A CURA DI

AVV. ANTONELLA ROBERTI

 

  1. I tempi di pubblicazione delle delibere CIPE quale elemento di ritardo

La pubblicazione delle delibere del CIPE, può rivestire una indubbia importanza nell’analisi delle numerose problematiche riguardanti il ritardo nella realizzazione delle grandi opere, in quanto, fintanto che, non sia intervenuta la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle decisioni assunte dal CIPE, queste ultime, non possono avere nessun effetto reale, rimangono in un “limbo”.

Nel presente studio sono state prese in considerazione solo le delibere attinenti al programma delle infrastrutture strategiche, per il periodo 2002-2014 (primo semestre).

La ricerca è stata condotta vagliando l’andamento cronologico della formalizzazione delle delibere. E’ stata considerata la data di seduta del CIPE, nel quale sono stati presentati, discussi e approvati i lavori, e la data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale[23].

I risultati sono rappresentati in sintesi nel prospetto che segue[24]:

Analizzando i dati raccolti, si può notare come, opere quali il MO.S.E. di Venezia per gli anni 2002 e 2003, abbiano usufruito di quella “corsia preferenziale” che avrebbero dovuto percorrere tutti gli interventi inseriti nel Programma delle infrastrutture strategiche: il periodo di attesa della delibera CIPE n.109 del 29 novembre 2002 è di “soli” 89 giorni contro la media dell’anno di 129 giorni.

La stessa infrastruttura l’anno successivo, il 2003, presenta un migliore risultato, infatti, il periodo trascorso tra l’esito della seduta e la pubblicazione della delibera è di 66 giorni rispetto ai 121 giorni della media annua 2003.

Scorrendo la lista degli interventi oggetto di sollecita pubblicazione, troviamo la Metropolitana di Roma linea C, il Ponte sullo Stretto di Messina (ora sospeso dal Programma), l’Autostrada Livorno-Civitavecchia, la Messa in sicurezza degli edifici scolastici ecc.

Una puntualizzazione è doveroso porla, per l’Asse ferroviario Monaco-Verona: come accertato dall’Organo contabile[25], l’opera ha rischiato di perdere il finanziamento della Comunità europea a causa dello slittamento dell’approvazione del progetto definitivo, per ritardo nella sua pubblicazione.

Una particolare menzione non può essere sottaciuta per quelle opere, prima inserite nel programma e poi “dimenticate”: le metropolitane di Napoli (351 giorni nel 2004 e 371 giorni nel 2008) e di Brescia (297 giorni nel 2007), la riqualificazione della viabilità della SS415 c.d. Paullese (325 giorni nel 2005) per arrivare ai 538 giorni del raccordo autostradale Campogalliano-Sassuolo.

Alterne vicende, invece, ha subito la linea dell’alta velocità Genova-Milano: dapprima, nel 2009, ha atteso ben 482 giorni per vedere pubblicata sulla G.U. la delibera CIPE che la riguardava, per essere poi, nel 2011 ricompensata con la celerità (102 giorni) che dovrebbe contraddistinguere tutte le pubblicazioni delle delibere.

Numero delibere CIPEIl problema dei “tempi biblici” per la costruzione di un opera pubblica è bagaglio di ogni cittadino italiano, l’autorevole Rainer Masera[26] afferma “La maggiore criticità che ostacola il consenso risiede certamente nei tempi decisionali oggi eccessivamente ampi: per le grandi opere pubbliche, i tempi si dilatano in venti o anche trenta anni, con la conseguenza che alcune decisioni, assunte all’origine, permangono nel tempo sull’opera, costituendo di fatto un vincolo in relazione all’evoluzione delle caratteristiche hard e soft dell’infrastruttura”[27].

Il range del “tempo medio di attesa” per la pubblicazione oscilla tra un minimo di 103[28] giorni e un massimo di 231 giorni.

“Una conferma indiretta delle persistenti difficoltà operative è data dal fatto che un consistente numero di deliberazioni del CIPE, recanti tutte la data del 20 dicembre 2004, sono state pubblicate nella Gazzetta Ufficiale solo nella seconda metà del 2005.

In tal modo il significato istituzionale delle decisioni del Comitato appare snaturato: da un lato, infatti, esse perdono la fondamentale funzione di validazione giuridico-economica e di autorizzazione all’impegno finanziario, per assumere piuttosto una valenza “programmatica”; dall’altro, l’effetto vincolante del deliberato – in mancanza di relative risorse – proietta gli interventi approvati sugli esercizi futuri, riducendo gli spazi di flessibilità del sistema”[29].

Per superare il periodo di stallo nella formalizzazione delle delibere CIPE, nel 2011, l’art. 41 commi 4 e 5 del D.L. n.201[30] ha codificato i termini[31] entro cui, queste ultime, devono essere presentate al Presidente del Consiglio dei Ministri per la firma. Nel caso di criticità procedurali il Segretario del CIPE deve riferire al P.C.M. per le conseguenti determinazioni.

I termini, di visto e registrazione delle delibere CIPE, in seno all’apposita Sezione della Corte dei Conti sono stati, anch’essi, ridotti da 45 a 30 giorni.

Negli anni dal 2011 al 2014, in effetti, si può notare come, il tempo medio di attesa per la pubblicazione, si sia ridotto. Non è dato sapere se, questo cambiamento di tendenza, sia effetto della norma o della drastica diminuzione delle delibere pubblicate.

 Iter approvativo di un'opera