

A cura di Federica De Rose, Redazione Foroeuropa

 

fonte:rinnovabili.it

Bruxelles, 1 dicembre 2015

Le foreste nella strategia contro le emissioni, ma la “questione” è delicata...

E’ stato pubblicato un rapporto (commissionato Fern, ONG europea che si occupa di clima e foreste) che mette il punto sulla strategia contro le emissioni e su quanto le foreste debbano essere incluse dall’Ue nei suoi obiettivi di taglio di carbonio. L’insieme di attività umane che coinvolgono l’utilizzo del suolo, i cambiamenti di destinazione d’uso e la silvicoltura si chiama  LULUCF, acronimo di Land Use, Land-Use Change and Forestry.

Il settore LULUCF può risultare ambiguo: le foreste assorbono sì emissioni, ma le ricreano quando vengono tagliate... Ecco perchè la “questione” foreste e uso del territorio che sarà affrontata alla COP 21 di Parigi sarà fondamentale e delicata: si tratta contemporaneamente di rimuovere l’anidride carbonica dall’atmosfera, ma anche di contribuire alle emissioni attraverso la deforestazione, l’allevamento e l’uso di fertilizzanti.(pratiche certamente non sostenibili ...).Se si sceglierà di vincolarlo a livello comunitario, sarà necessario un regolamento unico che i 28 dovranno seguire. Bisognerà creare un sistema di calcolo che fornisca la quantità netta di emissioni imputabili al settore LULUCF, così da ridurre la deforestazione e l’uso di suolo insostenibile.

«Molti portatori di interesse, così come alcuni Stati membri, non desiderano che nelle foreste vengano seppellite le emissioni dell’industria, né che esse siano utilizzate per rallentare la transizione verso una economia low carbon – ha dichiarato Hannah Mowat, attivista dell’ONG – La finestra di opportunità per limitare il riscaldamento a 2 °C si sta chiudendo, perciò dobbiamo aumentare il sequestro del carbonio nelle foreste contemporaneamente alla transizione verso una economia a basse emissioni»

 

fonte:rinnovabili.it

COP21-Parigi, 1 dicembre 2015 

COP21- Il CVF (Climate Vulnerable Forum ) chiede di limitare la temperatura a 1,5 °C.

Queste sono le richieste definitive dei 43 Stati del Climate Vulnerable Forum, cioè i Paesi più vulnerabili al cambiamento climatico, che guardano con orrore all’innalzamento del livello dei mari nei prossimi anni, alle alluvioni e alle siccità.

Queste richieste sono ancora più “severe”, rispetto all’ormai noto “obiettivo dei 2 °C “, riguardo al quale già sembrano timidi i 180 Paesi membri dell’UNFCCC. Il CVF è attento al destino dei Paesi meno ricchi: chiede l’adozione di un meccanismo internazionale in grado di affrontare le perdite e i danni (loss & damage) che il climate change provoca alle nazioni più deboli. Da parte loro i Paesi ricchi sembrano avere tendenzialmente “le braccine corte”, eppure tutti sappiamo che i danni permanenti causati dai cambiamenti climatici sono principalmente causati dall’industrializzazione.

Parlando di soldi...il gruppo dei 43 Stati chiede di formalizzare l’impegno a raggiungere i 100 miliardi di finanziamenti climatici entro il 2020; chiede l’equa suddivisione dei fondi tra mitigazione (riduzione delle emissioni) e adattamento (misure per far fronte agli eventi meteorologici estremi). Attualmente i fondi disponibili si fermano sui progetti del primo tipo, che “casualmente” portano maggiori vantaggi, soprattutto economici ai finanziatori...

Tra i 43 Stati più vulnerabili c’è il Costa Rica, il cui Ministro degli Esteri, Manuel Gonzalez, dichiara: «Mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi non solo garantisce sicurezza e prosperità, ma anche giustizia» ​.

Il Forum dei Paesi vulnerabili include altre economie a rischio, tra cui per esempio: Filippine, Bangladesh, Etiopia, Maldive, e altre. Tutte concordi nel sostenere che il limite di 2 °C significa mettere a repentaglio la vita di 100 milioni di persone....

 

fonte:rinnovabili.it

Pechino, 1 dicembre 2015 

Cina: la peggiore per le emissioni, ma dimostra buona volontà... 

La Cina, come sappiamo, è il più grande emettitore di carbonio al mondo, ma in occasione della COP21, si dimostra disponibile ad utilizzare la tecnologia spaziale nella lotta alle emissioni, utilizzando i satelliti per monitorare i gas serra.

Entro il prossimo maggio saranno pronti i primi due satelliti per il monitoraggio del carbonio nazionale.

Una curiosità: il primo satellite utilizzato nello spazio  per studiare i gas responsabili dell’effetto serra fu lanciato dal lanciato il Giappone nel 2009.

 

fonte:minambiente.it

30 novembre 2015

Italia: Ancora No all’inquinamento da amianto.

Il Ministro dell’ambiente Galletti si è espresso con fermezza sul problema dell’inquinamento causato dall’amianto, ancora purtroppo presente in Italia, nonostante l’opera di bonifica già attuata da tempo. Si è rivolto all’ Assemblea Nazionale sull'Amianto organizzata dalla Commissione d'inchiesta del Senato sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali, rappresentando un Ministero deciso a concludere la mappatura dei siti; dichiara: “Il Ministero dell’Ambiente sta proseguendo con determinazione la sua opera di bonifica lo sta facendo sia nei Siti d’interesse nazionale, sia promuovendo azioni nelle migliaia di “micro realtà” sparse sul territorio che rappresentano un pericolo continuo per i cittadini. Stiamo stanziando nuove risorse spendibili, affiancando all’impegno economico un lavoro di semplificazione delle procedure necessario a rendere gli interventi più rapidi e incisivi”.

Il Ministro ricorda inoltre la positiva introduzione dei reati ambientali nel Codice Penale, che rappresenta un efficace strumento anche per il contrasto all’inquinamento da amianto.

Inoltre il Senato ha approvato recentemente il Collegato Ambientale, che introduce “un credito di imposta triennale per i soggetti titolari di reddito d’impresa che effettuano interventi di bonifica dell’amianto su beni e strutture produttive in territorio nazionale, nonché di un fondo presso il Ministero dell’ambiente per la progettazione preliminare e definitiva degli interventi di bonifica presso edifici pubblici”.

  

fonte:rinnovabili.it 

Bruxelles, 30 novembre 2015 

Triste primato in Europa: Italia è prima per morti  da inquinamento. 

L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha stilato una classifica nazionale delle morti premature per inquinamento atmosferico: l’Italia occupa il primo posto per tutti i principali inquinanti tra cui il particolato fine, biossido di azoto e ozono troposferico; si tratta in tutto di 84.400 vittime premature causate nel solo 2012. Nel nostro Paese, l’area più colpita è la Pianura padana: Brescia, Milano, Monza e Torino superano il limite Ue di 25 microgrammi di polveri per metro cubo d’aria l’anno. Ma il tetto europeo è due volte e mezza più alto di quello considerato sicuro dall’OMS, 10 microgrammi per metro cubo. In  pericolo anche Roma, Napoli, Firenze, Bologna e altre città... L’AEA conferma: l’inquinamento atmosferico è il principale fattore di rischio ambientale per la salute in Europa.

Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA , dichiara: ”Nonostante i miglioramenti continui degli ultimi decenni, l’inquinamento atmosferico incide ancora sulla salute degli europei, riducendo la qualità e l’aspettativa di vita –Inoltre, ha un impatto economico notevole, poiché aumenta i costi sanitari e riduce la produttività con la perdita di giorni lavorativi in tutti i settori dell’economia”.

 

fonte:euractiv.it/ 

25 Novembre 2015

Clima: redditività dell’industria alimentare e delle bevande minacciata dal cambiamento climatico.

Diversi rapporti delle Nazioni Unite ci dicono che la popolazione mondiale dovrebbe aumentare da 7,3 a 9,7 miliardi di persone nel 2050 e, secondo una ricerca pubblicata da FoodDrinkEurope, sarà necessario un aumento del 60% nelle forniture alimentari globali, mentre la domanda mondiale di acqua per l'agricoltura crescerà del 30%.

Un rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici per il 2014 prevede che il surriscaldamento globale coinvolgerà "tutti gli aspetti della sicurezza alimentare", dalla produzione alla stabilità dei prezzi.

Ecco perchè ora le industrie del food sono costrette a investire nella gestione sostenibile non solo per contribuire alla protezione dell’ambiente, ma anche per garantirsi la propria sopravvivenza nell’immediato futuro.

Alcune aziende incoraggiano l’utilizzo di una serie di strumenti, come l’autovalutazione  in particolare rispetto alla corrispondenza tra il loro lavoro e il Codice di agricoltura sostenibile dell'azienda. Altre si affidano alla certificazione dei fornitori che applicano standard di sostenibilità, come quelli della Rainforest Alliance o delle tavole rotonde sulla sostenibilità dell'olio di palma o della soia.

La nuova Politica agricola comune 'verde' si preoccupa in particolare della conservazione della biodiversità e all'uso sostenibile delle risorse naturali. Il rappresentante della Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale Daniel Rosario ha recentemente confermato a EurActiv che la nuova Politica agricola comune sta affinando gli strumenti per contrastare il cambiamento climatico e per un'agricoltura sostenibile; sostiene: "La gestione sostenibile delle risorse naturali e l'azione per il clima rappresentano uno dei tre obiettivi principali della PAC- "Se si guarda ai 28 Stati membri, un totale di 25,3 miliardi dal bilancio dell'Unione europea per lo sviluppo rurale è stato stanziato per finanziare azioni con un impatto positivo sulla biodiversità, mentre circa il 20% di tutti i terreni agricoli nell'Ue sarà sottoposto a contratti di gestione per migliorare o preservare la biodiversità".

 

fonte:repubblica.it/ambiente/

20 novembre 2015

Italia: a rischio il  primato europeo nella produzione di frutta.

Il frutteto si è ridotto di un terzo (-33%) negli ultimi quindici anni con la scomparsa di oltre 140mila ettari di piante di mele, pere, pesche, arance, albicocche e altri frutti: questa è la “buona novella” che lancia Coldiretti in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi che si aprirà domani 21 novembre.

Un pò di cifre...

-la superficie coltivata a frutta in Italia è passata da 426mila ettari a 286mila, con un crollo netto del 33% in 15 anni. La cause della scomparsa delle piante da frutto: crollo dei prezzi pagati agli agricoltori che non sono più in grado di coprire neanche i costi di produzione. Complessivamente la superficie italiana investita a ortofrutta supera appena un milione di ettari, l'8% della superficie agricola utilizzata a livello nazionale e produce il 26% della produzione agricola italiana. La produzione ortofrutticola italiana oscilla mediamente attorno ai 23 milioni di tonnellate, di cui il 46% in volume di ortaggi in piena aria il 29% di frutta, il 12% di agrumi, il 7% di ortaggi in serra, il 6% di patate, lo 0,5% di leguminose.

Il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo: dichiara:”...Occorre intervenire per promuovere i consumi sul mercato interno e per sostenere le esportazioni, che in quantità sono rimaste pressoché le stesse di quindici anni fa". Dati tuttavia più ottimistici sono rappresentati dall’aumento dei consumi di frutta in Italia rispetto all’inizio della crisi e dal tasso favorevole. La Coldiretti afferma anche che è necessario:” rimuovere gli ostacoli strutturali che determinano uno svantaggio competitivo per le nostre imprese, con regole armonizzate sulle importazioni dall'estero dove spesso vengono utilizzati prodotti chimici vietati in Italia, controlli qualitativi più stringenti anche sulla reale provenienza della frutta in vendita, senza dimenticare i costi aggiuntivi dovuti dall'arretratezza del sistema di trasporti".